Il concetto di Sola Scriptura è stato inventato da
Lutero & C. allo scopo di scalzare la Chiesa cattolica che vantava l’autorità
ecclesiastica dell’interpretazione delle Sacre Scritture. È stata un’abile
mossa quella di dare autorità solo al testo biblico e non più anche alla Chiesa
e alla Tradizione, come se non fosse vero che la Bibbia sia nata proprio dalla
Tradizione.
La Riforma afferma di voler
rifarsi alla Sola Scriptura, ma, in realtà, ha creato un paradigma teologico
che esclude tutto ciò che contrasta la sua nuova prospettiva.
Gesù disse ai suoi discepoli:
Giovanni 16:12 Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non
siete capaci di portarne il peso.
Giovanni
16:13 Quando però verrà lo Spirito di
verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma
dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future.
Qui, ha la sua radice la
prospettiva cattolica, secondo la quale due sono le fonti della fede. La Bibbia
scritta, certo, ma anche la Tradizione, che altro non è se non
quell’approfondimento delle parole di Gesù, sotto l’ispirazione dello Spirito Santo
annunciato da Cristo.
Nei Vangeli c’è la verità ma
questa non è solo quella che appare a prima vista. Il testo biblico non esaurisce
il suo significato a una lettura per quanto attenta, ma nasconde ricchezze di
cui gli apostoli, quando il Maestro era ancora tra loro, “non erano capaci di portarne il peso”. Così che, dopo tanti secoli,
dopo tanto approfondimento consegnato alla Tradizione, noi possediamo della
Rivelazione una visione più completa e profonda di quella concessa ai
discepoli. Molte cose, nella Scrittura, non sono che dei semi, destinati a
crescere.
In ordine cronologico prima è
nata la Chiesa, poi la Tradizione predicata oralmente dagli apostoli e dai discepoli
più fedeli, come Stefano martire ad esempio, e poi il Nuovo Testamento.
Lutero ben sapendo che le sue
teorie non potevano vantare radici storiche, risalenti ai primi cristiani,
scalzò di colpo la discendenza apostolica dando autorità solo alla Bibbia. In
questo modo ovviamente ognuno poteva far dire alla Bibbia quello che più gli
piaceva, bastava un po’ di cultura anche eretica, per apparire credibili verso la
gente di quel tempo, in larga parte ignorante e analfabeta.
Le bugie di Lutero hanno fatto
comodo a molti altri, a partire da Calvino e Zwingli. Tuttavia proprio questi
padri del protestantesimo, sostenitori della Sola Scriptura, erano in
disaccordo tra loro su alcuni punti fondamentali, come la presenza reale nella
Cena del Signore, la predestinazione, il battesimo dei bambini, ecc.. Se tre
contemporanei, come Lutero, Calvino e Zwingli, avendo tagliato i ponti con la
Chiesa cattolica e con la Tradizione cristiana, si trovano da subito in
disaccordo, è facile comprendere come in seguito il protestantesimo si sia frammentato
in una miriade di dottrine reciprocamente contrastanti.
Oggi del calvinismo, come del
luteranesimo, rimangono le rovine, ben visibili ad esempio in Olanda, paese in
cui la dottrina di Calvino penetrò grazie alla casa degli Orange: non è un caso
che il moralismo puritano di allora abbia lasciato spazio, oggi, a chiese
vuote, a leggi ultra-permissive sull’aborto, a matrimoni omosessuali, al
partito pedofilo legalizzato, all’eutanasia, anche sui bambini, al divorzio
flash, ai coffe-shop dove si consuma legalmente droga, ad un altissimo tasso di
suicidi, ecc..
Ecco a che cosa ha portato, nel
lungo termine, il libero esame della Bibbia, ognuno si crea un Cristo personalizzato, legalizzando aborti, ecc.. È
il libero esame che ha fatto del movimento protestante un “mostro a cento teste”,
favorendone la continua frammentazione in sette e conventicole tra loro contrapposte.
La Chiesa Cattolica pone la
Scrittura al primo posto per ogni decisione in materia di fede, e per poterla
rettamente interpretare si serve di tutto “il DEPOSITO” ereditato attraverso i
secoli, che comprende le interpretazioni che hanno dato i cristiani dei tempi
apostolici e successivi, di cui si hanno documentazione, i quali hanno
ereditato dagli apostoli la pratica e il modo corretto di intendere i concetti
del Nuovo Testamento, sotto la guida infallibile dello Spirito Santo, per
applicarli alle situazioni nuove non previste dalla Bibbia, ricordando le
parole di Gesù di Giov. 16:12 “Molte cose
ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso”.
La Chiesa rivendica perciò, sulla base della stessa Bibbia, il diritto-dovere
di spiegarla, secondo quanto gli addita lo Spirito Santo.
“E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le
Scritture ciò che si riferiva a lui” (Luca 24:27). Attenzione, Gesù non
lesse le Scritture, non consigliò di leggerle e interpretarle alla lettera, ma
le spiegò.
In Atti 20:35 apprendiamo da
Paolo che Gesù disse: “Vi è più gioia nel
dare che nel ricevere!” questa frase nei Vangeli non esiste, è chiaro
quindi che Paolo l’abbia appresa dalla Tradizione.
In 2Tim. 3:8 “Sull’esempio di Iannes e di Iambres che si
opposero a Mosè, anche costoro si oppongono alla verità: uomini dalla mente
corrotta e riprovati in materia di fede”.
Anche qui se cerchiamo in tutta
la Bibbia i nomi di questi due maghi del faraone, non li troviamo.
Evidentemente Paolo li ha appresi sempre dalla Tradizione.
Il criterio in base al quale sono
stati accolti nel canone biblico determinati libri anziché altri è stato
fondamentalmente quello della tradizione, attraverso la quale è stato possibile
individuare gli elementi che avevano fatto ritenere sacri certi libri anziché
altri.
