mercoledì 20 novembre 2019

PROTESTANTESIMO ED ERESIA - Parte 1


Protestantesimo ed eresia - Parte 1

Questo non è uno studio fatto per antipatia verso il protestantesimo, o per rancori verso gli evangelici. Non è così. Lo faccio per difendere la vera fede, senza aspirazioni belliche. In tarda età ho scoperto che non conoscevo affatto quella Chiesa Cattolica che criticavo, ed è questa ignoranza che porta molti cattolici a lasciarsi convincere o influenzare dai protestanti.

Questi sono divisi in una miriade di denominazioni, alcune delle quali non gradiscono essere chiamate "protestanti", ma vorrebbero essere indicate solamente come "cristiane", come se ogni gruppo, ad esempio i pentecostali che si dividono a loro volta in tanti rami e rametti, fossero davvero i soli veri cristiani.

Sappiamo anche che per tutti gli evangelici, i cattolici non sono cristiani, ma idolatri e pagani; ne consegue che gli evangelici nel loro voler essere chiamati solamente "cristiani" aspirano all’implicito riconoscimento di "veri cristiani".
 
Il vero problema è che solo in pochi o pochissimi evangelici conosco la storia della Chiesa, moltissimi accusano solo per sentito dire, ma non hanno mai aperto nessun libro riguardante la storia della Chiesa cristiana nei secoli. È sufficiente quello che dice il pastore, qualche film, e internet per formare la loro "cultura" anti-cattolica.

Moltissimi evangelici piuttosto che vergognarsi per la propria ignoranza sul cristianesimo, ne vanno fieri, dicendo la classica frase "A me interessa solo la Bibbia", frase che è già tutto un programma. L’ignoranza storico-biblica delle persone è fondamentale per poterle pilotare.

Un evangelico serio che si mettesse a studiare la storia del cristianesimo, smetterebbe di essere evangelico.

In tutto il protestantesimo vige una fede fai da te! Lo Spirito Santo ci guida a capire bene la Bibbia, è vero, ma nel mondo protestante si usa questo pretesto per coprire superbia e orgoglio misto a una presunzione senza freni e arrogante, che porta ogni pastore a diventare una sorta di "papa" infallibile nel dare insegnamenti alle persone.

Orgoglio, presunzione e arroganza, non si vedono subito, nessuno mostra questi difetti tanto facilmente. Sembrano tutti timorati di Dio, osservanti della Parola e pieni d’amore per il prossimo. Peccato che il loro prossimo nella maggior parte dei casi è chi non contrasta i loro insegnamenti biblici; viene amato o rispettato solo chi ascolta passivamente, e non contrasta quanto da loro insegnato. Chi si permette di dissentire dai loro insegnamenti, allora non viene più amato, spesso non viene più salutato, e alcune volte diffamato e odiato. Con qualcuno di loro ci può essere un rapporto cordiale, ci si può salutare, ma in ogni caso gli evangelici non chiamano mai "fratello" un cattolico.

Per loro il Papa – seguendo l’insegnamento di Lutero - rappresenta l’anticristo quindi va odiato e accusato, e così tutti i vescovi e preti cattolici. In questo clima rientrano anche i singoli cattolici osservanti. Criticano l’infallibilità papale, ma di fatto, si comportano come infallibili, ognuno nella propria comunità! Il problema è che la Chiesa cattolica ha sempre avuto una sola dottrina, che discende dagli apostoli e quindi da Gesù, i pastori protestanti invece sono liberi di inventarsi quello che vogliono, tirando la giacca allo Spirito Santo, a garanzia delle loro eresie!

Ora alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli questa dottrina: «Se non vi fate circoncidere secondo l'uso di Mosè, non potete esser salvi». Poiché Paolo e Barnaba si opponevano risolutamente e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Barnaba e alcuni altri di loro andassero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione (Atti 15:1,2).

