martedì 31 dicembre 2019

PROTESTANTESIMO ED ERESIA - Parte 3

PROTESTANTESIMO ED ERESIA - Parte 3


Le chiese dalle tendenze settarie si considerano un’élite, per questo esse si aspettano persecuzione dal mondo e in qualche modo persino la promuovono. La critica nei loro confronti viene considerata prova che esse sono la vera chiesa perseguitata da Satana. Però la persecuzione ricevuta dalle chiese dalle tendenze settarie è diversa da quella ricevuta da Cristo o dagli apostoli. Gesù e gli apostoli erano perseguitati perché predicavano la verità. Le chiese dalle tendenze settarie ricevono gran parte delle reazioni negative nei loro confronti per il loro stesso comportamento. Ciononostante, qualsiasi critica esse ricevano, non importa per che cosa e non importa da chi, viene considerata un attacco di Satana, anche se le critiche sono basate sulla Bibbia. Questo rende difficile testimoniare la fede verso chi appartiene a queste chiese perché considereranno ogni tentativo di condividere l’Evangelo come un attacco di Satana.
 
Il termine “lavaggio del cervello” è pesante, dà fastidio, come se chi lo subisce diventasse “scemo”. Non si diventa scemi, si resta normalissimi, cambia il carattere, la capacità di ascolto e di riflessione. Non si è più propensi ad ascoltare veramente chi la pensa diversamente circa le verità bibliche.

I giovani adulti sono l’età perfetta su cui le sette si focalizzano perché spesso sono alla ricerca di una causa a cui offrire la propria vita, hanno bisogno di amore, affermazione ed accettazione, spesso sono giovani delusi e stanchi o solo confusi che provengono dalla Chiesa Cattolica. Spesso queste chiese lo forniscono loro, e i loro leader spesso assumono il ruolo di surrogato dei genitori.

La maggior parte delle volte, si esorta a non aver più con gli ex-membri alcun tipo di rapporto e persino togliere loro il saluto.

Nel credo cristiano troviamo scritto che la Chiesa di Cristo è UNA, e ci crediamo, quello che non si riesce a capire è come mai molti protestanti pretendano di appartenere a quest’unica Chiesa professando tuttavia dottrine diverse. Una è la Chiesa, e Una, deve essere la dottrina! Elementare!

Emerge chiaramente il mare di calunnie che vengono buttate addosso alla Chiesa cattolica. Mescolano gli errori umani con la dottrina, nel tentativo di dimostrare l’ereticità della Chiesa romana. Molti evangelici non si accorgono nemmeno della calunniosità di certe loro accuse, a causa della loro superficiale conoscenza di questa Chiesa e della sua dottrina. Nella maggior parte dei casi gli evangelici conoscono la dottrina cattolica per sentito dire, mentre nessuno di loro ha mai aperto il Catechismo della Chiesa Cattolica, che praticamente ne rappresenta la sua dottrina ufficiale. In loro non alberga nemmeno il bisogno di andare a conoscere ciò che criticano tanto aspramente.
 
È veramente triste vedere come un uomo intelligente, possa affermare spavaldamente “Io capisco la Bibbia da solo, con l’aiuto dello Spirito Santo” non rendendosi conto che è stato indottrinato dagli evangelici, che gli hanno spiegato la loro versione, la loro personale interpretazione biblica, facendogli abilmente credere che è lo Spirito Santo a guidare la sua conoscenza.

È ormai un’abitudine assai diffusa nelle comunità evangeliche, soprattutto pentecostali, non entrare nelle Chiese (tranne in rari casi) cattoliche, evitandole come la peste, poi però se capita una gita alle piramidi egiziane non incontrano difficoltà ad entrarvi. Se riflettessero un po’ di più sulle loro gesta si accorgerebbero della loro mancanza di coerenza. 

Quando si riflette in maniera sana, e ci si mette nei panni di un ateo che entra in una chiesa cattolica
e vede statue di santi che hanno servito il Signore, e poi visitando le piramidi egizie vede formule magiche incise sulle pareti interne, non ci vuole molto a capire che idea si farà. Evidentemente però
gli evangelici il più delle volte non hanno una sana capacità di riflessione, preferendo ammirare le formule magiche e gli altari sacrificali vari, piuttosto che le statue dei servi di Cristo, realmente esistiti, quindi ricordi reali, come lo sono le odierne fotografie. Non riflettono adeguatamente sul significato delle loro gesta perché accecati dal loro profondo anticattolicesimo.

“Tu dici di capir bene la Bibbia perché divinamente guidato, anche per me vale la stessa cosa. Come facciamo a sapere chi di noi due ha ragione? Chi, di noi due, capisce correttamente la Bibbia, visto che agli stessi identici versetti attribuiamo spiegazioni diverse?

“Dai frutti si riconoscono coloro che capiscono correttamente la Bibbia, e che quindi sono veri cristiani”. Bene, madre Teresa di Calcutta ne ha fatti parecchi di frutti, Francesco di Assisi, San Paolo della Croce, padre Kolbe, Antonio da Padova, e innumerevoli altri santi, compresi i tanti preti di provincia che lontani dai riflettori dedicano la loro vita ai loro parrocchiani, agli ammalati, ai poveri, agli ultimi, e compresi i tantissimi missionari che vivono le loro vite nelle frontiere del cristianesimo, dove ancor oggi si muore per il solo fatto di essere cristiani. Bastano questi frutti?

A Lutero, gli altri riformatori gli sembravano dei pazzi, degli arrabbiati, degli schiavi di Satana, più nemici del Cristo che lo stesso papa. Quando apprese la fine di Zwingli sul campo di battaglia disse, a mo’ di orazione funebre: “Ha avuto la morte di un assassino”. E quando Ecolampadio (il teologo e il predicatore che affiancava Zwingli) ebbe seguito nella tomba il riformatore di Zurigo, il monaco di Wittenberg ne concluse: “Sono i colpi del diavolo che lo hanno ucciso…”. E Calvino più sottile politico, scriverà:

“È molto importante che non trapeli ai secoli futuri alcun sospetto delle divisioni che sono tra noi. È infatti sommamente ridicolo che, dopo aver rotto con tutti, noi andiamo così poco d’accordo tra noi fin dall’inizio della nostra riforma” (Henri Daniel Rops).

Proprio in Svizzera, il fallimento dei tentativi ripetuti e affannosi – attraverso incontri, dispute, raduni di teologi, scambio di documenti – per trovare un accordo tra la folla dei riformatori (ciascuno dei quali, uscito dalla Cattolica, voleva fondare la sua, di Chiesa), quel fallimento – che portò così spesso a scontri armati – mostrò subito che la Bibbia non bastava a guidare il cristiano, se non era affiancata da una Tradizione vivente che traesse legittimità dagli inizi stessi della fede.

Messa alla prova, da sola, la Scrittura mostrava il suo vero volto, non di magico manuale per rispondere a tutte le domande, ma di indicatore di grandi direzioni affidato a una comunità (e da quella comunità scritto, seppure in modo ispirato, conservato, interpretato), perché ne facesse non un libro morto ma un ispiratore di vita, sotto la guida di un Magistero di uomini vivi. Come mostrò l’Europa devastata non solo dalle guerre tra cattolici e protestanti ma dei protestanti tra loro, non si crea nessun cristianesimo accettabile da tutti con i secondo me di chi, un giorno crede di avere capito tutto dove da tanti secoli tutti gli altri non avevano capito nulla e, se può, si dà a reprimere con la violenza ogni altro secondo me.

Non sono pochi gli evangelici che non conoscono la storia del loro gruppo, e spesso nemmeno i dettagli della loro stessa dottrina. Eppure sono sempre lì, pronti ad aggredire la Chiesa Cattolica.

Tanti ex pastori, ritornati o approdati nella Chiesa cattolica portano la loro testimonianza sul sito americano www.chnetwork.org.

La colonna e sostegno della verità è la Chiesa Cattolica, che non riconosce in nessun’altra religione vie di salvezza, e nonostante altri cristiani, come i protestanti, affermino che l’unica colonna è la Bibbia, ribadisco che quest’ultima è sicuramente Verità autorevole, ma che ha sempre avuto bisogno della colonna su cui appoggiarsi per non cadere in mano agli eretici di ogni tempo, ed essere stravolta. Questa colonna l’ha istituita Gesù Cristo in persona, e le porte degli inferi non hanno mai potuto prevalere su di essa, perché lo Spirito Santo che l’assiste non lo permette.

Fino all’epoca delle due guerre mondiali la grande maggioranza delle popolazioni, anche quella italiana, erano in gran parte analfabete.  Chi era in grado di leggere la Bibbia? I nobili, i ricchi, e pochi altri, tra questi indubbiamente vescovi, preti, monaci, e qualche eretico colto. Quindi a ben inquadrare lo scenario cristiano, vediamo che solo dopo il 1400 circa fu inventata la stampa, tutta la letteratura antecedente, compresa quella cristiana era manoscritta, con conseguente scarsa diffusione di qualsiasi testo, compresa la Bibbia.

Abbiamo quindi due elementi incontestabili da chiunque, l’analfabetismo e la scarsa diffusione letteraria. È corretto pensare che gran parte dei cristiani che, per quasi venti secoli, furono guidati dalla Sacra Tradizione, siano stati in realtà abbandonati da Cristo, che permise l’analfabetismo, e quindi ai preti cattolici di evangelizzare in malo modo, o per usare un termine tanto caro ai protestanti, in modo pagano, masse enormi di persone, in tutte le nazioni del mondo, e che di conseguenza tutte queste persone finiranno all’inferno?

Ma, come sappiamo, Cristo, promise di guidare la Sua Chiesa, e quindi i cristiani, ogni giorno, fino alla fine del mondo. Se, uno più uno fa due, ne deduciamo che la Sacra Tradizione non sostituisce la Bibbia ma la spiega, e la predica anche agli analfabeti odierni, quali ad esempio le popolazioni africane. In questo contesto, anche i missionari protestanti devono predicare oralmente, perché se aspettano che tali popoli, divengano tutti istruiti, probabilmente passerebbe molto tempo prima che questi conoscano Gesù Cristo nostro salvatore. 