Eppure, nonostante queste
premesse, le confessioni cristiane non cattoliche ritengono di poter decifrare
la Bibbia scartando sia il soggetto che ne ha effettuato il riconoscimento, sia
il mezzo attraverso cui tale riconoscimento è stato fatto.
Facendo questo, ognuno si ritiene
autorizzato a interpretare la Bibbia secondo il proprio modo di vedere,
stabilendo così il principio della divisione e non dell’unità a cui la Bibbia
indirizza.
Analizziamo quali sono i motivi
di questa posizione che afferma come sufficiente la “Sola Scriptura”. Si dice
che è lo stesso Nuovo Testamento a rivendicare per sé tale autorità, e vengono
addotti alcuni passi:
Atti
20:27 perché non mi sono sottratto al
compito di annunziarvi tutta la volontà di Dio.
Giuda
3 …la fede, che fu trasmessa ai
credenti una volta per tutte.
Atti
1:1 Nel mio primo libro ho già
trattato, o Teòfilo, di tutto quello che Gesù fece e insegnò dal principio
I brani sopra citati non
menzionano quali sono i libri da ritenere sacri e ispirati, e che compongano il
“tutto” a cui accennano. Infatti alla definizione di tutti i libri del N.T. si
è arrivati all’inizio del V sec. dopo
molte riflessioni e considerazioni circa
l’ammissibilità al canone di alcuni libri, tra cui Ebrei, Apocalisse, Giuda,
Giacomo, 2 Pietro, 2 e 3 lettera di Giovanni. Sorge legittima la domanda: Chi
ha garantito la completezza del messaggio divino fino a quel momento?
Ovviamente l’insegnamento orale nell’ambito della Chiesa!
Paolo in Atti 20:27 non parla di
scritti ma di annuncio orale. Atti 1:1 ovviamente non ha la pretesa di
raccontare “tutto” in senso assoluto; altrimenti escluderebbe quello che hanno
raccontato gli altri scrittori sacri, e contraddirebbe Giov. 21:25 che afferma:
“Vi sono ancora molte altre cose compiute
da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non
basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere”.
I sostenitori della “Sola
Scriptura” adducono inoltre i seguenti brani:
2Timoteo
3:16 Tutta la Scrittura infatti è ispirata
da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia,
perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.
1Corinzi
4:6 Queste cose, fratelli, le ho
applicate a modo di esempio a me e ad Apollo per vostro profitto perché
impariate nelle nostre persone a stare a ciò che è scritto….
Apocalisse
22:18 Dichiaro a chiunque ascolta le
parole profetiche di questo libro: a chi vi aggiungerà qualche cosa, Dio gli
farà cadere addosso i flagelli descritti in questo libro;
Paolo, si riferisce alle
Scritture ebraiche del Vecchio Testamento, e non a quelle del N.T. che al
momento in cui egli scriveva non avevano ricevuto ancora riconoscimento
d’ispirazione, e in ogni caso parla di “tutta la Scrittura” non di “Sola
Scriptura”. Infatti sono essenziali anche la preghiera, l’evangelizzazione e
molte altre cose.
Il brano di Apoc. 22:18 si
riferisce unicamente al libro dell’Apocalisse.
Precisiamo che la Chiesa
cattolica ha sempre escluso che si possano aggiungere o togliere parti alla
Scrittura. I tentativi di togliere, aggiungere o mettere in dubbio sono stati
molti nel corso della storia, e dobbiamo dare atto alla Chiesa di Roma che ha
difeso, custodito e mantenuto la Scrittura in quella forma con cui è stata
trasmessa attraverso i secoli e quale oggi noi la possediamo.
Ma vediamo ora un altro aspetto
della questione: vi sono diversi brani biblici che attestano la necessità di
far riferimento all’insegnamento delle persone autorizzate per la corretta
comprensione del messaggio divino.
1Timoteo
3:15 ma se dovessi tardare, voglio
che tu sappia come comportarti nella casa di Dio, che è la Chiesa del Dio
vivente, colonna e sostegno della verità.
2Pietro
1:20 Sappiate anzitutto questo:
nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione,
2Tessalonicesi
2:15 Perciò, fratelli, state saldi e
mantenete le tradizioni che avete apprese così dalla nostra parola come dalla
nostra lettera.
1Tessalonicesi
2:13 …avendo ricevuto da noi la
parola divina della predicazione, l'avete accolta non quale parola di uomini,
ma, come è veramente, quale parola di Dio, che opera in voi che credete.
2Timoteo
2:2 e le cose che hai udito da me in
presenza di molti testimoni, trasmettile a persone fidate, le quali siano in
grado di ammaestrare a loro volta anche altri.
2Timoteo
3:14 Tu però rimani saldo in quello
che hai imparato e di cui sei convinto, sapendo da chi l'hai appreso
Romani
16:17 Mi raccomando poi, fratelli, di
ben guardarvi da coloro che provocano divisioni e ostacoli contro la dottrina
che avete appreso: tenetevi lontani da loro.
A conferma di questo possiamo
trovare nella Scrittura alcuni passi in cui talune decisioni vengono rinviate a
interventi orali di cui non si hanno notizia scritta; vediamole:
1Corinzi
11:34 E se qualcuno ha fame, mangi a
casa, perché non vi raduniate a vostra condanna. Quanto alle altre cose, le
sistemerò alla mia venuta.
3Giovanni
13 Molte cose avrei da scriverti, ma
non voglio farlo con inchiostro e penna.