Quanto sono diverse invece le comunità protestanti, che in caso di controversie sulla fede non si rivolgono ai vescovi, o al papa, non li hanno (tranne qualche raro caso come i luterani) ma hanno solo il pastore, che se qualche fedele insiste troppo rischia di essere espulso alla comunità, e questo dopo qualche mese magari fonda una nuova comunità che rispecchia le sue idee sul cristianesimo.

Non ci sono subbi sul fatto che Paolo e Barnaba avessero anche loro lo Spirito Santo, eppure nei casi di controversia non dissero con superbia "noi abbiamo lo Spirito Santo, quindi siamo sicuri di capire correttamente gli insegnamenti di Dio", molto umilmente sono andati dagli apostoli di Gerusalemme per discutere la questione della circoncisione, molti credevano, infatti, che solo i circoncisi potessero diventare cristiani.

L’umiltà è la base del cristianesimo, e tutti i primi cristiani avevano ben chiaro cosa fare in caso di controversia, cioè andare dal collegio degli anziani/vescovi per discutere le questioni di fede. Ma, mancando la successione apostolica, ogni evangelico è libero di fare quello che vuole all’interno della propria comunità. Se ha idee diverse, esce e forma una chiesa nuova.

Successe così a Simon Mago che si mise a dire che gli apostoli non erano i veri cristiani, ma lo era lui, e lungo tutti i secoli non sono mai mancati gli eretici che si arrogavano l’esclusiva di essere veri cristiani.

L’umiltà di rivolgersi alla vera autorità ecclesiastica fu distrutta dalla superbia di Lutero, e nel mondo protestante vige sempre la regola della superbia, dell’orgoglio e della presunzione. Ognuno chiama in causa lo Spirito Santo, sentendosi infallibile nel capire correttamente la Bibbia. Il risultato? Una miriade di denominazioni con dottrine che spesso si contrastano pesantemente tra loro, eppure ognuno di essi si sente il vero cristiano.

Quanto sono lontani dall’umiltà che ebbero Paolo e Barnaba, che si rivolsero agli apostoli di Gerusalemme, piuttosto che dire orgogliosamente "Lo Spirito Santo ci suggerisce che siamo nel giusto"!

Il problema sta quindi nella grande ignoranza mista a presunzione, che moltissimi evangelici hanno. I cattolici sono meno ignoranti? No, la maggior parte dei cattolici, purtroppo è assai ignorante in materia biblica, ma almeno non si mette a fare il maestro verso chiunque gli capiti a tiro. Il cattolico medio è cosciente della propria ignoranza, l’evangelico medio invece è assai presuntuoso in campo biblico.

Un protestante che amasse veramente la verità, come dice, sentendo un cattolico citare i padri della Chiesa, come Giustino martire, Clemente Alessandrino, Ireneo, e altri, tanto per menzionare solo quelli che vissero prima dell’imperatore Costantino, andrebbe a verificare di persona cosa scrivevano e come vivevano i primi cristiani, nostri antenati nella fede, per capire se e come la Chiesa cattolica sbaglia, oppure dove sbagliano gli evangelici a interpretare la Bibbia.

L’evangelico medio scarta a priori gli scritti dei Padri della chiesa, fregandosene altamente di come interpretavano la Bibbia i primi cristiani, e fidandosi solo del proprio pastore, ritenuto uno specialista biblico, dal quale riceve spiegazioni sul significato di ogni versetto della Bibbia.

Per logica, piuttosto che fidarsi di un pastore che spiega la Bibbia a 2000 anni di distanza, sarebbe meglio fidarsi dei primi padri, che appresero direttamente dalla voce degli apostoli l’insegnamento cristiano. Ma, molti evangelici non fanno uso della logica, ma solo di ideologie anti-cattoliche, a priori e a prescindere dalla verità!

Tirando per la "giacca" lo Spirito Santo ogni evangelico gli fa dire quello che più gli piace, tanto c’è il dono delle lingue – soprattutto per i pentecostali - che attesta la presenza dello Spirito Santo.

Non si capisce quale "spirito" suggerisca a un pastore che si possono celebrare i matrimoni gay, vedi Valdesi, Luterani, Anglicani, e anche alcuni rami dei pentecostali; e ad altri pastori invece lo stesso spirito suggerisce di non celebrare matrimoni omosessuali.