L’assunto protestante che chiunque può capire la Bibbia da solo, si contraddice da solo, per diversi motivi, uno di questi è quello appena spiegato, relativo agli analfabeti odierni. È corretto invece dire che chiunque può capire la Bibbia da solo, se messo nelle condizioni ideali per farlo. Vi sono poi degli eccezionali casi di santità personale in cui si riceve dall’alto la sapienza e la scienza, senza bisogno di studiare, ma queste appunto sono eccezioni. La maggioranza di noi cristiani apprende quello che ci viene spiegato, e quando qualcosa ci risulta di difficile comprensione chiediamo lumi, al prete, al pastore, al commentario biblico, ecc., questa è la realtà, per chi la vuol vedere.

Molti (troppi) evangelici sono talmente abituati a offendere i cattolici bollandoli come “idolatri”, che non fanno più caso alla pesantezza di questo termine, molti di loro hanno acquisito la parola “idolatria” come facente parte del proprio vocabolario quotidiano, e non si accorgono nemmeno che è molto offensiva, e la pronunciano con una disinvoltura che lascia sconcertati. Ecco perché è più facile per un evangelico peccare nel giudicare un cattolico, che per un cattolico peccare di idolatria. Questa loro spregiudicatezza nel giudicare gli altri viene da Dio?

“Dai frutti li riconoscerete”, ripetono continuamente certi pastori. È vero, ma quali sono i vostri frutti? In buona sostanza anche i miei vicini atei sono delle brave persone, e lo dimostrano con i fatti, con la loro vita quotidiana. Se li dobbiamo riconoscere solo dai frutti, allora questi sono tutti dei perfetti cristiani. Restringendo il raggio alle sole denominazioni cristiane, possiamo dire che giacché in ognuna di esse saranno sicuramente presenti dei buoni frutti, ognuna possiede tutta verità?

Possibile che Gesù abbia insegnato - dottrinalmente parlando - a restare in compartimenti stagni? Se non ricordo male, Cristo parlava di unità, “Padre essi siano uno come noi siamo uno”. E allora come si spiegano tutte queste divergenze? 

Davanti a un missionario cattolico che ha le maniche rimboccate per pulire le piaghe agli ammalati,
si sentirebbero di dirgli “rappresentante di Satana”? Si sentirebbero di fargli notare che loro sono “nati di nuovo” e il missionario no? Si sentirebbero di dirgli “bigotto, non hai capito nulla della verità, esci da “Babilonia la grande”, se ti vuoi salvare…”?

Per ogni prete corrotto ce ne sono cento stimabili e ammirevoli. Come mai, però, si menzionano solo gli errori del singolo sorvolando sui meriti degli altri novantanove? Davanti a una madre Teresa di Calcutta molti dovrebbero farsi un esame di coscienza, per rivedere quali sono i doni che contraddistinguono un cristiano. Per molti evangelici, madre Teresa era nell’errore, sbagliava nella sua adorazione di Gesù, sbagliava a chiedere l’aiuto della preghiera alla Madonna, quindi per costoro anche madre Teresa era una “idolatra”! Sbalorditivo! Secondo il parere di molti evangelici, la carità non sarebbe sufficiente a provare la cristianità di una persona, la prova “inconfutabile” sarebbe il dono delle lingue.

L’eutanasia è un bene per l’uomo? L’aborto è un bene per l’uomo? Gli esperimenti sugli embrioni sono un bene per l’uomo? Ecco questi sono grossi frutti di Satana, per cui inquadrandoli bene si capisce da dove provengono, eppure ci sono chiese protestanti che li approvano. Il matrimonio tra gay, ha la stessa provenienza, eppure ci sono chiese protestanti che lo approvano. Poi ci sono azioni e fatti, più sottili, come ad esempio il matrimonio celebrato solo in Municipio. Ebbene, non mi risulta, che durante il matrimonio civile, il sindaco pretenda la promessa di fedeltà, né i coniugi si scambiano delle promesse. Ne scaturisce che il divorzio è ampiamente ammesso, all’atto stesso del matrimonio, in maniera sottintesa. Come facciano quindi molte comunità evangeliche ad equiparare il matrimonio civile con quello religioso non si capisce.

LA PRESUNTA IDOLATRIA

I santi sono un tutt’uno con Cristo, sono immersi in Lui, adorano Lui, lodano Lui, pregano Lui, sono una cosa sola con Lui! I santi che hanno abbandonato la carne umana, fanno parte della Chiesa
celeste, sono cellule del corpo di Cristo! È il Capo che dà vita alle cellule, e queste ultime sentono e vedono per mezzo dell’onnipotenza del Capo. Non c’è traccia nella Bibbia di insegnamenti che escludono dalla Chiesa di Cristo i cristiani morti nella carne.

L’espressione “pregare i santi” non significa certo (come accusano i protestanti) che se ad esempio prego san Gabriele di intercedere per me sto considerando san Gabriele “la mia via” per giungere alla salvezza. Posso chiedere a san Gabriele di pregare per qualche mio bisogno fisico (ad es. malattie), o spirituale, allo stesso modo di come la prima comunità cristiana pregava per Pietro in carcere. È un dovere pregare gli uni per gli altri, e questo purtroppo risulta difficile da capire per molti protestanti. La verità è che dopo la morte fisica i cristiani continuano a vivere in Cristo, continuano a far parte della Chiesa, e fino a quando l’ultimo dei fratelli (ancora sulla terra) avrà bisogno di preghiere di aiuto, essi continueranno a pregare Gesù in soccorso di questo fratello bisognoso.

Per i protestanti invece i morti si trovano in una zona d’ombra, non meglio definita, in cui non si capisce se sono coscienti o incoscienti, ma in ogni caso - a dir loro - incapaci di sentirci e/o di pregare per noi. Il buon ladrone cui Gesù disse “oggi sarai con me in Paradiso” si trova in Paradiso o nella zona d’ombra? E se il Paradiso è stato promesso al buon ladrone, dovremmo forse pensare che gli apostoli e i diversi santi campioni di fede che hanno finora contrassegnato tutta la storia cristiana siano invece andati a finire nella ipotetica zona d’ombra?

La preghiera è una grande arma d’amore che Dio ci ha dato. Gli angeli esortarono Abramo a smettere di pregare affinché la giustizia di Dio facesse il suo corso, ma fintantoché Abramo pregava, Dio non eseguiva la sua giustizia, il Suo cuore s’intenerisce nell’ascoltare le preghiere dei suoi figli, allo stesso modo di come s’intenerì nell’ascoltare le preghiere di Mosè in favore del popolo ebraico (caduto nell’idolatria).

Ogni membro della Chiesa è in dovere di pregare per i fratelli bisognosi, e i santi morti nella carne, erano, sono, e resteranno membri della Chiesa di Gesù Cristo.

Non mi risulta che pentecostali ADI frequentino le chiese di “fratelli” non ADI, e viceversa; questo tanto per menzionare comunità apparentemente vicine e con dottrine simili, se poi andiamo a guardare gli evangelici antitrinitari, avventisti, luterani, ecc., allora il distacco è molto più netto e visibile. Il cattolico partecipa al culto in qualsiasi parrocchia gli vada a genio, sia essa domenicana, francescana, gesuita ecc., e mai nessun prete vieta di farlo, a differenza di quello che diversi pastori evangelici suggeriscono ai loro fedeli. Soprattutto la Messa è uguale in tutte le Chiese cattoliche del mondo, la dottrina idem.

Molti pastori ad esempio additano le ricchezze del Vaticano non menzionando quelle delle potenti network evangeliche americane. È curioso inoltre notare che questi pastori non menzionano mai le opere di carità che la Chiesa Cattolica annualmente compie, non menzionano mai i milioni di euro che annualmente devolve in aiuto delle missioni nel “terzo mondo”!

Gli evangelici capiscono davvero la Bibbia meglio dei “poveri cattolici”? Leggendo la patristica, (ad esempio S. Agostino) ci si accorge che l’acutezza mentale di molti padri e la loro conoscenza biblica, sono di altissimo livello. Ecco che il numero preciso dei pesci ci sta a indicare che il messaggio salvifico di Gesù Cristo è rivolto a tutta l’umanità, infatti, all’epoca di Gesù le specie dei pesci conosciuti erano appunto 153, quindi questo numero ci indica l’universalità della Chiesa.

A cattolici vengono chieste le prove bibliche dei dogmi. Che cosa penserebbero se essi rispondessero che non hanno queste prove ma che lo Spirito Santo dice loro che è tutto vero? Si metterebbero a ridere! Come a dire: “Ma lo Spirito Santo è proprietà privata nostra, voi non lo potete avere….”.

Lutero dice ad Erasmo di seguirlo nella contestazione con Roma, ma Erasmo lo gela e gli dice: no, guarda, è vero che la chiesa nella sua istituzione nei suoi uomini ha molti difetti, ma la chiesa è una madre e le nostri madri sono rimaste incinte, c’è stato un parto, e dopo ci hanno dato le mammelle, ci hanno dato il latte, perciò sono sfiorite, nel volto delle nostre madri appaiono le rughe, ma quelle rughe sono anche il segno dell’amore che le nostre madri hanno avuto per noi. Perciò non abbandonerò la chiesa, perché le rughe che noi vediamo nella chiesa sono i nostri peccati, non quelli degli altri, ma nello stesso tempo il cuore della chiesa è Cristo. La chiesa non sarà mai senza peccatori perché ci siamo noi che l’abitiamo, ma siamo chiamati ad essere membra di Cristo e nello stesso tempo la chiesa è senza peccato perché è abitata da Cristo.