Nel seguente passo Paolo fa
riferimento a una lettera inviata ai Laodicesi di cui il testo scritto non ci è
pervenuto:
Colossesi
4:16 E quando questa lettera sarà
stata letta da voi, fate che venga letta anche nella Chiesa dei Laodicesi e
anche voi leggete quella inviata ai Laodicesi.
Ovviamente la Sacra Scrittura,
così come ci è stata trasmessa, rappresenta un grande dono di Dio all’umanità
che deve necessariamente essere considerata il riferimento obbligatorio per
ogni dottrina. Al tempo stesso però non deve essere un modo per togliere a Dio
la possibilità di parlare al suo popolo facendo capire a tempo debito la verità.
Gesù stesso affermò in Giov. 14:26 “Ma il
Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli
v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”.
Questa esplicitazione compete
agli apostoli o alle persone da essi autorizzate, le quali possono garantire un
sicuro carisma di assistenza dello Spirito Santo.
Atti 15:22 Allora gli apostoli, gli anziani e tutta la Chiesa
decisero di eleggere alcuni di loro e di inviarli ad Antiochia insieme a Paolo
e Barnaba: Giuda chiamato Barsabba e Sila, uomini tenuti in grande
considerazione tra i fratelli.
Atti 15:23 E consegnarono loro la seguente lettera: «Gli
apostoli e gli anziani ai fratelli di Antiochia, di Siria e di Cilicia che
provengono dai pagani, salute!
Atti 15:24 Abbiamo saputo che alcuni da parte nostra, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti
a turbarvi con i loro discorsi sconvolgendo i vostri animi.
Atti 15:25 Abbiamo perciò deciso
tutti d'accordo di eleggere alcune persone e inviarle a voi
insieme ai nostri carissimi Barnaba e Paolo,
Si noti che le persone accusate
di aver turbato gli animi sono definite “alcuni
da parte nostra”; quindi sono dei credenti, appartenenti alla cerchia dei
primi cristiani: però hanno interpretato le cose senza consultarsi con le
persone preposte per definire le questioni. In altre parole non erano stati
autorizzati.
Ricordiamo anche che quando
fossero sorte contese tra credenti il termine finale di ogni contenzioso
sarebbe stato la decisione della chiesa riunita (Mat. 18:15-18).
Ogni volta che sono sorte delle
questioni dottrinali, e ne sono sorte molte, la chiesa riunita in Concilio ha
dato delle definizioni, chiare e vincolanti per tutti, consapevole che le
decisioni sono ispirate dallo Spirito Santo. Questo è l’unico parametro per i
credenti di tutti i luoghi e di tutti i tempi, additato dalla Scrittura, se
vogliamo ritrovare l’unità che rende credibile Cristo nel mondo.
PROBLEMI CON LA
DOTTRINA DELLA SOLA SCRIPTURA
È UNA DOTTRINA BASATA SU DEI
FALSI PRESUPPOSTI. Un presupposto è qualcosa che diamo per scontato fin
dall'inizio, anche in modo inconsapevole. Fintanto che un presupposto è valido,
tutto va bene; ma un falso presupposto conduce a false conclusioni.
I protestanti che hanno voglia di
valutare onestamente lo stato attuale del mondo protestante, devono chiedersi
perché, se il protestantesimo e il suo insegnamento della Sola Scriptura
vengono da Dio, ha dato per risultato migliaia di gruppi diversi che non
riescono a essere d'accordo sugli aspetti basilari di quanto la Bibbia dice, o
persino su che cosa mai significhi essere cristiano? Perché (se la Bibbia è
sufficiente) un battista, un testimone di Geova, un pentecostale e un avventista
possono tutti sostenere di credere a quello che la Bibbia dice, eppure non
riuscire a essere d'accordo su cosa sia quello che la Bibbia dice?
Sfortunatamente, la maggior parte
dei protestanti è disposta a dare la colpa di questo triste stato di cose a
qualunque causa, tranne al problema di fondo. L'idea della Sola Scriptura è così
fondamentale per il protestantesimo, che per esso metterla in discussione è
pari a negare Dio, ma come disse il nostro Signore, "ogni albero buono produce frutti buoni; ma l'albero cattivo produce
frutti cattivi" (Mat. 7:17). Se giudichiamo la Sola Scriptura dal suo
frutto, non ci resta altra conclusione che questo albero deve essere "tagliato, e gettato nel fuoco" (Mat.
7:19).
FALSO PRESUPPOSTO # 1:
La Bibbia doveva essere l'ultima
parola sulla fede.
a) Un falso presupposto della
dottrina della Sola Scriptura è che la Bibbia abbia in sé tutto quanto è
necessario per la pratica, il culto e la vita del cristiano.
Il passo scritturale più usualmente
citato per sostenere questa idea è:
2Timoteo 3:15 e che fin dall'infanzia conosci le sacre Scritture:
queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene per mezzo della fede
in Cristo Gesù.
2Timoteo 3:16 Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile
per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, perché l'uomo
di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.
Coloro che vogliono usare questo
passo per suffragare la Sola Scriptura argomentano che, se le Sacre Scritture
sono in grado di rendere perfetto l'uomo di Dio, allora non c'è bisogno della
tradizione.
Possiamo essere sicuri che Paolo
non si riferisca al Nuovo Testamento, poiché il Nuovo Testamento non era ancora
stato scritto quando Timoteo era un bambino. Ovviamente qui Paolo sta parlando
dell'Antico Testamento; così, se il passo deve essere usato per fissare i
limiti di ciò che è ispirato, non ne verrebbe esclusa solo la Tradizione, ma
l'intero Nuovo Testamento.