Non si capisce nemmeno quale spirito suggerisca ad un pastore che la Trinità non esiste, mentre ad altri dice il contrario; e, per ora mi fermo qui, perché l’elenco delle diversità dottrinali tra le varie comunità evangeliche è assai lungo e pesante, basti pensare che ci sono anche quelli che bevono veleno o si fanno mordere da serpenti velenosi per dimostrare la potenza della Spirito Santo, c’è pure chi va dietro agli insegnamenti di Branham, che si crede la reincarnazione del profeta Elia. Eppure tutti costoro dicono, garantiscono, assicurano di essere loro i veri cristiani.

Io credo che lo Spirito Santo è uno, quindi la Verità deve essere una, quindi nessuno di costoro si dovrebbe dire "vero cristiano", ma l’orgoglio e la presunzione (che non vengono da Dio) gli fanno dire di tutto e di più, tra cui le tante accuse che muovono contro la Chiesa cattolica.

Gli evangelici sono semplicemente dei manipolati, che ripetono quello che sentono dire dai loro insegnanti. Se qualcuno comincia a chiedersi il perché di certi insegnamenti, e vuole vederci chiaro, allora dopo un po’ dovrà smettere di essere evangelico, ma molti rimangono tali per un’antipatia viscerale verso tutto ciò che è cattolico, non perché abbiano argomenti validi e seri, da contrapporre alle dottrine cattoliche!

O meglio, con la bocca tentano di portare argomenti "validi", ma senza alcuna credibilità, proprio perché scartano a priori le prove di come vivevano i primissimi cristiani, vissuti dopo gli apostoli ma prima di Costantino, che guarda caso rispecchia l’odierna dottrina cattolica romana.

La fede cristiana è una, perché lo Spirito di Dio è uno! Quindi molti sbagliano strada, e abbiamo il dovere di capire chi è in quella giusta e chi è proprio fuori strada. L’unità è la coesione degli elementi, delle parti che compongono un ente (per esempio, la coesione tra le parti di un’automobile come la carrozzeria, le ruote, il motore, ecc.) come già diceva Plotino, se viene meno l’unità viene meno anche quell’ente e ne possono risultare altri, ma non più quello di prima (se viene meno la coesione della carrozzeria, ruote e motore, non c’è più l’ente auto, bensì gli enti carrozzeria, ruote motore). Ecco, il protestantesimo somiglia tanto a mucchio di lamiere che una volta era una macchina.

Si critica tanto la Chiesa cattolica, ma quanti sanno, per esempio, che Bultman, famoso teologo ed esegeta protestante luterano, ha ridotto la resurrezione a un simbolo teologico? Non riteneva infatti possibile che fisicamente Gesù fosse risorto.

Per confrontare le diverse interpretazioni bibliche proposte dai vari gruppi evangelici, bisogna avere il più possibile la mente sgombra da ideologie e preconcetti. Bisogna essere aperti a qualsiasi ipotesi se correttamente motivata e dimostrata. Se ci basiamo su pregiudizi ideologici che ci legano alle nostre convinzioni dottrinali, possiamo fare a meno di leggere o ascoltare qualsiasi testo o persona, tanto è inutile, il nostro orgoglio ci impedirà di apprendere verità diverse dalla "nostra". Spesso difendiamo il nostro errore biblico con un guscio impenetrabile, ci teniamo la nostra verità, rifiutando qualsiasi altra, che sbatte sul guscio e scivola via, senza nemmeno averla ascoltata veramente.

Appena si tocca il piano religioso/spirituale, stranamente è come se molti staccassero l’interruttore al proprio cervello, o almeno a una parte di esso. In pratica è come se fossero programmati a ricevere informazioni solo da gente della loro stessa denominazione religiosa, se dialogano con un cattolico, ad esempio, non ricevono alcuna informazione, solo suoni che scivolano sui loro timpani, ma non arrivano al cervello. Non ascoltano. Se l’interlocutore cattolico è biblicamente ignorante, allora lo ascoltano, per meglio indottrinarlo con le loro teorie bibliche, molte delle quali completamente sbagliate.

