DANIELE 2:43 – IL FERRO MESCOLATO CON L’ARGILLA
«Il
fatto d'aver visto il ferro mescolato all'argilla significa che le due parti si
uniranno per via di matrimoni, ma non potranno diventare una cosa sola, come il
ferro non si amalgama con l'argilla»
Il profeta Daniele scrive dei
nostri tempi. Il ferro mescolato con l’argilla è il mescolamento dei popoli,
ovvero la sostituzione etnica. Ma
sappiamo come questo fenomeno funziona nella pratica, cioè come praticamente viene
portato avanti? Propongo di fare un gioco, allo scopo di realizzare punto per
punto tutte le possibili opzioni per portare a termine la sostituzione etnica
dei popoli.
Immaginiamo quindi di essere sul
libro paga di George Soros , e che Geroge Soros ci
dica di dover portare a termine la sostituzione etnica di uno Stato, di una
nazione, di un popolo. Cosa noi dovremmo fare per mettere in pratica questo
progetto?
Vediamo di analizzare punto per
punto quello che è possibile fare. Specifico che questi punti non sono in
ordine di importanza o in ordine cronologico, perché queste opzioni possono
presentarsi tutte insieme oppure una alla volta. Ricordo poi che la
sostituzione etnica dei popoli non è un fatto solo ed esclusivamente fisico,
biologico, ma è anche un fatto mentale, psicologico propagandistico.
Iniziamo allora con il nostro
progetto. Noi siamo pagati, assoldati, per portare a termine questa missione,
vediamo cosa possiamo fare. La prima cosa è che noi abbiamo un popolo da
sostituire. Noi dobbiamo partire da questo presupposto. Ora, come facciamo a
sostituire questo popolo, come possiamo iniziare? La prima cosa è cercare di
immettere nel territorio dove questo popolo locale risiede da millenni, una
popolazione straniera.
E qui dobbiamo spiegare ancora meglio
questa opzione, perché tanto più la popolazione straniera sarà diversa da
quella locale, quanto più successo potremo avere per raggiungere il nostro
scopo. Quando dico diversa, non intendo soltanto etnicamente ma anche, per
esempio, dal punto di vista religioso, perché è chiaro che più la popolazione è
diversa e più avrà facilità di sostituire quella già presente.
Oltre a questo, la quantità! Più
la quantità è elevata, più il processo di sostituzione andrà veloce e si
realizzerà in tempi più brevi. Qui si pone già una domanda: Si può assimilare
il popolo straniero che sta cercando di stabilirsi all’interno di questo
territorio abitato dalla popolazione nativa? L’assimilazione al 100% è
impossibile, perché è come dire che possiamo
amalgamare il ferro con l’argilla. Ma quello che possiamo ipotizzare, è
che se l’ingresso di stranieri in un determinato territorio si mantiene entro
una certa soglia, una percentuale irrilevante, questa entrata di gruppi
stranieri non rappresenterebbe un pericolo.
Questa cosa, però, per noi non va
bene, perché la nostra missione è di sostituire etnicamente la popolazione
locale. Quindi non potrà mai essere irrilevante la quantità di stranieri. Dovrà
invece essere molto rilevante.
Un’altra opzione che possiamo
mettere in pratica, è quella che riguarda l’aspetto educativo e
propagandistico. Questo è un aspetto molto importante, anzi fondamentale,
perché voi capite che se noi dobbiamo sostituire etnicamente la popolazione di
un determinato territorio, se lo facessimo senza giustificare questo processo,
potremmo trovare delle resistenze nella popolazione locale.
Allora che cosa è importante fare?
È importante creare una narrazione. Perché? Perché da un lato bisogna
giustificare questo processo, e dall’altro cercare di far digerire alla
popolazione locale questo piano che noi stiamo mettendo in pratica. Ecco perché
ci serviremo dei media, della stampa, di internet, del cinema, della TV, per
convogliare alcune idee.
Però, qui voglio soffermarmi un
attimo. Stiamo molto attenti. Quali idee dobbiamo propagandare? Certamente non
possiamo andare dalla popolazione locale e dire che noi vi vogliamo sostituire.
Certamente no! Noi dobbiamo puntare sull’idea falsa chiamata multiculturalismo.
Dobbiamo propagandare all’interno della società il multiculturalismo, cioè
l’idea – ovviamente a cui noi non crediamo – ma dobbiamo far credere al popolo
che sia possibile vivere in armonia tutti i popoli insieme mischiati
appassionatamente.
Questa è una cosa che deve essere
inserita nella narrazione quotidiana dei popoli attraverso, come ho detto, TV,
cinema, internet, dibattiti culturali, ecc. ecc., facendo leva anche sul senso
di colpa. Se noi possiamo utilizzare il senso di colpa di alcuni popoli, per
ragioni storiche, per ragioni etniche, per qualsiasi ragione, dobbiamo
utilizzare questo senso di colpa perché ci faciliterà il compito di
propagandare determinate idee, in questo caso il multiculturalismo.
Quindi, quello che è importante è
che si faccia passare l’idea che la multiculturalità è bella, è necessaria, ed
è qualcosa di assolutamente normale. Ecco, dobbiamo far capire alla popolazione
che non avere queste caratteristiche significa avere qualcosa in meno,
significa essere imperfetti, significa dover pagare una colpa che ovviamente
quel popolo non ha commesso, ma noi dovremo convincere quel popolo del fatto
che invece ha commesso quella colpa.