In secondo luogo, se Paolo
intendeva escludere la tradizione, allora dovremmo chiederci perché usa la tradizione
in questo stesso capitolo. I nomi Iannes e Iambres non si trovano nell'Antico
Testamento, eppure in 2Tim. 3:8 Paolo riferisce che si opposero a Mosè. Paolo
sta traendo dalla tradizione orale i nomi di due maghi egiziani del racconto
dell'Esodo. E questa non è l'unica volta in cui una fonte non-biblica è usata
nel Nuovo Testamento (Giuda 1:14,15 cita Enoch 1:9 Profetò anche per loro Enoch, settimo
dopo Adamo, dicendo…).
b) Qual era il proposito degli
scritti del Nuovo Testamento?
Nell’Antico Testamento il culto
del popolo di Israele è descritto in maniera dettagliata (anche se non del
tutto esaustiva), mentre nel Nuovo Testamento vi sono solo pochi cenni al culto
dei primi cristiani. Perché? Certamente non perché mancassero di regole.
I cristiani nel Nuovo Testamento
avevano un culto liturgico analogo a quello dei loro antenati: osservavano le
ore di preghiera (Atti 3:1); partecipavano al culto del tempio (Atti 2:46: 3:1;
21:26); e nelle sinagoghe (Atti 18:4).
Dobbiamo anche notare che il
Nuovo Testamento non ha come scopo primario l’istruzione dottrinale completa, e
non vi si trova una teologia sistematica. Se tutto ciò di cui abbiamo bisogno
come cristiani è la Bibbia da sola, perché non vi si trova qualche
dichiarazione dottrinale completa? Immaginate quanto facilmente tutte le varie
controversie si sarebbero risolte se la Bibbia avesse dato una risposta chiara
alle domande dottrinali. Ma queste cose non si trovano tra i libri della Bibbia.
Che nessuno fraintenda il
ragionamento che stiamo facendo: niente di quanto diciamo è inteso a
minimizzare l’importanza delle Sacre Scritture! Il fatto è che la Bibbia non
contiene in sé un insegnamento su ogni cosa. Inoltre, la Chiesa che ci ha tramandato
le Sacre Scritture e le ha conservate, è la stessa Chiesa dalla quale abbiamo
ricevuto i nostri modelli di culto. Se mettiamo in discussione questa fedeltà
della Chiesa nel conservare il culto apostolico, allora dobbiamo mettere anche
in discussione la sua fedeltà nel conservare le Scritture.
c) La Bibbia, è davvero
"sufficiente a tutto" per i protestanti?
I protestanti sostengono di
credere "soltanto alla Bibbia", ma quando uno esamina il loro uso della
Bibbia sorgono un certo numero di domande. Per esempio, perché i protestanti
scrivono tanti libri di dottrina e di vita cristiana, se in verità tutto ciò
che è necessario è la Bibbia? Se la Bibbia è sufficiente da sola, allora perché
i protestanti non si limitano a distribuire Bibbie?
E se è "sufficiente a
tutto", perché non produce risultati coerenti, vale a dire, perché i
protestanti non credono tutti le stesse cose? Perché distribuiscono trattati e
altro materiale? Perché, in fin dei conti, insegnano o predicano, e non si
limitano a leggere la Bibbia alla gente? La risposta è questa: anche se non
sono disposti ad ammetterlo, i protestanti sanno istintivamente che la Bibbia
non può essere compresa da sola. E di fatto ogni denominazione protestante ha
il suo corpo di tradizioni, anche se non viene chiamato così.
Non è un caso che tutti i
testimoni di Geova credono le stesse cose, e che le ADI credono le stesse cose,
ma i testimoni di Geova non credono le stesse cose delle ADI. Né i testimoni di
Geova né le ADI giungono individualmente alle loro conclusioni partendo da uno
studio indipendente della Bibbia; piuttosto, a tutti i membri di ciascun gruppo
viene insegnato a credere in un certo modo, partendo da una tradizione comune.
Così la questione non è realmente
se crediamo solo alla Bibbia o se usiamo anche la tradizione. La vera questione
è: quale tradizione usiamo per interpretare la Bibbia? A quale tradizione
possiamo dare fiducia: alla tradizione apostolica della Chiesa Cattolica, o
alle tradizioni confuse, e moderne, del protestantesimo, che non hanno radici
al di là dell’avvento della riforma protestante?
FALSO PRESUPPOSTO # 2:
Tra gli evangelici troverete che
la parola "tradizione" è un termine negativo, ed etichettare qualcosa
come una "tradizione" è equivalente a dire che "non è biblico".
Secondo il modo in cui i protestanti leggono il Nuovo Testamento, per loro la
Bibbia condanna decisamente la tradizione come qualcosa di opposto alla
Scrittura. La loro tipica immagine dei primi cristiani è che essi erano molto
simili agli evangelici di oggi! Il fatto che i cristiani del primo secolo
avessero un culto liturgico, o che aderissero a qualche tradizione, è
inconcepibile: solo più tardi, "quando la Chiesa divenne corrotta", essi
pensano che tali cose siano entrate nella Chiesa.
È un brutto colpo per tali
protestanti mettersi a studiare la Chiesa primitiva e gli scritti dei primi
Padri, e iniziare a vedere un quadro nettamente diverso da quello che si è
sempre stati portati a considerare. Si troverebbe, per esempio, che i primi
cristiani non portavano con sé le proprie Bibbie ogni domenica per uno studio
biblico. Invece, le copie delle Scritture erano custodite da persone preposte
della Chiesa, o tenute nel luogo in cui la Chiesa si riuniva per il culto.
Ciò non significa che i primi
cristiani non studiassero le Scritture: lo facevano con zelo, ma come gruppo,
non individualmente. E per buona parte del primo secolo, i cristiani avevano
solo la Tradizione orale tramandata dagli Apostoli.
Questa dipendenza dalla
tradizione è evidente negli scritti stessi del Nuovo Testamento. Per esempio,
San Paolo esorta i tessalonicesi: Perciò,
fratelli, state saldi e ritenete le tradizioni che avete imparato tramite la parola
[cioè, la tradizione orale] o la nostra
epistola (2Tess. 2:15).