La storia del cristianesimo per loro non conta nulla, non riveste alcuna importanza, se non nelle vicende da rinfacciare ai cattolici, vedi crociate, inquisizioni ecc., senza conoscere la vera storia di questi fatti, e senza sapere che anche i protestanti hanno avuto le loro guerre, e hanno pure fatto le loro inquisizioni assai più sanguinose di quelle cattoliche.

Dicono di essere sintonizzati con lo Spirito Santo, ma stranamente ci sono troppi gruppi che ricevono informazioni diverse e contraddittorie dal medesimo Spirito Santo, perdendo inesorabilmente di credibilità.

Mi rendo conto che la Chiesa cattolica trascura il problema del proselitismo protestante, i pentecostali – che sono gli evangelici oggi maggiormente in crescita -  riscuotono successo non perché hanno ragione, ma semplicemente perché trovano il popolo cattolico molto ignorante in  materia biblica. Purtroppo molti cattolici non sanno difendere in maniera opportuna la propria fede, rifugiandosi dietro al classico "non ho tempo da perdere" magari poi perdono pure la fede, il tempo però non si tocca.
 
Molti cattolici dicono di aver fede in Gesù Cristo, ma questa loro fede si vede solo nei momenti di bisogno, quando tutto scorre liscio Gesù viene dimenticato, e la Bibbia non interessa a nessuno leggerla. In contesti come questi i pentecostali trovano un popolo che deve veramente essere evangelizzato, da loro, anche se poi insegnano alcune gravi eresie. Molti cattolici non oppongono resistenza al proselitismo pentecostale perché non hanno risposte bibliche da dare, ma solo ignoranza da nascondere. In terreni simili la conquista pentecostale è facile, è come se affrontassero
un esercito disarmato. Anche i Testimoni di Geova, che di cristiano hanno ben poco, trovano terreno fertile per seminare le loro eresie.

Ma chi studia la Bibbia e si impegna ad approfondire il significato della Parola di Dio si rende conto che in realtà gli evangelici non sono affatto quei maestri biblici che sembrano, ma sono dei profondi ignoranti storici e biblici, plagiati dai loro insegnanti, questi ultimi spesso più ignoranti di loro, ma dotati di una capacità notevole di predicazione e di carisma in grado di fare proseliti. Chiamandoli ignoranti non voglio offenderli, perché altrimenti li chiamerei "falsi e bugiardi", chiamandoli ignoranti gli riconosco almeno la buona fede, credono in alcune dottrine sbagliate, non accorgendosi di sbagliare.

Chiarisco anche che non è proprio corretto confondere tutti gli evangelici con i protestanti classici come Luterani, Valdesi ecc., ma li considero ugualmente protestanti perché figli della Riforma Protestante e della "Sola Scrittura", che malamente interpretata porta a una miriade di dottrine diverse tra loro.
 
Il problema dell’interpretazione della Bibbia non è un’invenzione moderna. La Bibbia stessa attesta che la sua interpretazione presenta difficoltà. Accanto a testi chiari contiene passi oscuri. Leggendo certi passi di Geremia, Daniele meditava a lungo sul loro significato (Dan. 9:2). Secondo gli Atti degli Apostoli, un etiope del primo secolo s’interrogava circa un passo del libro di Isaia (Atti 8:30-35), riconoscendo di aver bisogno di un maestro. La seconda lettera di Pietro dichiara che "nessuna profezia della Scrittura procede da vedute particolari" (2Piet. 1:20) e osserva che le lettere dell’apostolo Paolo contengono "alcune cose difficili da capire, che gli uomini ignoranti e instabili torcono, come anche le altre Scritture, a loro propria perdizione" (2Piet. 3:16).
 
Il problema è perciò antico, ma col passar del tempo si è accentuato: due millenni separano ormai il lettore dai fatti della vita di Gesù.