Una chiesa senza una interpretazione ufficiale della Scrittura, dove la Scrittura è lasciata in mano a tutti che con il libero esame la interpretano secondo quello che lo Spirito (presunto) loro suggerisce, che chiesa è? Perché la gnosi, che in Lutero era ben presente, diceva che è sufficiente che io conosca la parola di Dio e che la interpreti, e questo basta. Se non che, poveretto, non ha pensato che se io propongo una interpretazione della parola di Dio, e dico che ognuno è libero di interpretarla, dopo di me verrà un altro che interpreterà la parola di Dio all’opposto di come l’ho interpretata io, e questa è la caratteristica del protestantesimo, che si è polverizzato in tanti gruppi, sottogruppi, sette, ecc, perché? Perché è stato Lutero stesso a porre il principio della dissoluzione, perché è chiaro che col soggettivismo interpretativo ciascuno ha diritto di alzarsi nella comunità e dire: scusami, tu hai detto così? No, io la penso in quest’altro modo.

La verità non può essere nelle sette protestanti. Cristo ha fondato una sola chiesa. I protestanti sono frutto di una divisione e dunque del diavolo. I protestanti leggono la Bibbia in funzione anticattolica, quindi in modo parziale e disonesto.

A tale scopo hanno creato la dottrina della sola Scrittura che nella Bibbia non esiste. La Bibbia parla di scrittura e di tradizione orale, paradoseis (2Tess. 2:15 Perciò, fratelli, state saldi e mantenete le tradizioni che avete apprese così dalla nostra parola come dalla nostra lettera). Pertanto i protestanti sbagliano a interpretare la Bibbia. Lo dimostra il fatto che continuamente sono in disaccordo tra loro e che le loro innumerevoli chiese, di diversa denominazione, danno una interpretazione diversa della Bibbia – ad personam! Glorificano se stessi con la lettura personalizzata della Bibbia.

Nel 1510 Martino Lutero, allora monaco agostiniano, si recò a Roma per portare una lettera di protesta in merito a una diatriba interna al suo Ordine. La volgata protestante vorrebbe che, di fronte al desolante spettacolo di decadenza (“una cloaca”, dirà lui con riferimento sia all’Urbe sia alla Chiesa), il monaco di Wittemberg fosse rimasto scioccato. Il che avrebbe innescato in lui prima il rigetto, poi il dubbio e infine la ribellione. Dunque, una reazione forse esagerata ma tutto sommato giustificata.


Un’attenta lettura delle fonti originali ci fa vedere, invece, uno spirito irrequieto, dissoluto e già incline alla ribellione. Forse è il caso di gettare uno sguardo su alcuni di questi documenti, che altro non sono che le stesse opere di Martin Lutero.

La “vocazione” religiosa di Lutero

 

L’ingresso di Martino Lutero nell’Ordine agostiniano non fu dovuto tanto a una vocazione religiosa quanto al fatto che era latitante e voleva sfuggire alle autorità. Mentre era studente di Giurisprudenza all’Università di Erfurt, Lutero si batté a duello con un compagno, Hieronimus Buntz, uccidendolo. Per sfuggire alla giustizia, egli entrò allora nel monastero degli Eremiti di S. Agostino. Lo stesso Lutero ammise il vero motivo del suo ingresso in monastero: “Mi sono fatto monaco perché non mi potessero incarcerare. Se non lo avessi fatto, sarei stato facilmente arrestato. Ma così fu impossibile, poiché tutto l’Ordine Agostiniano mi proteggeva”.

Purtroppo, nel monastero non imparò a diventare buono. Egli stesso confessava in un sermone del 1529: “Io sono stato un monaco che voleva essere sinceramente pio. Al contrario, però, sono sprofondato ancor di più nel vizio. Sono stato un grande furfante e un omicida”. La sua vita spirituale era in rovinoso declino. Nel 1516, Lutero scrisse: “Raramente ho il tempo di pregare il Breviario e di celebrare la Messa. Sono troppo sollecitato dalle tentazioni della carne, del mondo e del diavolo”. Ancora nel 1516 egli dichiarava: “Confesso che la mia vita è sempre più prossima all’inferno. Giorno dopo giorno divento più abietto”.

Nel convento, Lutero era soggetto a frequenti crisi di nervi, ad allucinazioni deliranti, in preda anche a segni di possessione. Nel guardare il Crocefisso egli spesso era assalito da convulsioni e cadeva a terra. Quando celebrava la Messa, era preso dal terrore: “Arrivato all’Offertorio ero così spaventato che volevo fuggire. Mormoravo ‘Ho paura! Ho paura!’”.

Agitato, nervoso, continuamente in crisi, tentato dal diavolo (che, secondo lui, gli appariva in forma di un enorme cane nero col quale condivideva perfino il letto) roso dai rimorsi, Lutero cominciò a formarsi l’idea che fosse predestinato alla dannazione eterna, e questo gli faceva odiare Dio: “Quando penso al mio destino dimentico la carità verso Cristo. Per me, Dio non è che uno scellerato. L’idea della predestinazione cancella in me il Laudate, è un blasfemate che mi viene allo spirito”.

Lutero, insomma, si immaginava già nell’inferno: “Io soffrivo le torture dell’inferno, ne ero divorato. Mi assaliva perfino la tentazione di bestemmiare contro Dio, quel Dio rozzo, iniquo. Io avrei mille volte preferito che non ci fosse Dio!”.

L’apostasia di Lutero. La dottrina della giustificazione

 

Lutero faceva poco o nulla per lottare contro i suoi difetti. I suoi confratelli agostiniani lo descrissero come “nervoso, di umore molto sgradevole, arrogante, ribelle, sempre pronto a discutere e ad insultare”. Egli stesso disse di sé: “Io mi lasciavo prendere dalla collera e dall’invidia”.

Eccitato da cattive letture, orgoglioso al punto di non accettare nessuna autorità, Lutero cominciò a contestare diversi punti della dottrina cattolica fino a rigettarne parecchi.

Lutero difendeva le sue rivoluzionarie idee in modo arrogante, ritenendosi “l’uomo della Provvidenza, chiamato per illuminare la Chiesa con un grande bagliore”. “Chi non crede con la mia fede è destinato all’inferno — scriveva — La mia dottrina e la dottrina di Dio sono la stessa cosa. Il mio giudizio è il giudizio di Dio”.

In un’altra lettera ecco cosa dice di se stesso: “Non vi sembra un uomo stravagante questo Lutero? Quanto a me, penso che egli sia Dio. Altrimenti, come avrebbero i suoi scritti e il suo nome la potenza di trasformare mendicanti in signori, asini in dottori, falsari in santi, fango in perle?”. Sulle sue dottrine egli asseriva ancora: “Sono certo che i miei dogmi vengono dal cielo. Io vincerò, il Papato crollerà nonostante le porte dell’inferno!”.

Fu in queste lamentevoli condizioni spirituali che, verso la fine del 1518, successe ciò che Lutero stesso chiamò «das Turmerlebnis», cioè l’avvenimento della Torre, vero punto di partenza del protestantesimo. In cosa consiste questo «Turmerlebnis»? Lutero era seduto sulla cloaca nella torre che serviva da bagno nel monastero, quando improvvisamente ebbe una illuminazione che lo fece pensare in un altro modo:

“Le parole giustizia e giustizia di Dio — scrive Lutero — si ripercuotevano nel fondo della mia coscienza come un fulmine che distrugge tutto. Io ero paralizzato e pensavo: Si Dio è giusto, egli punisce. Siccome continuavo a pensare a ciò, sono improvvisamente venute al mio spirito le parole di Habacuc: Il giusto vive della fede. E ancora: La giustificazione di Dio si manifesta senza l’azione della legge. A partire da questo punto, io ho cominciato a pensare in altro modo”.

Questo “altro modo” era la dottrina della giustificazione per la sola fede, indipendente dalle opere, la pietra angolare del protestantesimo. Secondo Lutero, i meriti sovrabbondanti di Nostro Signore Gesù Cristo assicurano agli uomini la salvezza eterna. All’uomo, quindi, basta credere per salvarsi: “Il Vangelo non ci dice cosa dobbiamo fare, esso non esige niente da noi. (...) [Il Vangelo dice semplicemente] credi e sarai salvato”.

Tale dottrina è tanto sconclusionata che lo stesso Lutero, con duri sforzi cercava di accreditarla: “Non vi è nessuna religione in tutta la terra che insegni questa dottrina della giustificazione; io stesso, anche se la insegno pubblicamente, con gran difficoltà la credo nei particolari”.
Di conseguenza, su questa terra possiamo anche condurre una vita di peccato senza rimorsi di coscienza né timore della giustizia di Dio, poiché basta avere fede per essere già salvati: “Anche se ho fatto del male, non importa. Cristo ha sofferto per me. A questo si riduce il cristianesimo. Dobbiamo sentire che non abbiamo peccato, anche quando abbiamo peccato. I nostri peccati aderiscono a Cristo, che è il salvatore del peccato”.

Lutero anzi sosteneva che, per rafforzare la nostra fede, dobbiamo peccare. Così rimarrà chiaro che è Cristo che ci salva e non noi. Quest’idea Lutero la sintetizzava nella sua nota formula: esto peccator et pecca fortiter. In una lettera all’amico Melantone del 1° agosto 1521, Lutero affermava: “Sii peccatore e pecca fortemente ma con ancora più fermezza credi e rallegrati in Cristo. (...) Durante la vita presente dobbiamo peccare”.

Scrivendo a un altro seguace, Lutero diceva ugualmente: “Devi bere con più abbondanza, giocare, divertirti e anche fare qualche peccato. (...) In caso il diavolo ti dica: Non bere! Tu devi rispondere: in nome di Gesù Cristo, berrò di più! (...) Tutto il decalogo deve svanire dagli occhi e dall’anima”.

A un altro amico, egli scrisse ancora: “Dio ti obbliga solo a credere. In tutte le altre cose ti lascia libero e signore di fare quello che vuoi, senza pericolo alcuno di coscienza. Egli non se ne cura, quando anche lasciassi tua moglie, abbandonassi il tuo padrone e non fossi fedele ad alcun vincolo”.

Ovviamente, le conseguenze dell’applicazione di queste dottrine non potevano essere altro che il dilagare del peccato e del vizio. Lutero stesso lo ammette. Per quanto riguardava i suoi seguaci protestanti, egli scrisse: “Sono sette volte peggiori di una volta. Dopo la predicazione della nostra dottrina, gli uomini si sono dati al furto, alla menzogna, all’impostura, alla crapula, all’ubriachezza e a ogni genere di vizi. Abbiamo espulso il demonio — il papato — e ne sono venuti sette peggiori”.