La parola qui tradotta con
"tradizione" è la parola greca paradoseis:
anche se viene tradotta in modo differente in certe versioni protestanti, è la
stessa parola che gli ortodossi greci usano quando parlano della Tradizione. La
parola significa letteralmente "ciò che è trasmesso". È la stessa
parola usata quando ci si riferisce in negativo ai falsi insegnamenti dei
farisei (Mar. 7:3,5,8), e anche quando ci si riferisce all’insegnamento
cristiano autorevole (vedi anche 1Cor. 11:2):
Vi lodo poi perché in ogni cosa vi ricordate di me e
conservate le tradizioni
così come ve le ho trasmesse.
E dunque, che cos'è che rende
falsa la tradizione dei farisei, e vera quella della Chiesa? La fonte! Cristo
disse chiaramente qual era la fonte delle tradizioni dei farisei quando parlò
di "tradizione degli uomini"
(Mar. 7:8) e condannò la tradizione corrotta. San Paolo, d'altra parte,
riferendosi alla Tradizione cristiana dichiara, "vi lodo, fratelli, perché vi ricordate di tutte le cose che provengono
da me, e perché ritenete le tradizioni [paradoseis]
come ve le ho trasmesse [paredōka]" (1Cor. 11:2). Ma dove ricevette queste
tradizioni? "Ho ricevuto dal Signore
ciò che vi ho anche trasmesso [paredōka]"
(1Cor. 11:23).
È a questo che si riferisce la
Chiesa quando parla della Tradizione Apostolica: "la fede che è stata trasmessa [paradotheisē]
una volta per sempre ai santi"
(Giuda 3). La sua fonte è Cristo, e fu consegnata personalmente da lui agli
Apostoli, cosa che se fosse scritta tutta, "non basterebbe il mondo intero a contenere tutti i libri che si
potrebbero scrivere" (Giov. 21:25). Gli apostoli consegnarono questa
conoscenza alla Chiesa, e la Chiesa, essendo la custode di questo tesoro,
divenne così "colonna e sostegno
della verità" (1Tim. 3:15).
La testimonianza del Nuovo
Testamento è chiara su questo punto: i primi cristiani avevano tradizioni sia
orali che scritte, che avevano ricevuto da Cristo attraverso gli apostoli. Per
tradizione scritta essi avevano all'inizio solo dei frammenti: una chiesa
locale aveva un’epistola, un’altra un vangelo. Gradualmente questi scritti furono
messi assieme in raccolte, e alla fine divennero il Nuovo Testamento. E com’è
che questi primi cristiani sapevano quali libri erano autentici e quali non lo
erano - dato che c’erano numerose epistole e vangeli spurii che gli eretici
sostenevano essere stati scritti dagli apostoli? Fu la Tradizione apostolica
orale che aiutò la Chiesa a compiere questa scelta.
Ma noi come possiamo sapere che
la Chiesa ha conservato la Tradizione apostolica nella sua purezza? La risposta
è che Dio ha conservato la Tradizione nella Chiesa perché aveva promesso di
farlo. Cristo disse che avrebbe edificato la sua Chiesa e che le porte degli
inferi non avrebbero prevalso su di essa (Mat. 16:18). Cristo stesso è il capo
della Chiesa (Efes. 4:16), e la Chiesa è il suo Corpo (Efes. 1:22,23). Se la
Chiesa avesse perso la Tradizione Apostolica, allora la Verità avrebbe dovuto
cessare di essere la Verità.
La concezione comune che hanno i
protestanti della storia della Chiesa, e cioè che la Chiesa sia caduta
nell’apostasia dal tempo di Costantino fino alla Riforma, certamente rende
privi di significato questi e molti altri passi delle Scritture. Se la Chiesa
ha cessato di essere, anche per un solo giorno, allora le porte degli inferi
hanno prevalso in quel giorno su di essa. E se così fosse, quando Cristo ha
descritto la crescita della Chiesa nella sua parabola del seme di senapa (Mat.
13:31,32), avrebbe parlato di una pianta che dopo una crescita iniziale veniva
calpestata, e di un nuovo seme germogliato al suo posto: al contrario, usò
l’immagine di un seme di senapa che all’inizio è piccolo, ma cresce fino a
diventare il più grande degli alberi.
Quanto a quelli che pensano vi
sia stato qualche gruppo di veri credenti protestanti vissuto in qualche
caverna per un migliaio di anni, dove sono le prove? Vi furono scismatici ed
eretici che si staccarono dalla Chiesa nel periodo del Nuovo Testamento, e ve
ne sono stati fin da allora una continua scorta, poiché come dice l’Apostolo,
"è necessario che ci siano tra voi
anche delle eresie, perché quelli che sono approvati siano riconosciuti tali in
mezzo a voi" (1Cor. 11:19).
FALSO PRESUPPOSTO # 3:
Chiunque può interpretare da sé
le Scritture senza l'aiuto della Chiesa.
Questa è essenzialmente
l’opinione che persisteva quando i riformatori sostennero per la prima volta la
dottrina della Sola Scriptura. La linea di ragionamento era essenzialmente che
il significato della Scrittura è abbastanza chiaro perché chiunque possa
capirlo semplicemente leggendola da sé; in tal modo rigettarono l’idea di aver bisogno
dell’aiuto della Chiesa.
Abbiamo visto quante sette sono
nate!