È stupefacente come ogni singolo evangelico si senta una specie di maestro biblico, sicuro di avere la verità in tasca, sorvolando però sul fatto innegabile che se consideriamo solo alcune della tante denominazioni evangeliche ad oggi esistenti nel mondo, ci accorgiamo facilmente che un Avventista del Settimo Giorno nonostante ci dica e ci garantisca di essere guidato dallo Spirito Santo nel capire la Bibbia, ci accorgiamo che l’anima per lui non è immortale, chi celebra il culto a Dio la Domenica commette peccato ecc., in maniera simile ogni evangelico porta la sua parte di verità insieme ad una grossa parte di eresie.

Il pentecostale, per esempio, generalmente afferma che le proprie interpretazioni sono ispirate dallo Spirito Santo, e che quindi sono vere, ma non ha nessun elemento oggettivo per dimostrare che questo sia veramente vero; in pratica, semplicemente presuppone che le proprie opinioni siano ispirate dallo Spirito Santo. 

Il punto è che lo Spirito Santo non può contraddire se stesso, e quindi certamente queste interpretazioni contrastanti non possono essere tutte vere, né tutte ispirate. Per esempio, per gli Avventisti del Settimo Giorno tutte le altre chiese cristiane hanno abolito uno dei dieci comandamenti celebrando il culto alla domenica, e quindi tranne loro tutti sono destinati all’inferno se non si ravvedono in tempo e non aboliscono la domenica come giorno del Signore.

Ovviamente gli Avventisti motivano queste loro accuse con alcuni versetti biblici del Vecchio Testamento, interpretandoli a modo proprio. Ecco, è questo il punto che sfugge a tutti gli evangelici, classici, moderni e/o pentecostali: la Bibbia non può essere soggetta a interpretazione privata, soggettiva, perché la verità non è affatto soggettiva.

Spesso i bambini o anche i più adulti davanti a dei piatti mai assaggiati, o a qualcosa di nuovo dicono: "non mi piace, non voglio neanche provare". Questo è il comportamento tipico di chi non vuole qualcosa a prescindere, e deliberatamente dice no. Ecco, moltissimi evangelici si comportano in questo modo, non vogliono nemmeno conoscere cosa scrivevano i padri della Chiesa, ad esempio, per poter scoprire come vivevano i primi cristiani e come interpretavano la Bibbia, passo fondamentale per capire veramente chi ha ragione, vista la miriade di interpretazioni diverse che esistono oggi nel mondo protestante.

È fin troppo comodo affermare orgogliosamente che "Io capisco quello che c’è scritto nella Bibbia perché lo Spirito Santo mi guida, Dio ha nascosto la verità ai sapienti e l’ha rivelata agli umili". Ecco, ogni buon evangelico usa frasi del genere per rifiutare l’autorità interpretativa dei padri e dei dottori della Chiesa.

Ogni buon evangelico troppo spesso sopravvaluta la propria condizione spirituale, autodefinendosi "umile" e in quanto tale guidato dallo Spirito Santo nel capire correttamente la Bibbia. È vero che Dio rivela la verità agli umili, ma non sanno che cos’è l’umiltà. Quando vedo quelli che dicono di essere umili, e non sono altro che mediocri, vorrei dire loro: voi credete di essere umili, ma in realtà siete talmente pieni di voi stessi che siete intasati, ed è per questo che siete mediocri. La mediocrità non ha niente a che fare con la piccolezza evangelica.

Ognuno di noi dovrebbe rivedere il proprio metro di umiltà e ricalibrarlo con quello che Dio ci mette a disposizione tra gli uomini, quello dei santi, eroi della fede che hanno veramente dedicato tutta la loro vita a Dio.

Spesso l’umiltà diventa elemento di orgoglio da sbattere in faccia ai cattolici, che non capiscono bene la Bibbia, e non riconoscono umilmente che anche accettare l’autorità e la sapienza dei dottori della Chiesa è un gesto di umiltà!