Un uomo pieno di vizi


Il primo a piombare nel vizio è stato proprio lui. Il 13 giugno 1521, scrisse a Melantone: “Io mi trovo qui insensato e indurito, sprofondato nell’ozio, pregando poco e senza più gemere per la Chiesa di Dio, perché nelle mie carni indomite ardo di grandi fiamme. Insomma, io che dovrei avere il fervore dello spirito, ho il fervore della carne, della libidine, della pigrizia, dell’ozio e della sonnolenza”.

In un altro scritto, Lutero è altrettanto chiaro: “Sono un uomo esposto e coinvolto nella vita di società, nella crapula, nelle passioni carnali, nella negligenza ed in altre molestie”.

Lutero rapì dal convento una monaca cistercense, Caterina Bora, e la prese per amante. Nel 1525, “per chiudere le cattive lingue”, secondo quanto dichiarava, la sposò, nonostante tutti e due avessero fatto voto di castità. Lutero aveva una chiara nozione della riprovevole azione che aveva compiuto. Egli scrisse al riguardo: “Con il mio matrimonio sono diventato così spregevole che gli angeli rideranno di me e i demoni piangeranno”.

Caterina, però, non fu l’unica donna nella sua vita. Egli aveva la brutta abitudine di avere rapporti carnali con monache apostate, che egli stesso adescava dai conventi. Su di lui scriveva il suo seguace Melantone: “Lutero è un uomo estremamente perverso. Le suore che egli ha tirato fuori dal convento lo hanno sedotto con grande astuzia ed hanno finito col prenderlo. Egli ha con loro frequenti rapporti carnali”.

Lutero non faceva segreto della sua immoralità. In una lettera all’amico Spalatino leggiamo infatti: “Io sono palesemente un uomo depravato. Ho tanto a che fare con le donne, che da un po’ di tempo sono diventato un donnaiolo. (...) Ho avuto tre mogli allo stesso tempo, e le ho amate così ardentemente che ne ho perse due, andate a vivere con altri uomini”.

Lutero aveva anche il vizio dell’ubriachezza e della gola: “Nel bere birra non c’è nessuno che si possa paragonare a me”. In una lettera a Caterina, diceva: “Sto mangiando come un boemo e bevendo come un tedesco. Lodato sia Dio!”. Verso la fine della vita, l’ubriachezza lo dominava totalmente: “Spendo le mie giornate nell’ozio e nell’ubriachezza”.

Bestemmiatore


Ma forse in nessun altro campo si è manifestato tanto il cattivo spirito di Lutero quanto nella sua tendenza a bestemmiare, specie contro la Chiesa e il Papato. Seguono alcuni esempi, tratti dalle sue lettere e sermoni.

“Certamente Dio è grande e potente, buono e misericordioso, ma è anche stupido. Deus est stultissimus. È un tiranno”.

"Cristo ha commesso adulterio una prima volta con la donna della fontana di cui ci parla Giovanni. Non si mormorava intorno a lui: Che ha fatto dunque con essa? Poi ha avuto rapporti sessuali con Maria Maddalena, quindi con la donna adultera. Così Cristo, tanto pio, ha dovuto anche lui fornicare prima di morire”.

Lutero fa di Dio il vero responsabile del tradimento di Giuda e della rivolta di Adamo. Lutero arriva a dichiarare che “Giuda, tradendo Cristo, agì per imperiosa decisione dell’Onnipotente. La sua volontà [di Giuda] era diretta da Dio; Dio lo muoveva con la sua onnipotenza. Lo stesso Adamo, nel paradiso terrestre fu costretto ad agire come agì. Egli fu messo da Dio in una situazione tale che gli era impossibile non cadere”.

“Tutte le case chiuse, tutti gli omicidi, le morti, i furti e gli adulteri sono meno riprovevoli dell’abominazione della Messa papista”.

Non meraviglia che, mosso da tali idee, Lutero scrivesse a Melantone a proposito delle sanguinose persecuzioni di Enrico VIII contro i cattolici inglesi: “È permesso abbandonarsi alla collera, quando si sa che specie di traditori, ladri e assassini sono i papi, i loro cardinali, i loro legati. Piacesse a Dio che vari re di Inghilterra si impegnassero a farli scomparire”.

"Perché non acchiappiamo papa, cardinali e tutta la cricca della Sodoma romana e ci laviamo le mani con il loro sangue?”.

"La corte di Roma è governata per un vero Anticristo, di cui ci parla S. Paolo. (...) Credo di poter dimostrare che, nei giorni nostri, il Papa è peggiore dei turchi”.

“Così come Mosè ha distrutto il vitello d’oro, così dobbiamo fare noi con il papato, fino a ridurlo in ceneri. (...) Vorrei abolire tutti i conventi, vorrei farli sparire, raderli al suolo (...) affinché di essi non rimanga sulla terra neanche la memoria”.



sabato 28 dicembre 2019

LA “DOTTRINA DEL TERRORE” DI AMSCHEL MAYER ROTHSCHILD

LA “DOTTRINA DEL TERRORE” DI AMSCHEL MAYER ROTHSCHILD

Anno 1773. Poco prima di presentare il suo piano, in 25 punti, per “dominare le ricchezze, le risorse naturali e la forza lavoro di tutto il mondo”, Amschel Mayer Rothschild, ai suoi dodici ascoltatori, svelò «come la Rivoluzione Inglese (1640-60) fosse stata organizzata e mise in risalto gli errori che erano stati commessi: il periodo rivoluzionario era stato troppo lungo, l’eliminazione dei reazionari non era stata eseguita con sufficiente rapidità e spietatezza e il programmato “regno del terrore”, col quale si doveva ottenere la rapida sottomissione delle masse, non era stato messo in pratica in modo efficace. Malgrado questi errori, i banchieri, che avevano istigato la rivoluzione, avevano stabilito il loro controllo sull’economia e sul debito pubblico inglese».

Rothschild mostrò che questi risultati finanziari non erano da paragonare a quelli che si potevano ottenere con la Rivoluzione francese, a condizione che i presenti si unissero per mettere in pratica il Piano rivoluzionario che egli aveva studiato e aggiornato con grande cura.

Ecco la “dottrina del terrore” contenuta in questo Piano.

«Il miglior risultato che si può ottenere, nel governare gli uomini, può essere raggiunto solo con l’uso della violenza e del terrorismo... La Legge è un mascheramento della forza. Per le leggi della Natura, il Diritto si fonda sulla forza».

«La nostra politica deve essere quella di fomentare le guerre, per sprofondare sempre di più le nazioni nel loro debito, e di dirigere le Conferenze di Pace».

«Il “nostro Stato”, marciando lungo la strada della conquista pacifica, ha il diritto di rimpiazzare gli orrori delle guerre con le meno evidenti, ma più efficaci sentenze di morte, necessarie a mantenere il “regno del terrore” che genera la cieca sottomissione».

«Grazie alla nostra stampa, noi abbiamo ottenuto l’oro nelle nostre mani, nonostante il fatto che noi abbiamo dovuto raccoglierlo da oceani di lacrime e sangue».

«Quando le condizioni rivoluzionarie giungeranno al punto più basso, e le masse, già soggiogate con le privazioni e col terrore, i nostri agenti dovranno apparire in scena, ma solo dopo che essi hanno portato a termine il nostro pianificato “regno del terrore”. Mettendo a morte questi nostri agenti, noi appariremo come i salvatori degli oppressi, mentre invece noi siamo interessati proprio all’opposto, e cioè alla riduzione e all’uccisione dei Goym (cristiani)».

«Noi provocheremo la depressione industriale e il panico finaziario. La disoccupazione e la fame, imposte alle masse, creerà il diritto del capitale di regnare in modo più sicuro».

«Il “regno del terrore” dovrà accompagnare ogni sforzo rivoluzionario, perché questo è il mezzo più economico per portare la popolazione ad una rapida sottomissione».

«Creeremo monopoli immensi e riserve di tale ricchezza colossale che persino le ricchezze più grandi dei Goym (cristiani) dipenderanno da noi in tale misura che essi raggiungeranno il fondo insieme al credito dei loro Governi, il giorno dopo la GRANDE CATASTROFE POLITICA».

«Spoglieremo i Goym delle loro proprietà terriere e industriali con una combinazione di tasse e concorrenza sleale e li porteremo alla rovina economica nei loro interessi finanziari nazionali e nei loro investimenti».

«Gli aumenti salariali, ottenuti dai lavoratori, non dovranno beneficiarli in alcun modo».

«Lanceremo una corsa agli armamenti in modo che i Goym si possano distruggere a vicenda, su scala colossale e, alla fine, nel mondo, non rimarranno altro che masse di proletariato con pochi milionari devoti alla nostra causa, con forze militari e di polizia sufficienti a proteggere i nostri interessi».

«I nostri agenti dovranno infiltrarsi in tutte le classi, a tutti i livelli della società e del Governo, per raggirare, confondere e corrompere i più giovani della società, insegnando loro teorie e princìpi che noi sappiamo essere falsi».

«I Governi dell’Occidente non potranno sollevarsi contro dinoi, perché, noi creremo, nelle capitali e nelle città di tutti i paesi, un’organizzazione di un tale TERRORE TERRIFICANTE da far tremare anche i cuori più gagliardi».

lunedì 23 dicembre 2019

LA FALSA LUCE DI HANUKKAH E L'ODIO PER IL NATALE


La falsa luce di Hanukkah e l’odio per il Natale


Questo articolo presenta alcune informazioni su Hanukkah che potrebbero essere diverse da quelle che conoscevi fino a oggi.

I libri dei Maccabei non menzionano la leggenda di un vasetto d’olio che inaspettatamente durò otto giorni. Solo secoli dopo la sconfitta dei Siriani contro i Maccabei, la storia del vasetto d’olio – che è diventata parte di Hanukkah – appare nel Talmud.

La storia tradizionale di Hanukkah è che quando i Maccabei arrivarono per riconsacrare il tempio, furono così sconvolti dal fatto che c’era olio sufficiente solo per tenere acceso il sacro candelabro a sette bracci per un giorno. Invece, l’olio durò miracolosamente per otto giorni.