LA DOTTRINA DEL SOLA SCRIPTURA È CONTRADDITTORIA
Ci si aspetterebbe che i
protestanti possano portare decine di testi-prova dalle Scritture per sostenere
questa dottrina, o almeno due o tre testi solidi che insegnino chiaramente
questa dottrina, dato che le stesse Scritture dicono, "Ogni parola sarà confermata dalla bocca di
due o tre testimoni" (2Cor. 13:1). Eppure, come il bambino della fiaba
che dovette far notare che il re non aveva vestiti addosso, non esiste in tutta
la Sacra Scrittura un singolo verso che insegni la dottrina della Sola
Scriptura.
Il grido di battaglia della
Riforma era il Sola Scriptura: la nostra autorità è solo la Bibbia, e non
il Papa, non i concili della Chiesa né la sua Tradizione. Domanda: dov'è che la
Bibbia insegna che la nostra autorità è solo la Bibbia?
Ci sono innumerevoli passi nella
Bibbia che parlano della sua ispirazione, della sua autorità e della sua
utilità: ma non esiste un passo biblico che insegni che solo la Scrittura abbia
autorità per i credenti. Così il più basilare insegnamento del Protestantesimo
si autodistrugge, in quanto contrario a se stesso. Ma non solo la dottrina
protestante del Sola Scriptura non è insegnata nelle Scritture: di fatto, è
specificamente contraddetta dalle Scritture (che abbiamo discusso sopra), le
quali insegnano che anche la Santa Tradizione è normativa per i Cristiani (2Tess.
2:15; 1Cor. 11:2).
METODI INTERPRETATIVI
PROTESTANTI CHE NON FUNZIONANO
Nel corso della stessa vita di
Martin Lutero erano sorti decine di gruppi in competizione, tutti che
pretendevano di "credere solo alla Bibbia", ma nessuno dei quali era
d’accordo su quanto la Bibbia diceva. Lutero si era presentato alla Dieta di
Worms dicendo che, a meno di non essere persuaso dalla Scrittura, o dalla semplice
ragione, non avrebbe ritrattato alcun suo insegnamento; tuttavia, quando in
seguito gli anabattisti, che erano in disaccordo con i luterani su un certo numero
di punti, i luterani li massacrarono a migliaia: tanto valeva la retorica del
diritto di una persona a leggere da sé le Scritture.
Nonostante gli ovvii problemi che
la rapida frammentazione del Protestantesimo presentava alla dottrina della
Sola Scriptura, per non voler ammettere di aver sbagliato, i protestanti
conclusero invece che il vero problema doveva essere che quelli in disaccordo
con loro, in altre parole tutte le sette al di fuori della propria, dovevano
leggere la Bibbia in modo non corretto. E così è stato proposto un certo numero
di metodi come soluzioni a questo problema.
METODO # 1
Interpreta la Bibbia
letteralmente, e il significato sarà chiaro.
Questo fu il primo metodo usato
dai riformatori, anche se ben presto essi giunsero a capire che era una
soluzione insufficiente ai problemi presentati dalla dottrina del Sola
Scriptura. Anche se si trattò di un fallimento, questo approccio è ancora
quello che si trova più comunemente tra i fondamentalisti evangelici. Ma quando
si giunge a testi scritturali con cui i protestanti generalmente non sono
d'accordo, come quando Cristo diede agli Apostoli il potere di perdonare i
peccati (Giov. 20:23), o quando disse dell'Eucaristia "questo è il mio
corpo... questo è il mio sangue" (Mat. 26:26,28), o quando Paolo insegnò
che le donne dovevano coprirsi il capo in chiesa (1Cor. 11:1-16), allora tutto
di un tratto questi versi non sono letterali.
METODO # 2
Lo Spirito Santo fornisce la
corretta interpretazione.
Di fronte ai numerosi gruppi
sorti sotto la bandiera della Riforma, che non potevano andare d’accordo nelle
loro interpretazioni delle Scritture, la seconda soluzione al problema fu
l’asserzione che lo Spirito Santo avrebbe guidato il pio protestante a
interpretare rettamente le Scritture. Naturalmente, chiunque dissentiva da te
non poteva essere guidato dallo stesso Spirito. Il risultato fu che tutti i
gruppi protestanti scomunicavano quelli che differivano da loro.
Con l’accatastarsi di sempre
nuove denominazioni divenne sempre più difficile per ciascuna di esse dire di
essere la sola ad avere rettamente compreso le Scritture, anche se ve ne sono
ancora alcune che lo fanno. È divenuto sempre più comune per ogni gruppo
protestante minimizzare le differenze tra le denominazioni e concludere
semplicemente che tali differenze "non contano".
METODO # 3
Lasciate che i passi chiari
interpretino quelli oscuri.
Questa dev’essere sembrata la
soluzione perfetta al problema di come interpretare la Bibbia da se stessa:
lasciate che i passi che si comprendono facilmente "interpretino"
quelli che non sono chiari. La logica di questo metodo è semplice: anche se un
passo può affermare una verità in modo oscuro, sicuramente la stessa verità
sarà affermata chiaramente in qualche altro punto della Scrittura. Non si dovrà
far altro che usare questi "passi chiari" come chiave, e si
dischiuderà il significato dei "passi oscuri". In altre parole: la
Scrittura interpreta la Scrittura.
Per quanto promettente possa
sembrare questo metodo, si è rivelato inutile al problema del caos e delle
divisioni dei protestanti. Il punto in cui questo approccio viene a cadere è la
determinazione di quali passi siano "chiari" e quali siano
"oscuri". I battisti, che credono che sia impossibile che un
cristiano perda la propria salvezza una volta "salvato", vedono un
numero di passi che, a loro detta, insegnano piuttosto chiaramente la loro
dottrina della "eterna sicurezza" (vedi Rom. 11:29; Giov. 10:27,28).
