Testo Masoretico


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Indice

Introduzione generale
La Masorah del Codice Leningrado (L)
Come funziona la Masorah Parva
Note della Masorah Parva con numeri in apice
I segni Qere/Ketiv nella Masorah
Storia della Masorah
Terminologia masoretica nel Talmud
L’inizio del periodo masoretico
Masoreti
La famiglia Ben Asher
La famiglia Ben Naftali
Trattati masoretici indipendenti
La fine dell’era masoretica
Continuazione del lavoro sulla Masorah
I più importanti manoscritti dei masoreti
Tradizioni degli scribi
Ortografia
Altre irregolarità non ortografiche
Pagine di manoscritti vari
Esempi di segni masoretici extra (puntuazione straordinaria)
Studi sui testi
Gli emendamenti dei Soferim
Testo Masoretico, LXX, Pentateuco Samaritano




Introduzione generale

Prima di addentrarci nella storia e nell'uso della Masorah ebraica e dei Masoreti che l'hanno creata, abbiamo bisogno di conoscere alcuni termini e problematiche. La parola "masorah" deriva dall’ebraico מסר, "trasmettere, consegnare". La parola מָסּוֹרֶת, māssôret significa "catena di tradizioni", "ciò che viene trasmesso da una generazione all'altra". Quindi, la Masorah ebraica è l'ultima registrazione scritta degli scribi, che hanno annotato vari aspetti del testo così come l'avevano ricevuto, e come doveva essere copiato e trasmesso alla generazione successiva.
       Quindi, la Masorah è essenzialmente l'elenco delle note del testo ebraico custodite dagli scribi per via orale e poi scritte, a partire dal 600 dC e oltre. Non sono stati gli scribi di quell’epoca a creare le note, ma essi hanno messo per iscritto quelle tradizioni che erano state per lungo tempo trasmesse oralmente dagli scribi incaricati della trasmissione delle Scritture. Queste note furono aggiunte in margine al Tanak (Vecchio Testamento), dopo che il Tanak fu messo in "libro" o in forma di codice. Queste note trattano di varie questioni testuali, di ortografia, frasi strane, e in genere di quelle cose che potrebbero dar luogo a una "correzione" che, di fatto, introdurrebbe un errore nel manoscritto. Essi hanno anche cercato di standardizzare il testo, e quindi di renderlo utilizzabile per la lettura pubblica nella sinagoga.
       Lo scopo ovvio della Masorah era aiutare gli scribi a mantenere la massima accuratezza nella trasmissione del testo biblico, e far vedere che il testo era passato alla generazione successiva esattamente nella stessa forma in cui era stato ricevuto. Per l'esegeta della Bibbia, queste note possono essere preziose nel determinare la storia del testo e la corretta comprensione delle sue varie parti. Anche se spesso le note masoretiche trattano di minuzie che possono avere relativamente poca importanza per l'esegesi, come vedremo, in alcuni casi esse sono di molto aiuto per comprendere e interpretare il testo sacro.
       In secondo luogo, dovremmo capire che in realtà non possiamo parlare "della Masorah". Né il termine "testo masoretico" è del tutto preciso. Questo perché non c'è una sola Masorah, ma molte, e il testo biblico prodotto dagli scribi del periodo masoretico non è affatto monolitico. Mi affretto a notare che questa diversità è nella maggior parte dei casi in piccoli dettagli (spesso in materia di ortografia e accenti), ma non sempre. Lo studio della Masorah evidenzia subito il fatto che quello che può sembrare il dettaglio più insignificante per il lettore moderno, era invece una questione di grande preoccupazione per gli scribi. Eppure, nonostante il fatto che le minuzie spesso costituiscano il carattere distintivo di una tradizione di scribi, è chiaro che c'era più di un testo che circolava e veniva copiato durante l'era masoretica. Perciò, è tecnicamente improprio riferirsi al "testo masoretico" come se fosse un testo monolitico. Nella realtà, non è così.



Affinché un rotolo sia adatto alla lettura pubblica, deve contenere solo il testo sacro (sebbene ci siano alcuni segni messi sulle lettere). Pertanto, i rotoli della sinagoga non hanno le vocali né le note masoretiche. Questi sono stati aggiunti al testo biblico solo per la Bibbia ad uso personale e di studio, e in particolare quando la forma di libro (o codice) è diventata prevalente.

Le masorot riflettono la scuola degli scribi che hanno prodotto il manoscritto. In quanto tali, le varie masorot non sono del tutto concordi, e in alcuni casi sono abbastanza divergenti.


Allora, come è stato che gli studiosi si sono riferiti al "testo masoretico" (abbreviato in TM)? È stato il risultato della pubblicazione in tempi moderni della Bibbia ebraica. Attraverso la scelta di un manoscritto principale che servisse da base per le edizioni moderne, fu facile chiamare quel testo "il testo masoretico", quando in realtà era solo una rappresentanza del lavoro dei Masoreti (anche se era considerato il lavoro della maggioranza e rappresentativo del tutto).
       In terzo luogo, dobbiamo ricordare che ci sono stati dei fattori che hanno determinato la necessità di una standardizzazione del testo ebraico, e questi fattori hanno avuto una certa influenza sul modo in cui il processo di standardizzazione è avvenuto. C'è stata la fine dell'ebraico come lingua viva e parlata all'interno delle comunità. L'ebraico era relegato alla sinagoga e considerato il linguaggio degli eventi sacri. Mentre sicuramente c'erano quelli che avevano mantenuto l'ebraico come lingua comune, la stragrande maggioranza delle persone aveva la lingua della loro regione come lingua materna, o parlava una combinazione di ebraico e lingua locale (ad esempio, Yiddish e Ladino). Pertanto, la rappresentazione grafica delle vocali e degli accenti, che erano stati sviluppati secondo diversi schemi, doveva essere standardizzata in modo che la lettura sinagogale della Torah potesse essere parte vitale della vita della comunità. Ma l'ebraico, come tutte le lingue, si era evoluto dal tempo degli antichi scribi, e l’ortografia, gli idiomi, le pronunce e varie altre questioni grammaticali avevano introdotto una certa diversità nel testo, perché le usanze, i dialetti e le tradizioni locali esercitavano le proprie influenze e sfumature.
       Ai fattori linguistici vanno aggiunti quelli sociologici. La comunità ebraica era sopravvissuta nella diaspora. La Torah era il punto di ancoraggio dell'identità ebraica (così come il Talmud, definito Torah orale). Si può quindi capire perché fosse necessaria la standardizzazione del testo: dare lo stesso testo a tutte le comunità della dispersione.

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