Gli ebrei celebrano Hanukkah per otto giorni per commemorare questo miracolo, accendendo una candela aggiuntiva su una speciale menorah – chiamata hanukkiah – ogni notte della festa. Questo è anche il motivo per cui è abitudine in questa festa mangiare cibi fritti in olio, come patate fritte e ciambelle.

In realtà, i rabbini svilupparono il racconto miracoloso dell’olio diversi secoli dopo gli eventi storici. Giuseppe Flavio, che menziona la festa, non parla del miracolo dell’olio, e questa assenza è rivelatrice. Hanukkah non è menzionata neanche nella Mishnah dove ci si aspetterebbe di trovare scritte le regole di come si accendono le candele. Hanukkah viene finalmente menzionata nel Talmud babilonese (Shabbat 21b) con la domanda: "Che cosa è Hanukkah?" La risposta data parla del miracolo dell’olio. Pertanto la prima menzione del miracolo si trova in un passaggio talmudico che risale al V secolo dC.

Perché hanno sostituito la verità per qualcosa di interamente inventato? Se si voleva celebrare un miracolo, non era un miracolo abbastanza grande che il piccolo gruppo dei Maccabei avessero sconfitto il potente esercito greco?

Giuda Maccabeo ordinò una celebrazione di otto giorni basata su precedenti cerimonie di dedicazione conosciute dai Giudei, tra cui:

• La dedicazione di 8 giorni del Tabernacolo di Mosè (Lev. 8:33-9:4).
• La celebrazione della dedicazione del tempio di 8 giorni tenuta da Re Salomone (2Cron. 7:8-10).
• Celebrazione per la ridedicazione del tempio di Re Ezechia, anch’essa di 8 giorni (2Cron. 29:17).
• Per coincidenza o no, la lettura pubblica di Esdra della Torah dopo il ritorno dall'esilio, fu seguita immediatamente dalla festa di otto giorni di Sukkot (Neh. 8:18).
• Hanukkah è anche chiamata "festa delle Capanne e del fuoco" in 2Mac. 1:18.

Giuda Maccabeo avrebbe voluto liberare il Tempio in tempo per la festa delle Capanne, ma non fu in grado di farlo, e la prima Hanukkah è stata un surrogato della festa delle Capanne combinata con i festeggiamenti per la ridedicazione del Tempio, molto simile a ciò che fece Esdra al suo ritorno nel paese d’Israele.

Allora, perché c'è una mitzvah per l’accensione delle candele di Hanukkah? E perché c’è la storia del "miracolo dell’olio" - una storia che era sconosciuta ai Maccabei?

Shaye J. D. Cohen, professore di letteratura ebraica e filosofia ad Harvard e autore di From the Maccabees to the Mishnah, ha detto di credere che i rabbini del Talmud abbiano inventato il miracolo dell’olio per "demilitarizzare" Hanukkah.

Secondo Cohen, la storia del "miracolo dell’olio" è conseguenza dello spostamento rabbinico di una celebrazione militare, in una celebrazione dell'influenza divina sugli ebrei. Questo ha messo i rabbini - i rappresentanti del divino in questo mondo, almeno all'interno della religione che essi hanno creato dopo la distruzione del secondo tempio – al centro della festa, e ha minimizzato il ruolo giocato dai guerrieri e dai sacerdoti - come, per esempio, gli odiati Maccabei.

Cohen ha scritto: "Ha dato ai rabbini, che si trovavano a disagio con i Maccabei, una maniera per dire che essi rispettavano Hanukkah … La vittoria e la sommossa militare non erano una buona didattica per gli ebrei che vivevano sotto l’impero romano. Non volevano che i giovani ebrei crescessero e cercassero di essere come Giuda Maccabeo e cercassero di attaccare i Romani", e quindi è stato escogitato il "miracolo dell’olio" per ammorbidire i fanatici e quindi evitare una pericolosa repressione. Per il nostro tempo, dato che la paura della repressione è praticamente inesistente, possiamo vedere che il tema militante di Hanukkah è ritornato ad essere enfatizzato.

Ma ci sono ragioni ben più valide di quelle proposte da Shaye Cohen.

I rabbini (=farisei) non hanno voluto conservare i libri dei Maccabei, che sono invece stati conservati dalla Chiesa, perché? Perché i Maccabei (un soprannome questo della famiglia degli Asmonei), è vero che diedero l’indipendenza a Israele, ma si scontrarono ben presto con le principali autorità religiose del loro tempo, cioè i farisei. Dal punto di vista degli autori del Talmud, i farisei erano gli eroi della storia ebraica. Gli Asmonei (= Maccabei), che si sono scontrati con i farisei, devono quindi essere i cattivi. Motivo numero uno per metterli fuori dalla storia. Attraverso la storia del miracolo dell’olio, i rabbini sono stati in grado di dare risalto a Dio diminuendo e persino annullando il ruolo dei Maccabei. Il miracolo non era più la vittoria militare, ma piuttosto il poco olio che bruciò per otto giorni.

C'è un’altra ragione, forse anche più convincente. I Maccabei strinsero alleanza con i Romani, e mantennero l'indipendenza con l'aiuto della superpotenza del mondo mediterraneo: Roma.

Giuda pertanto scelse Eupòlemo, figlio di Giovanni, figlio di Accos, e Giasone, figlio di Eleàzaro, e li inviò a Roma a stringere amicizia e alleanza. Andarono fino a Roma con viaggio lunghissimo, entrarono nel senato e incominciarono a dire: «Giuda, chiamato anche Maccabeo, e i suoi fratelli e il popolo dei Giudei ci hanno inviati a voi, per concludere con voi alleanza e amicizia e per essere iscritti tra i vostri alleati e amici» (1Mac. 8:17-20).

Dopo la distruzione del tempio, i farisei hanno voluto cancellare questo ricordo, e dato che si sono inventati l’idea che Roma (e poi la Chiesa) sarebbe l’incarnazione dello spirito di Edom, hanno dovuto far dimenticare tutti quei riferimenti che parlavano bene di Roma e della sua gloria, come per esempio questi:

Giuda venne a conoscere la fama dei Romani: che essi erano molto potenti e favorivano tutti quelli che simpatizzavano per loro e accordavano amicizia a quanti si rivolgevano a loro e che erano forti e potenti. (1Mac. 8:1)

Se verrà mossa guerra prima contro Roma o contro uno qualsiasi dei suoi alleati in tutto il suo dominio, il popolo dei Giudei combatterà al loro fianco con piena lealtà come suggerirà loro l'occasione (1Mac. 8:24,24);

Certamente, qui, nessuno pensava che Roma fosse l’incarnazione di Edom. Ma le menzogne, si sa, basta raccontarle più volte, per farle credere.

Quindi, quello che sembra essere accaduto è questo:

• I rabbini odiavano Erode, che è conosciuto come l'Idumeo nella letteratura rabbinica.

• Per superare l'associazione di Hanukkah con gli Asmonei/Maccabei ed Erode, i rabbini crearono una favola circa un "miracolo dell’olio" per trovare un modo di kasherizzare una festa che altrimenti disapprovavano.

• Quando il Talmud fu redatto, era la favola del "miracolo dell’olio" che definiva Hanukkah, non le vittorie militari dei Maccabei o la restaurazione del tempio fatta da Erode.

Il segreto di Hanukkah fu svelato da Rabbi Levi Isaac ben Meir di Berdichev (noto come il "Kedushat Levi"), un'importante autorità halachica del XVIII secolo, che rivelò il fatto che l’accensione della menorah di Hanukkah non commemora la vittoria dei Maccabei, ma il "diletto" di Dio per il popolo ebraico. L'insegnamento segreto di Hanukkah è che Dio ha fornito olio per otto giorni non come mezzo per facilitare la vittoria, o per garantire il completamento di un sacro dovere, ma piuttosto come un segno del Suo continuo diletto verso il popolo giudaico, che tutti noi dovremmo emulare, come in effetti avviene ogni volta che è eretta una menorah laddove c’è un presepe.

Perché da diversi anni gli ebrei, ad Hanukkah, accendono l’hanukkiah nelle principali piazze delle città dei goyim? Perché Hanukkah viene celebrata come competizione al Natale, per affermare simbolicamente la supremazia della Kahal Yisrael (il popolo giudaico) sul resto dell'umanità. Stanno compiendo un atto di ri-consacrazione, stanno dicendo che hanno vinto.

Hanukkah è diventata il principale strumento del talmudismo per far entrare la religione del Talmud nella vita civile della nazione ebraica, in un momento in cui il cristianesimo e i suoi simboli, come le scene della Natività, sono sempre più marginalizzati o banditi completamente dalla pubblica piazza, a favore delle luci della hanukkiah, e il tintinnio dei registratori di cassa.

La menorah di Hanukkah non è simbolo di un evento biblico. L’odierna festa di Hanukkah è una tradizione talmudica creata dall'uomo per l'auto-idolatria. Non rappresenta la vittoria dei Maccabei sui pagani. Hanukkah è un impegno ad alimentare il razzismo religioso dei rabbini sionisti, travestito da luce religiosa.

La storia del miracolo dell’olio è il Babbo Natale dell'ebraismo, ma i cristiani sono i veri figli e figlie di Abrahamo che celebrano nella pubblica piazza la propria gratitudine a Gesù, il Messia di Israele e Re dell’universo. "Oggi, nella città di Davide, vi è nato un salvatore, che è Cristo, il Signore" (Luca 2:11). Rallegriamoci!

Il Natale è un momento problematico per i rabbini, poiché celebra la nascita del Gesù che essi disprezzano. Il termine rabbinico per la vigilia di Natale è Nittel Nacht, una notte che considerano maledetta.

C'è una tradizione rabbinica che impone di astenersi dalle relazioni coniugali la vigilia di Natale (Nitei Gavriel Minhagei Nittel 5:1). Secondo il Baal Shem Tov, il fondatore dell'ebraismo chassidico, concepire un bambino alla vigilia di Natale comporterà la nascita di un apostata (Sefer Baal Shem Tov 2:43a).