Ma quando i battisti incappano in versi che sembrano insegnare che la salvezza
può essere perduta (vedi Ezech. 33:12), allora usano i passi per loro
"chiari" per risolvere i passi "oscuri". Altri, che
ritengono che i credenti possano perdere la salvezza se voltano le spalle a
Dio, non trovano in questi passi alcuna oscurità, e al contrario, vedono i
summenzionati "testi-prova" dei battisti alla luce dei passi che essi
ritengono "chiari". E così gli uni e gli altri si scagliano addosso a
vicenda versetti della Bibbia, meravigliandosi entrambi che gli altri non
riescano a "vedere" ciò che a loro sembra così "chiaro".
METODO # 4
Esegesi storico-critica
Annegando in un mare di opinioni
soggettive e di divisioni, i protestanti iniziarono a cercare un qualsiasi
metodo intellettuale dotato di una foglia di fico di obiettività. Con il
passare del tempo e il moltiplicarsi delle divisioni, la scienza e la ragione
divennero sempre più la base sulla quale i teologi protestanti speravano di trovare
coerenza nelle loro interpretazioni bibliche. Questo approccio
"scientifico", che si è sviluppato tra gli studiosi protestanti, per
poi arrivare perfino tra gli studiosi cattolici romani dopo il Vaticano II, è
chiamato "esegesi storico-critica".
Gli studiosi protestanti
iniziarono ad applicare la filosofia e la metodologia delle scienze alla
teologia e alla Bibbia. Dai tempi dell’illuminismo, gli studiosi protestanti
hanno analizzato ogni aspetto della Bibbia: la sua storia, i suoi manoscritti,
i linguaggi biblici, ecc. Come se le Sacre Scritture fossero state un sito
archeologico, questi studiosi tentarono di analizzare ogni frammento e osso con
i metodi migliori e più recenti che la scienza aveva da offrire.
Per essere onesti, bisogna
ammettere che tale ricerca ha prodotto molte conoscenze utili. Sfortunatamente
questa metodologia ha anche prodotto molti sbagli, ma è stata presentata con
una tale aura di obiettività scientifica da incantare molti.
Se l’esegesi protestante fosse
davvero "scientifica", così come si presenta, i suoi risultati
mostrerebbero coerenza. Cosa troviamo, quando esaminiamo lo stato corrente
degli studi biblici protestanti? Troviamo che sono state prodotte tutta una
serie di nuove teologie, ma nessuna, per approccio e metodo, è in accordo con
una delle altre.
In altre parole, potresti
arrivare a qualsiasi conclusione che ti piaccia in un giorno particolare su una
questione particolare, e potrai trovare un accademico che ti asseconderà.
Questa non è certamente scienza nello stesso senso della matematica o della
chimica! Di fatto è una pseudo-scienza, che nasconde una varietà di prospettive
teologiche e filosofiche in competizione.
Gli studiosi protestanti scelgono
selettivamente i "fatti" e le "prove" che si adattano al
loro programma, e quindi procedono, con conclusioni essenzialmente
predeterminate dai loro assunti di base, ad applicare i loro metodi alle Sacre
Scritture.
Poiché le università moderne non
elargiscono dottorati a coloro che si limitano a tramandare la Verità, questi
studiosi cercano di sopraffarsi a vicenda ideando nuove teorie. Questa è
l’essenza stessa dell’eresia: novità, arroganti opinioni personali, e
auto-inganno partendo dalla falsità che la Tradizione, invece, non va presa in
considerazione.
I biblisti, alla fin fine,
perdono tutti la fede, perché quando pensano di ridurre la rivelazione a un
testo, sbagliano, perché il testo lo scrivono gli uomini mentre il Logos viene
da Dio.
IL METODO CATTOLICO ALLA VERITA'
L’errore non viene mai presentato
nella sua nuda deformità, per non essere subito scoperto. Ma è rivestito ad
arte in vesti eleganti, così da renderlo nella sua forma esteriore agli occhi
dell’inesperto, più vero della verità stessa.
Il metodo cattolico alle
Scritture non è basato sulla ricerca "scientifica" nelle Sacre
Scritture. La sua pretesa di comprendere le Scritture non risiede nel possesso
di chissà quali dati archeologici, ma piuttosto nella sua relazione unica con
l’Autore delle Scritture. La Chiesa è il corpo di Cristo, colonna e fondamento
della Verità, ed è sia il mezzo tramite il quale Dio ha dato le Scritture
(attraverso i suoi membri), sia il mezzo tramite il quale Dio le ha conservate.
La domanda che i protestanti pongono
a questo punto è: chi ci dice che la tradizione cattolica sia quella corretta,
o persino che esista una tradizione corretta? In primo luogo, i protestanti
hanno bisogno di studiare la storia della Chiesa. Vi troveranno che esiste una
sola Chiesa. Il Credo di Nicea lo puntualizza chiaramente:, "Credo nella Chiesa,
una santa cattolica e apostolica".
Questa dichiarazione, non fu mai
interpretata nel senso di qualche confusa, pluralistica "chiesa"
invisibile che non riesce ad andare dottrinalmente d'accordo in nulla. I
concili che canonizzarono il Credo (così come le Scritture) lanciarono anche
anatemi contro coloro che erano al di fuori della Chiesa, gli eretici. Questi venivano
esclusi dalla comunione della Chiesa fino al loro rientro. Anche unirsi nella
preghiera con coloro che sono al di fuori della Chiesa era proibito.
A differenza dei protestanti, che
trattano come eroi coloro che si staccano da un gruppo per formarne uno
proprio, nella Chiesa primitiva questo era considerato un peccato dei più
condannabili. Come avvertiva Sant’Ignazio di Antiochia [un discepolo
dell’Apostolo Giovanni],
"Non ingannatevi, fratelli, nessuno di quanti
seguono altri in uno scisma erediterà il Regno di Dio, nessuno di quanti
seguono dottrine eretiche è dalla parte della passione"
[Lettera agli abitanti di Filadelfia, 5:3].