In questo contesto si assiste a scene nelle quali qualsiasi evangelico di qualsiasi grado di cultura schernisce gli scritti di Ireneo, Agostino, Tommaso d’Aquino, in maniera disinvolta, senza alcun senso di colpa, perché si sente tanto umile da essere guidato direttamente da Dio nell’interpretare la Bibbia, ma allo stesso tempo è abbastanza cieco da non accorgersi che troppi "umili" evangelici professano poi dottrine assai diverse tra loro.

Il modello comportamentale adottato dagli evangelici è un modello orgoglioso, che disprezza il cattolico ma elegge un "fai-da-te" che inorgoglisce e dice: "Non ho bisogno di leggere gli scritti dei padri della Chiesa, mi basta la sola Bibbia", quindi i maestri di cui parla Paolo non servirebbero a nulla. I protestanti credono di capire la Bibbia "umilmente" da soli. Eppure Paolo dice:
 
Efesini 4:11 Ed è lui che ha dato gli uni, come apostoli; gli altri, come profeti; gli altri, come evangelisti; gli altri, come pastori e dottori

In questo contesto si inserisce il "dono delle lingue" tanto ostentato e altrettanto banalizzato nella sua funzione e finalità. Invece di apprezzare i doni più grandi, come quello dell’insegnamento dei maestri biblici, apprezzano l’ultimo dei doni, quello delle lingue, che per come usato da loro non serve a nulla, se non a inorgoglire chi dice di averlo.

Non serve a nulla per il semplice motivo che non viene usato per evangelizzare in altre lingue, ma solo per pregare (creando confusione) ed edificare se stessi. I doni di Dio non servono per edificare se stessi, ma per dare un beneficio alla comunità dei fratelli.

La colpa principale di tutto il protestantesimo è quella di aver separato le opere dalla fede, insegnando la salvezza per sola fede. In questo modo poco importa se chi dice di aver fede poi celebra i matrimoni omosessuali, o approva l’eutanasia, o ancora gli esperimenti sugli embrioni umani, oppure non crede alla SS. Trinità, l’importante è aver fede. Non capisco in che cosa hanno fede, visto che se capirebbero il senso profondo della fede cristiana certe cose non le dovrebbero proprio fare o insegnare.  
  
Non dimentichiamo che la fede si può pure perdere, non ci rimane incollata addosso a prescindere dal nostro comportamento. Le buone opere cristiane vengono dalla nostra fede in Cristo Gesù, ma bisogna andarci cauti ad usare frasi spavalde tipo: "Io sono già salvato, siete voi cattolici a non esserlo", perché anche Paolo ha dovuto combattere la buona battaglia per tutta la sua vita, e quando era al termine della vita terrena scrisse: 

2Timoteo 4:7 Io ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho serbata la fede;

quindi non è un fatto scontato conservare la fede fino all’ultimo dei nostri giorni, e ne consegue che non bisogna definirsi salvati a prescindere.
 
Io sono salvato, ora, se muoio in questo preciso istante e se sono in grazia di Dio, ma quello che mi potrà succedere domani io non lo so, combatterò la buona battaglia, ma non è un fatto scontato che la vinca, dovrò metterci tutta la mia buona volontà, e predisporre continuamente il mio cuore ai sussurri dello Spirito Santo; in quanto uomo potrò cadere, perché non sono un burattino nella mani di Dio, sono libero, e in quanto tale posso pure peccare in base agli eventi della vita, a volte molto dolorosi, per cui andiamoci cauti nel definirci "salvati" a prescindere.

Spesso la causa del sorgere di nuove dottrine cristiane, è proprio l’aver tagliato i ponti con la storia cristiana, con la Tradizione. Isolandosi dagli insegnamenti degli antenati cristiani, molti pastori evangelici, si autoconvincono di ricevere istruzioni direttamente da Dio, e il frutto di questi ponti tagliati con i padri della Chiesa lo vediamo tutti nelle diversità di dottrine che contraddistinguono i vari gruppi protestanti.

Una delle cose che più colpisce degli evangelici è la loro mancanza di razionalità mista ad arroganza, che li porta a bollare come "satanici" tutti i miracoli di provenienza mariana come ad esempio quelli di Lourdes. È stupefacente la loro sicurezza nel definire "di provenienza satanica" miracoli che vengono rigidamente studiati e provati, analizzati con i più moderni metodi scientifici, che si arrendono di fronte alle inspiegabili guarigioni di Lourdes. 