L'abitudine rabbinica più diffusa, osservata alla vigilia di Natale è quella di astenersi dallo studiare la "Torah" (cioè Talmud). C'è la preoccupazione che il proprio studio talmudico possa senza volerlo servire come merito per l'anima di Gesù, corrispondente all'insegnamento rabbinico che lo studio del Talmud dà sollievo alle anime di tutti i malvagi.

Astenersi dallo studio del Talmud alla vigilia di Natale serve anche come segno di lutto, corrispondente alla credenza rabbinica secondo cui Gesù "era un falso messia che ha ingannato Israele, ha adorato un mattone, e ha praticato la magia che aveva imparato in Egitto" (Talmud babilonese, Sanhedrin 107b); e "nacque da una prostituta che concepì mentre era niddah (mestruante)" (Talmud babilonese, Kallah 51a).

C'è un'usanza talmudica di mangiare l'aglio alla vigilia di Natale. La ragione di ciò è attribuita all'odore dell'aglio, che è ritenuto in grado di respingere l'anima demoniaca di Gesù che vaga durante la vigilia di Natale (cfr. Nitei Gavriel Minhagei Nittel).

Un'altra usanza rabbinica del giudaismo ortodosso è quella di fare della carta igienica, alla vigilia di Natale, un insulto a Gesù, una pratica resa popolare tra gli ebrei chassidici dal rabbino polacco Chiddushei Harim (Reiach Hasade 1:17).

Confrontiamo queste grottesche offese "Nittel Nacht" con la storia divina della Sacra Famiglia a Betlemme: la radiosa Vergine e Cristo bambino, degli umili pastori e angeli che offrono la lieta novella di pace in terra agli uomini di buona volontà. Francamente, non c'è paragone tra l'ebraismo talmudico e il cristianesimo, e quelli che vogliono affermare che il cristianesimo abbia somiglianze con la religione rabbinico-talmudica sono più illusi dei praticanti degradati della Nittel Nacht.

L'odio rabbinico per Natale si riflette soprattutto negli Stati Uniti. Nel 1989 ci fu una causa alla Corte Suprema riguardo un presepe in un edificio governativo della Pennsylvania: il presepe fu vietato ma la menorah di Hanukkah fu permessa. Una decisione della Corte di appello federale del 2006 a New York ha vietato un presepe in una scuola pubblica, ma ha permesso una menorah di Hanukkah e una mezzaluna islamica.

giovedì 5 dicembre 2019

PROTESTANTESIMO ED ERESIA - Parte 2


                              PROTESTANTESIMO ED ERESIA - Parte 2

La tradizione protestante vuole che il bersaglio numero uno sia la Chiesa Cattolica. Quando avvengono delle guarigioni nel mondo pentecostale, nessuno verifica con esami medici o scientifici se la guarigione perdura nel tempo. Dio può guarire dove e quando vuole, ma lo scollamento tra i miracoli di Lourdes super analizzati e osservati anche da scienziati non credenti, e queste guarigioni mai provate da nessun medico, è evidente.

Da gente così ipercritica verso i miracoli di Lourdes o Fatima, mi aspetterei più prudenza nel proclamare con certezza assoluta le "guarigioni" miracolose che avvengono tra gli evangelici. Insomma due pesi e due misure, se guardano un miracolo in ambito cattolico, vogliono le prove scientifiche, e se le ottengono non ci credono lo stesso, bollando il miracolo come "satanico", per i miracoli che avvengono in ambito protestante non cercano nessuna prova scientifica. Questo è un modo di comportarsi che convince molto poco, troppa superficilità e faziosità.

I cattolici sono criticati perché fanno benedire gli oggetti, ma i predicatori sudamericani benedicono anche i libri che vendono.

Comunque, la cosa più eclatante è che nonostante tutti gli evangelici dicano e assicurino di essere guidati dallo Spirito Santo, che li garantisce di capire bene la Bibbia, ogni gruppo la capisce a modo suo. In genere, i pentecostali non si sentono protestanti, in effetti differiscono dai protestanti classici in alcune parti dottrinali, ma in buona sostanza i protestanti sono tutti quelli che si oppongono alla Chiesa Cattolica e all’interpretazione biblica che quest’ultima fornisce, quindi i pentecostali sono protestanti pure loro, affetti dallo stesso male che ha sempre caratterizzato il protestantesimo, "la libera interpretazione biblica", causa della miriade di dottrine cristiane o presunte tali, che scaturiscono dal "libero esame" della Bibbia. È evidente che non è possibile che lo stesso Spirito suggerisca a ciascuno dottrine diverse. In questo modo si creano dei compartimenti stagni, ogni gruppo protestante crede di essere il solo nella verità, isolandosi dagli altri, e predicando un Vangelo personalizzato.

Ma siamo sicuri che le dottrine evangeliche odierne siano frutto di "ispirazione" o guida divina, se non piuttosto frutto del rispolveramento di insegnamenti di antiche sette eretiche? Basterebbe leggere la storia delle eresie che hanno colpito il cristianesimo lungo i secoli, per rendersi conto che gli eretici basavano e basano sempre le loro tesi sulla Bibbia, spiegandola a modo loro. Difficilmente le persone andranno a spulciare intrecciate questioni dottrinali e teologiche, è più facile trovare qualche prete che abbia commesso qualche errore umano, e sceglierlo come bersaglio, al fine di avvalorare le tesi anticattoliche. "Hai visto cosa ha fatto quale prete….ecco questi sono i frutti della dottrina cattolica…". Questo tipo di esempi hanno riscosso e riscuotono sempre un gran successo tra la gente semplice.

Moltissimi evangelici non sanno nulla di storia del cristianesimo, gli hanno insegnato che ci sono state crociate, inquisizioni, papi indegni, ecc., e tanto basta, non vanno a leggere un bel nulla di persona, per cui dipingono come vittime i feroci musulmani che tanto sangue hanno sparso in tutto il Medio Oriente (prima cristiano) a danno dei cristiani. Ma i cattivi sono i crociati. Eppure basterebbe guardare oggi cosa accade ai musulmani che diventano cristiani, alle donne musulmane, al modo di far proseliti dell’Islam, per accorgersi che non porgono l’altra guancia, mai, anzi per loro vige ancor oggi "occhio per occhio, dente per dente". I territori che oggi sono in mano all’Islam prima erano tutti cristiani, e i mussulmani non li hanno conquistati pacificamente con le palme e i ramoscelli di ulivo in mano, ma con sanguinose guerre, eppure oggi vengono falsamente dipinti come vittime delle crociate. Non dimentichiamo mai che l’Islam fondato da Maometto, vide la luce intorno al 650 d.C. e che tutti quei territori erano già cristiani secoli prima, durante l’avanzata mussulmana qualche prete venne addirittura scuoiato e la sua pelle usata per rilegare dei libri.

È strano non vedere mai film che parlino dei tantissimi cristiani massacrati da mussulmani, giacobini, comunisti, ecc.. Il grande bagno di sangue per i cristiani, ad esempio, arriva con la rivoluzione francese. Preti, suore e religiosi ammazzati in serie, i contadini vandeani schiacciati, cattedrali distrutte, chiese profanate e ridotte a stalle, opere d’arte sacra devastate. Molti benpensanti, storici, giornalisti, o registi, ai cristiani negano perfino lo statuto di vittime. Moltissimi ignorano totalmente che proprio Calvino, che tanto aveva criticato l’inquisizione cattolica, chiamando diocleziani gli inquisitori cattolici, fece bruciare vivo Michele Serveto, divenendo di fatto un "diocleziano" anche lui, e la sua inquisizione fece più vittime dei cattolici.

Basta ripetere quello che quasi tutti ripetono, cioè che la Chiesa cattolica romana è eretica, la Bibbia è facile da capire, fare qualche esempio di prete corrotto o ladro, magari pedofilo, spesso viene menzionata qualche amante di questo o quell’altro prete, crociate, inquisizioni, le ricchezze vaticane come ciliegina sulla torta e il gioco è fatto. Si ricevono così enormi consensi popolari, e tra i fedeli neo evangelici, nessuno andrà a controllare né l’ortodossia della dottrina, né la veridicità storica di alcuni fatti che vengono usati come propaganda anticattolica.

Nel XIV secolo tra i protestanti moderni Wicliffe fu il patriarca, il primo a scagliarsi contro la presenza reale di Gesù nell’Eucaristia. Lutero e Calvino erano in profondo disaccordo sulla presenza reale di Gesù nell’Eucaristia, eppure ambedue vantavano la guida dello Spirito Santo, che li "faceva capire" la Bibbia in modo corretto. A chi si deve credere?

Se come diceva il ministro di Lutero, Gerardo, ci fu un tempo in cui la Chiesa cattolica rappresentava la vera Chiesa di Cristo, ma poi venne inquinata dalla paganità e deviò dalla sana dottrina, vuol dire che la Chiesa Cattolica era un tempo unanimemente riconosciuta come la vera discendente da Cristo e dagli apostoli. Mi basta questo, per continuare a fidarmi di Essa, perché ricordo benissimo le parole di Gesù quando promise che le porte degli inferi non avrebbero mai prevalso sulla Chiesa, cioè con l’assistenza dello Spirito Santo la Chiesa non può mai morire. Se la Chiesa non può mai morire, vuol dire che la vera Chiesa non è mai morta, nonostante i tanti preti indegni che vi hanno militato, le porte degli inferi non l’hanno mai sconfitta, e in una logica di continuità di vita, la Chiesa cattolica è l’unica che può dimostrare la propria discendenza apostolica, assieme ad alcune Chiese d’Oriente.

Gli evangelici si sentono nuovi, rinati, ma continuano a fare le cose vecchie, che facevano prima della loro cosiddetta rinascita. Non è raro incontrare qualche evangelico che non saluta per motivi astiosi. E la rinascita? E il perdono? E l’amore per il prossimo? Evidentemente li intendono in modo molto personalizzato, adattato al loro pensiero.