Solo una di queste due
dichiarazioni può essere vera: o (1) non esiste alcuna corretta Tradizione e le
porte dell’inferno hanno prevalso sulla Chiesa, e perciò i Vangeli sono in
errore; o (2) la Chiesa cattolica è la Chiesa fondata da Cristo e ha mantenuto
fedelmente la Tradizione apostolica.
La maggior parte dei protestanti,
siccome la loro base teologica della Sola Scriptura può produrre solo disunione
e litigi, ha abbandonato da tempo l’idea dell’unità cristiana, e ha considerato
come ipotesi ridicola l’esistenza di un’unica Fede. Trovandosi privi di una
vera unità si sono sforzati di crearne una falsa, sviluppando la filosofia
relativistica dell’ecumenismo più spicciolo, in cui la sola
fede da condannare è quella che
avanza pretese esclusive alla Verità.
La Chiesa è una poiché è il Corpo
di Cristo, ed è un’impossibilità ontologica che si possa dividere. La Chiesa è
una, così come Cristo e il Padre sono uno. La nostra fede nell’unità della
Chiesa ha due aspetti: è una unità al tempo stesso storica e presente, ciò
significa che quando gli apostoli, per esempio, lasciarono questa vita, non
lasciarono la Chiesa. Essi sono parte della Chiesa ora, tanto quanto lo erano
quando vi erano presenti nella carne. Quando si celebra l’Eucaristia in
qualsiasi Chiesa locale, non la si celebra da soli, ma con l’intera Chiesa, sia
in terra che in cielo (Comunione dei Santi). Così, la Chiesa cattolica non ha
come insegnanti solo quelle persone che Dio ci ha messo accanto nella carne, ma
tutti gli insegnanti della Chiesa in cielo e in terra. Oggi si è alla scuola dei
Padri della Chiesa allo stesso modo che a quella del proprio vescovo. Tutto ciò
fa sì che l’approccio alla Scrittura non è di interpretazione privata (2Piet.
1:20 Sappiate
anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione),
ma come Chiesa.
La Sacra Scrittura, a causa della
sua profondità, è interpretata in modo differente da persone differenti, quasi
che vi siano tante interpretazioni quanti sono gli uomini. Da qui la necessità
di tramandare fedelmente la tradizione che abbiamo ricevuto. Ecco perché,
quando Sant’Agostino spiega come si dovrebbero interpretare le Scritture [La Dottrina Cristiana, Libri I-IV],
passa più tempo a parlare del tipo di persona che ci vuole per studiare la
Scrittura, che sulla conoscenza intellettuale che questa persona dovrebbe
possedere, e dice:
1. Uno che ama Dio con tutto il
suo cuore, e che è privo di orgoglio,
2. Che è motivato alla ricerca
della conoscenza della volontà di Dio da fede e riverenza, piuttosto che da
orgoglio o avidità,
3. Che ha un cuore soggiogato
dalla pietà, una mente purificata, e morta al mondo; e che non teme gli uomini,
né cerca di compiacerli,
4. Che non cerca altro che
conoscenza e unione con Cristo,
5. Che ha fame e sete di
giustizia,
6. E che si adopera con diligenza
in opere di misericordia e di amore.
Con requisiti così alti, dovremmo
tanto più umilmente appoggiarci alla guida dei santi Padri che hanno
evidenziato tali virtù, e non pensare di essere più capaci di loro nell’interpretazione
della Santa Parola di Dio.
I protestanti sono degli
arroganti che pensano di essere qualificati a trascurare o ignorare del tutto
due millenni di insegnamento cristiano. Forse una laurea offre una sapienza dei
misteri di Dio superiore a quella di milioni di fedeli che servirono Dio con
fede, sopportando torture e martiri, derisione e prigioni, per la fede? Il
cristianesimo si apprende nella tranquillità dello studio personale, o portando
la croce sulla quale si sarà uccisi? L’arroganza sta in quanti, senza prendere
neppure il tempo di imparare che cosa sia davvero la Santa Tradizione, decidono
di saperne di più.
Dobbiamo leggere la Bibbia; è la
santa Parola di Dio. Ma per comprendere il suo messaggio, sediamoci umilmente
ai piedi dei santi che si sono mostrati "Facitori della Parola e non uditori soltanto" (Giac. 1:22), e
sono stati provati nelle loro vite come degni interpreti delle Scritture.
Andiamo da coloro che conobbero gli apostoli, come i Santi Ignazio di Antiochia
e Policarpo, se abbiamo una domanda sugli scritti degli Apostoli. Ascoltiamo
dalla Chiesa, e non cadiamo nell'arroganza dell'auto-interpretazione.
Il pilastro su cui i protestanti basano la loro rivolta contro Roma è
crollato. Cosa implica questo? La Bibbia non dichiara esplicitamente di
essere la sola autorità del cristiano. Il Sola Scriptura è
essenzialmente il credo storico dei riformati, contro la posizione cattolica
che l'autorità sia costituita dalla Bibbia e dalla Chiesa e dalla Tradizione.
Per i protestanti questo è un presupposto teologico, un punto di partenza,
non una conclusione provata.
Non è paradossale? Insistono a
dire che i cristiani possono credere solo a quello che insegna la Bibbia,
ma la Bibbia non dichiara di essere la sola autorità.
La Bibbia dice, nella Prima
lettera a Timoteo 3:15, che la Chiesa è la colonna e il fondamento della
verità. Quale Chiesa?
Ricordati: dovrai affrontare
Cristo nel giorno del Giudizio e dovrai essere in grado spiegargli perché hai
creduto quello che hai creduto e perché hai insegnato quello che hai insegnato.
Questa decisione deve farti mettere in ginocchio.
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