"Se i fatti non si adattano alla teoria, tanto peggio per i fatti" disse Hegel.

In pratica come secondo mestiere gli evangelici fanno tutti quanti i giudici, e applicano le loro condanne sui cattolici. Dovrebbero stare molto attenti e riflettere di più prima di aprir bocca sui cattolici e anche sui miracoli mariani. Io non ho la patente di cattolico, non mi sento succube della Chiesa di Roma, nessuno mi ha mai obbligato a dire qualcosa a favore della Chiesa cattolica, lo faccio di mio, perché logica vuole che sia così. Il mondo protestante è pieno di siti web e libri che accusano la Chiesa cattolica di ogni nefandezza, ma mi sono accorto che non è così, anzi la Chiesa cattolica è proprio la colonna a sostegno della Verità. Ciò non significa che sia una Chiesa fatta di uomini perfetti, la zizzania è sempre cresciuta assieme al buon grano, Giuda era un apostolo eppure tradì Gesù, Pietro lo rinnegò.

Come mai gli evangelici dicono di capire da soli la Bibbia, ma stranamente la capiscono ognuno a modo proprio? E, guarda caso un buon evangelico deve scagliarsi contro la dottrina cattolica, sorvolando sulle diversità dottrinali dei vari gruppi evangelici.

Sembrerebbe che l’evangelico medio suicidi la propria intelligenza per far posto all’ideologia anticattolica, non accorgendosi che seguendo i corsi biblici fatti dal pastore, o leggendo i commentari biblici protestanti, viene influenzato da una linea interpretativa prestabilita, quindi non sta conoscendo la verità per mezzo dello Spirito Santo, ma per mezzo dei suggerimenti del pastore o
del commentario biblico.

Sono talmente pieni di rancore verso la Chiesa cattolica, che ogni cosa passa in secondo piano, prima fra tutte la loro mancanza di logica. È logico non riflettere sul fatto che si viene indottrinati? È logico non accorgersi che nel mondo evangelico si professa dottrine diverse?

Dicono di chiamare fratello chiunque crede nella dottrina della salvezza, così come insegnata dal protestantesimo tutto, il precursore ovviamente fu Lutero che scrisse "Pecca fortemente e credi ancor più fortemente". Vorrei vedere un S. Francesco d’Assisi peccare fortemente e credere più fortemente. Questo motto protestante è di pura convenienza, e sottovaluta il peso del peccato, però ognuno crede a modo proprio, e non ha importanza se ci sono dottrine diverse, sono lo stesso fratelli, perché credono nella dottrina della salvezza protestante, se questa è logica...   

1 commento:

  1. Le correnti di pensiero nella storia sono sempre state avverse, e ignorando tale perspicuità sei caduto nella più ovvia ed innegabile défaillance giudicando i pensatori avversi.

    Ogni giudizio sui pensieri altrui parte da una convinzione soggettiva, ed è questa condizione che và ad inficiare la giustezza del risultato.
    Tutto è relativo, anche le teorie avverse, anche le nostre rispettive.
    Avversare una teorie, un pensiero, collima esattamente con il modus operandi che gli uomini di ogni tempo hanno sempre concretato e, parafraseranno nel futuro. Infatti “quot homines, tot sententiae”.
    La riprensione del pensiero avverso porta in evidenza l’eterno dissenso nel divisamento umano, e non costituisce da se condizione di giustizia nell’intendimento e nella soluzione del “thema decidentum”.
    Ogni corrente di pensiero ritiene di essere nel giusto, unica percettrice del senso di giustezza e di giustizia, depositaria della verità assoluta con prerogative filosofiche che non aiutano la concretezza della logica, anzi la avversa, impedendo così l’evolversi del pensiero frutto della concretezza del vivere quotidiano.
    Non dimentichiamo che “Exigua his tribuenda fides, qui multa loquuntur “

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