Alla domanda secca "Perché non avete i 7 libri deuterocanonici nella vostra Bibbia?" Rispondono, "Siete voi cattolici che li avete aggiunti, noi rispettiamo il canone stabilito dagli ebrei, ai quali è stata affidata la Parola di Dio". Sfugge loro che fidandosi degli ebrei, dovrebbero escludere pure tutto il Nuovo Testamento, visto che l’hanno dichiarato eretico, nel loro concilio di Jamnia svoltosi intorno al 90 d.C..

Gli evangelici dei "Gesù Solo", parlano in lingue, garantiscono di essere guidati da Dio nella loro evangelizzazione, eppure non credono nella Trinità; gli Avventisti credono che sia peccato celebrare di Domenica; i Luterani credono nella perpetua verginità di Maria, battezzano i bambini, e parlano di consustanziazione dell’Eucaristia; e si potrebbe ancora continuare ad elencare differenze dottrinali pesanti, tra i vari gruppi protestanti. Se la verità è una sola, evidentemente qualcuno di loro si sbaglia! Possibile che non si pongano questa semplice domanda?

Non se la pongono, essendo troppo impegnati ad additare la Chiesa Cattolica, come unica e sola Bestia, nemica del cristianesimo e della verità, alleata con Satana per sviare tante anime per portarle
all’inferno. Nemmeno l’arcangelo Michele ostentava una tale sicurezza nel bollare o giudicare il demonio, eppure si trattava del demonio.

Giuda 9 Invece, l'arcangelo Michele quando, contendendo col diavolo, disputava circa il corpo di Mosè, non ardì lanciare contro a lui un giudizio ingiurioso, ma disse: Ti sgridi il Signore!

La verità è che l’accusatore per eccellenza è proprio Satana, i santi non accusano nessuno, non per rispetto, ma perché si rimettono al giudizio di Dio.
 
Per un evangelico invece è normale dire che i cattolici vanno all’inferno perché sono idolatri. Si ergono a giudici, credendo di conoscere i cuori, e confondono adorazione con venerazione.

Quante volte abbiamo sentito dire nelle chiese evangeliche frasi prese dalla Bibbia tipo: "nessuno è giusto", "non chiamate nessuno vostro maestro", "non chiamate nessuno vostro padre", "le Bibbie cattoliche hanno dei libri apocrifi", "la Chiesa Cattolica insegna ad adorare la Madonna e i santi", "il papa è il successore di Cristo", ecc..

Ma se la leggiamo bene la Bibbia, vediamo che esistono anche i giusti, i maestri, i padri spirituali, è evidente allora che serve una corretta interpretazione. Ma se glielo facciamo notare, l’evangelico continuerà a ripetere le stesse frasi, gli stessi versetti, e il copione finisce sempre nella stessa maniera: si accusa la Chiesa Cattolica dei numerosi errori umani commessi lungo i secoli, dimenticando, per esempio, i martiri cattolici torturati e uccisi dai protestanti inglesi perché non si vollero convertire all’anglicanesimo. Ignorano che il pastore Pharam, il fondatore dei pentecostali, era omosessuale ed era razzista (Klu Klux Khan); ignorano i misfatti dei luterani in Germania, ignorano l’olocausto degli indiani d’America massacrati e cacciati dalle loro terre dai puritani inglesi, ecc.

Non si prega per i morti, e non si chiede ai santi morti nella carne di pregare per noi, è peccato, ripetono continuamente. Leggendo bene la seconda lettera a Timoteo però, ci si accorge che anche Paolo rivolge a Dio una supplica per un santo morto nella carne:

Paolo in 2Tim. 1:18 parlando del defunto Onesiforo, prega: "Gli conceda il Signore di trovar misericordia presso il Signore in quel giorno…". In 2Tim. 4:19 troviamo dei saluti per la famiglia di Onesiforo (tranne che per Onesiforo medesimo morto tempo prima).

Chiedo ai fratelli non cattolici di verificare cosa dicono in merito alcuni esegeti protestanti come Hoseph Knabenbauer, Ceslas Spicq, Alfred Plummer, ecc., si accorgeranno che in realtà anche questi teologi protestanti ammettono che Paolo prega per Onesìforo morto nella carne, e questo si nota anche dal fatto che Paolo rivolge i suoi saluti alla famiglia di Onesiforo, quando sarebbe stato più logico e corretto rivolgere i saluti prima ad Onesiforo e poi alla sua famiglia, se Onesiforo fosse stato ancora in vita.

Gli evangelici sono persone piene di fede viva, ma storicamente ignoranti, faziosi, presuntuosi e orgogliosi. E come succede tra i tifosi di calcio che non ammettano mai la superiorità della squadra avversaria, lo stesso fanno loro, non ammettono mai la validità di un argomento, di una spiegazione biblica se fatta da un cattolico, nemmeno quando è evidente.

Ci vuole umiltà, che è un dono di Dio, umiltà significa saper riconoscere i propri limiti. Noi uomini non abbiamo tutti la stessa intelligenza, la stessa conoscenza e sapienza, quindi umilmente dobbiamo sapere accettare i pareri e le spiegazioni di gente più autorevole e santa di noi, verificando e riscontrando. Questo, troppo spesso, sfugge agli evangelici, che si illudono di non aver bisogno delle spiegazioni dei padri della Chiesa, convincendosi che loro capiscono correttamente la Bibbia, con l’aiuto dello Spirito Santo. Sorvolano sul fatto che la stessa Bibbia ci insegna che Dio si è sempre servito di uomini santi, per guidare il Suo popolo, non l’ha mai fatto per via diretta e strettamente personale. Dio ha sempre posto delle autorità, uomini santi, verso i quali il popolo potesse guardare e rivolgersi in caso di dubbi e contestazioni. Mosè fu il primo di questi! Gli evangelici, purtroppo amano il fai da te, con il conseguente moltiplicarsi di dottrine diverse tra loro.

Ad esempio, i Libri Deuterocanonici vengono citati circa 65 volte nel Nuovo Testamento, mentre gli evangelici in genere asseriscono che non vengono citati mai. Alcuni esempi: 

1Corinzi 10:20 io dico che le carni che i Gentili sacrificano, le sacrificano ai demoni e non a Dio; or io non voglio che abbiate comunione coi demonî.
Baruc 4:7 Avete irritato il vostro creatore, sacrificando ai dèmoni e non a Dio.

Romani 9:21 Il vasaio non ha egli potestà sull'argilla, da trarre dalla stessa massa un vaso per uso nobile, e un altro per uso ignobile?
Sapienza 15:7 Un vasaio, impastando con fatica la terra molle, plasma per il nostro uso ogni sorta di vasi. Ma con il medesimo fango modella e i vasi che servono per usi decenti e quelli per usi contrari, tutti allo stesso modo; quale debba essere l'uso di ognuno di essi lo stabilisce il vasaio.

1Corinzi 10:1 Perché, fratelli, non voglio che ignoriate che i nostri padri furono tutti sotto la nuvola, e tutti passarono attraverso il mare,
Sapienza 19:7 Si vide la nube coprire d'ombra l'accampamento, terra asciutta apparire dove prima c'era acqua, una strada libera aprirsi nel Mar Rosso e una verdeggiante pianura in luogo dei flutti violenti;

Luca 13:29 E ne verranno d'oriente e d'occidente, e da settentrione e da mezzogiorno, che si porranno a mensa nel regno di Dio.
Baruc 4:37 Ecco, ritornano i figli che hai visti partire, ritornano insieme riuniti dall'oriente all'occidente, alla parola del Santo, esultanti per la gloria di Dio.

Ebrei 12:12 Perciò, rinfrancate le mani cadenti e le ginocchia vacillanti;
Siracide 25:23 mani inerti e ginocchia infiacchite, tale colei che non rende felice il proprio marito.

Giacomo 2:23 e così fu adempiuta la Scrittura che dice: E Abramo credette a Dio, e ciò gli fu messo in conto di giustizia; e fu chiamato amico di Dio.
1Maccabei 2:52 Abramo non fu trovato forse fedele nella tentazione e non gli fu ciò accreditato a giustizia?

Marco 4:5 Ed un'altra cadde in un suolo roccioso ove non aveva molta terra; e subito spuntò, perché non aveva terreno profondo;
Marco 4:16 E parimente quelli che ricevono la semenza in luoghi rocciosi sono coloro che, quando hanno udito la Parola, la ricevono subito con allegrezza;
Marco 4:17 e non hanno in sé radice ma son di corta durata; e poi, quando venga tribolazione o persecuzione a causa della Parola, son subito scandalizzati.
Siracide 40:15 La stirpe degli empi non aumenterà i suoi rami, le radici impure saranno sopra una pietra dura.

Luca 1:42 e a gran voce esclamò: Benedetta sei tu fra le donne, e benedetto è il frutto del tuo seno!
Giuditta 13:18 Ozia a sua volta le disse: «Benedetta sei tu, figlia, davanti al Dio altissimo più di tutte le donne che vivono sulla terra e benedetto il Signore Dio che ha creato il cielo e la terra e ti ha guidato a troncare la testa del capo dei nostri nemici.

Luca 1:52 ha tratto giù dai troni i potenti, ed ha innalzato gli umili;
Siracide 10:14 Il Signore ha abbattuto il trono dei potenti, al loro posto ha fatto sedere gli umili.

Luca 2:29 «Ora, o mio Signore, tu lasci andare in pace il tuo servo, secondo la tua parola;
Tobia 11:9 Anna corse avanti e si gettò al collo del figlio dicendogli: «Ti rivedo, o figlio. Ora posso morire!». E pianse.

E si potrebbe continuare ancora per molto.

Il problema è che nel mondo evangelico ci sono troppe denominazioni, con dottrine diverse tra loro. Ma essendo divisi in compartimenti stagni, non comunicanti gli uni con gli altri, è difficile che qualcuno di loro si accorga delle differenze dottrinali con gli altri evangelici. Se qualcuno se ne accorge, fa finta di niente, o non gli dà il giusto peso, tanto, basta credere in Gesù come personale salvatore. Le loro attenzioni vengono rivolte solo verso la Chiesa Cattolica. Il nemico da sconfiggere è la Chiesa Cattolica Romana!

Qualsiasi cristiano si dovrebbe porre delle domande, a verifica di ciò in cui crede, e dovrebbe saper discernere se le proprie convinzioni in materia di fede sono solo frutto di autosuggestione, fantasie indotte, oppure se trovano conferma nella storia del cristianesimo e nella Bibbia. 

Alcune domande:

1) È possibile che ci fu un tempo in cui la Chiesa di Gesù Cristo sia morta per poi rinascere con Valdo o Lutero?

2) Se ciò non è possibile, giacché Cristo ha promesso di assistere sempre la sua Chiesa, e che le porte degli inferi non prevarranno mai su di essa, quale fu, e qual è, la vera Chiesa di Cristo?

3) Poiché secondo gli evangelici la vera Chiesa di Cristo non fu e non è la Chiesa Cattolica Romana, potete indicarmi i nomi dei veri cristiani che hanno fatto parte della "vera" Chiesa terrena di Cristo?

4) È possibile che Cristo abbia fondato una Chiesa non identificabile con nessuna denominazione esistente sulla terra, lasciando in balia di discussioni, liti, incomprensioni e scissioni i suoi discepoli, senza provvedere a dare loro un organo ben identificabile, che sovraintendesse sulla disciplina dottrinale dei fedeli cristiani?

5) È possibile che lo Spirito Santo, sia tirato per la "giacca" da questo o da quell’altro gruppo cristiano, usato e nominato a garanzia di questa e quell’altra dottrina, che spesso si contrastano l’una con l’altra?

6) Visto che gli evangelici insistono col dire che le divergenze ci sono anche in ambito cattolico, citando ad esempio vari gruppi religiosi come Domenicani, Francescani, Opus Dei, Gesuiti, ecc., potreste, con carità e serietà, indicare quali sono le differenze dottrinali tra questi gruppi cattolici? (Non ci sono divergenze dottrinali ma regole conventuali e/o disciplinari)

7) La Bibbia che teniamo in mano, chi garantisce che sia veramente Parola di Dio? Chi ci garantisce che essa non sia mai stata alterata nel corso dei secoli? Chi ci garantisce che essa non sia un libro scritto, per esempio, 700 anni fa? E se vorremmo vedere le prove, dove sono?

8) Perché tutte le volte che un evangelico non sa rispondere a qualche domanda, corre ad informarsi dal pastore? Non sarebbe più coerente chiedere solo allo Spirito Santo?

9) Possibile che per quindici secoli, fino a Lutero, Gesù Cristo abbia permesso la diffusione di una Bibbia alterata contenente i 7 libri deuterocanonici?

10) Affidarsi agli ebrei, i quali hanno lungamente calunniato Cristo e i cristiani, per estromettere dalla Bibbia i 7 libri deuterocanonici, è prudente?

11) Come mai gli apostoli e tutti i primi cristiani usavano la Bibbia dei Settanta che comprendeva i 7 libri in questione?

12) Come mai non troviamo nessun avvertimento nel Nuovo Testamento circa questi 7 libri, ma anzi ne troviamo diverse citazioni?

13) Siamo sicuri che il dono delle lingue sia una sorta di cartina tornasole del vero cristiano?

14) Possibile che per far rinascere di nuovo gli uomini, Cristo abbia aspettato per ben diciotto secoli i pentecostali? Prima di loro gli altri cristiani non erano "nati di nuovo"?

Purtroppo, in troppe parrocchie cattoliche, oggi, si trascura l’insegnamento biblico, contribuendo a creare delle abitudini, sonnecchianti, che portano a un’estrema ignoranza in campo biblico, e conseguentemente a uno scarso amore per la Parola di Dio e quindi per Cristo. Molti "cattolici" purtroppo sono come "pagani". Esiste un cristianesimo di elite, e quello di massa. Il primo si trova nei tanti gruppi organizzati, il secondo coinvolge la maggioranza dei cattolici.
 
I protestanti sono affetti dagli stessi mali (anche in misura maggiore), nelle nazioni dove sono in maggioranza. In nazioni come l’Italia, dove sono in minoranza si comportano come cristiani di elite. Lo stesso accade ai cattolici che si trovano in minoranza nelle nazioni protestanti.

Tuttavia non bisogna dimenticare che la vera e unica chiesa biblica è la Chiesa Cattolica Romana, che lungo tutti i secoli, e nonostante i numerosi errori umani, ha sempre insegnato la sana e vera dottrina, avendo ricevuto l’incarico direttamente dagli apostoli, e quindi da Cristo.

PROTESTANTI E SCHELETRI NEGLI ARMADI

Assieme al buon grano è sempre cresciuta la zizzania, quindi i difetti che alcuni papi, vescovi, presbiteri e discepoli vari, hanno manifestato e manifestano, non precludono la genuinità della Chiesa di Roma, sposa di Cristo, che in molti suoi militanti, ha espresso ed esprime vette altissime di santità. 

Il protestante crede di avere alle spalle una chiesa pura e candida, senza macchia e senza paura. Avete mai visto un film che parli dei massacri commessi dai protestanti? Avete mai visto un film che parli delle inquisizioni dure e severissime fatte da Calvino in Svizzera? E quelle fatte dai protestanti d’Inghilterra? Gli indiani d’America, morti in numero molto superiore, per mano dei puritani inglesi, perché non vengono ricordati?

La massoneria con i relativi potentati economici e politici, lobbies gay, lobbies farmaceutiche, scienziati, professori universitari (come quelli che non hanno voluto Benedetto XVI nella loro scuola), atei, storici faziosi, politici, romanzieri come Dan Brown, registi, protestanti, giornalisti e opinionisti della domenica, tutti contro la Chiesa di Roma. Capisco che in un certo senso è logico che la Chiesa più grande al mondo venga additata da moltissimi, mi rendo pure conto che, ad esempio, le lobbies gay non possono prendersela con le chiese protestanti, molte delle quali sposano le coppie gay, mi pare logico. Certi politici non possono scagliarsi contro le chiese protestanti, molte delle quali sono a favore dell’eutanasia. Le case farmaceutiche non possono criticare le chiese protestanti che sono a favore degli esperimenti sugli embrioni, e via di questo passo.

Non è poi vero, che gli evangelici non seguono nessuna tradizione, perché hanno la Sola Scrittura e la Sola Fede. È chiaro che la Sola Scrittura non è mai sola. Altrimenti perché, tanto per cominciare con l’inventore di tale teoria, c’è Il piccolo catechismo di Lutero?

Tutti i cristiani credono che Dio si sia rivelato nella storia d’Israele e, nel suo apogeo, con Gesù Cristo, che è il Verbo di Dio. Tutti credono, poi, che questa Rivelazione sia stata autorevolmente interpretata dalla testimonianza degli apostoli e che nei secoli sia stata raccolta e canonizzata, perpetuando l’autorità apostolica in quello che poi fu chiamato Nuovo Testamento, parola scritta di Dio. Il punto non è il sentito bisogno di autorità, ma dove si trova questa autorità e come viene esercitata. Qui si va a toccare un terreno di disputa, familiare a protestanti e cattolici che si tramanda dal XVI secolo. Di solito la disputa viene presentata come autorità della Bibbia contro autorità della Chiesa, o della tradizione.

Ma questo modo di presentare la questione è profondamente incoerente. Le posizioni protestante e cattolica sono due tradizioni rivali in conflitto. Quando Gesù promise che avrebbe mandato lo Spirito Santo a guidare gli apostoli, lo promise alla Chiesa. Questa promessa ha trovato compimento, in parte nel dono delle Scritture ispirate dallo Spirito Santo che costituiscono il Nuovo Testamento. Ma la guida dello Spirito Santo avrebbe guidato la Chiesa fino alla fine dei tempi. Lo Spirito guidò la Chiesa nella stesura dei testi ispirati, nel capire quali testi fra tutti quelli che all’epoca rivendicavano questo status erano davvero quelli ispirati, nel determinare quale sarebbe stato il canone del Nuovo Testamento, e nel dichiarare l’unica autorità dei testi canonici per sempre. In definitiva, lo Spirito guida la Chiesa dall’inizio alla fine, e la fine non è ancora giunta. In questa prospettiva sono cruciali il fondamento apostolico e il carattere di continuità apostolica della Chiesa. I cristiani proclamiamo hanno proclamato nel Credo di Nicea: «credo nella Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica», non una, santa, cattolica e biblica.

TENTATIVI DI OCCULTAMENTO DELLA VERITA’

Controlliamo quale è il pensiero di S. Ireneo, a pag. 87 del secondo volume di "Contro le eresie". Ireneo scrive:
 
"Quelli che sono della Chiesa devono obbedire ai presbiteri che succedono agli apostoli, come abbiamo dimostrato; essi hanno ricevuto con l’episcopato il carisma certo della verità per beneplacito del Padre; i fedeli devono, invece, avere in sospetto gli altri, separati dalla successione principale che in qualunque luogo si radunano, come eretici ed erranti e come principio di divisione, superbi, orgogliosi, o ancora come ipocriti che ciò fanno in ricerca di favore o di vanagloria. Gli eretici che all’altare di Dio offrono fuoco estraneo, cioè dottrine estreme, saranno bruciati dal fuoco celeste come Nadab e Abiud (Lev. 10:1s)… quelli che spezzano l’unità della Chiesa avranno da Dio la pena di Geroboamo" (1Re 14:10ss). 

A pag. 237 del primo volume di "Contro le eresie" leggiamo:

"E se sorgesse qualche questione di dettaglio non si deve forse ricorrere alle chiese più antiche, fondate dagli Apostoli, per sapere da  loro quello che è certo e quello che è da abbandonare? E se gli Apostoli non ci avessero lasciato le Scritture, non si sarebbe forse dovuto seguire l’ordine della tradizione da essi trasmessa a quelli ai quali affidavano le chiese? A questi principi si attengono molte genti illetterate che credono in Cristo: senza carta né inchiostro esse portano la salvezza scritta nei loro cuori dallo Spirito e custodiscono diligentemente l’antica tradizione".

Ireneo vivendo in una epoca molto vicina a quella degli apostoli, aveva molto rispetto per la tradizione, quella vera.