Un altro aspetto fondamentale è
che dobbiamo puntare ad abbassare i livelli di energia all’interno della
società e del gruppo umano locale, cioè dobbiamo depotenziare di tutte quelle
energie creative possibili sia gli uomini che alle donne locali. In che modo
dobbiamo fare questo? Cercando di deviare da un lato l’aspetto istintivo di
questi popoli, cioè l’istinto non deve più essere utilizzato per ribellarsi ma
dovrà essere utilizzato e indirizzato verso piaceri carnali, verso appagamenti
di desideri consumistici.
Questo da un lato. Dall’altro
lato dovremo abbattere completamente l’aspetto razionale degli individui. Noi
dobbiamo abbassare la razionalità, dobbiamo eliminarla, e questo possiamo farlo
attraverso un’operazione di educazione e distrazione di massa. L’individuo non
dovrà più pensare razionalmente e criticamente, e nemmeno dovrà utilizzare le
proprie energie in maniera rivoluzionaria, ma dovrà utilizzarle semplicemente
per appagare i bisogni primari di tipo consumistico.
Per capire questo concetto, basta
fare un piccolo paragone tra quello che erano le donne e gli uomini in Italia
per esempio 100 anni fa, oppure quello che erano i nostri nonni, persone che
hanno vissuto la prima e la seconda guerra mondiale. Facciamo un paragone tra
quello che erano queste persone e quello che sono le persone oggi –
naturalmente con le dovute e possibili eccezioni. Vediamo una curva decadente
impressionante, dove l’individuo è sempre meno dotato di razionalità critica e
riesce sempre meno a convogliare le proprie energie verso un senso di
appartenenza a una socialità, quella socialità che ci faceva essere, come
diceva Aristotele, animali sociali.
Oggi quello che l’uomo utilizza è
un appagamento di desideri istintivi, che sono soprattutto virtuali, e questo
fa parte del nostro piano. Dobbiamo ancora di più abbassare la consapevolezza
critica degli uomini e delle donne di quella comunità che noi intendiamo
sostituire, in modo tale che quella comunità non sia più in grado di reagire.
In particolare ci soffermeremo
sull’uomo, perché l’uomo deve essere femminilizzato. Quando dico femminilizzato
non intendo offendere le donne, intendo dire che all’uomo deve essere permesso
di esprimere soltanto atteggiamenti femminili, che però non gli sono propri.
Mentre per una donna questi atteggiamenti sono assolutamente normali, anzi
devono essere in qualche modo anche rivendicati, per l’uomo non sono però
assolutamente adatti. Noi però dobbiamo puntare a femminilizzare l’uomo, perché
se femminilizziamo l’uomo, automaticamente non sarà più in grado di reagire a
una eventuale invasione e sostituzione etnica.
Infine, abbiamo un ultimo
obiettivo, che è quello essenziale del rimpiazzo anche dal punto di vista
biologico. Dovremo fare di tutto affinché l’accoppiamento misto diventi la
normalità. Qui voglio fare una digressione. Dobbiamo stare attenti a utilizzare
i verbi. Un conto è dire che si accetta,
un’altra cosa è dire: si promuove.
Io non metto in dubbio che ci
possano essere delle persone che provano dei sentimenti per persone di un
gruppo etnico diverso, questo può accadere. Ma un conto è accettarlo, altro
conto è propagandarlo. Noi invece, siccome siamo stati pagati per questo, dovremo
fare di tutto per propagandare la mescolanza. Non accettarla, ma propagandarla!
In modo tale che nella comunità che noi vogliamo sostituire entri l’idea che la
mescolanza sia qualcosa di fondamentale; e ci serviremo anche qui dei mezzi di
comunicazione. Per esempio la pubblicità, per esempio faremo una cosa che
prende sempre più piede oggi, cominceremo a parlare di famiglie multietniche,
cioè famiglie in cui è normale che alcuni membri siamo appartenenti al gruppo
etnico che noi vogliamo sostituire al posto di quello locale.
Per cui l’importanza della
mescolanza, la mescolanza come obiettivo primario, sempre fatta passare come
qualcosa di normale, di assolutamente naturale, contro cui non ci si può
ribellare. Attraverso questi punti noi potremo arrivare in un tempo, a
medio-lungo termine, alla completa sostituzione etnica di una comunità locale
stanziata in un luogo da millenni, con un’altra. Dovremmo fare in modo di
essere costanti, cioè di far passare questo processo come qualcosa di
assolutamente naturale, qualcosa che venga interiorizzato, e per fare questo ci
serviremo non solo dei mezzi di comunicazione ma anche dell’educazione.
Fondamentale è educare le nuove
generazioni ad accettare questo. Ci serviremo anche delle Accademie, delle
Università, dove propaganderemo il fatto che quella comunità specifica un tempo
derivava un tempo da quella che noi vogliamo portare a sostituzione (l’uomo
avrebbe origine da un umanoide africano, secondo l’evoluzione darwiniana).
Questo, in sostanza, è quello per
cui noi siamo pagati di fare e che naturalmente porteremo avanti grazie al
nostro piano specifico.
Perché solo su una umanità
senza storia e senza tradizioni, solo su una poltiglia informe di uomini e
popoli senza radici spirituali il potere mondialista giu... (finisce con ...aico) può esercitare
impunemente la sua sovranità assoluta. Ciò spiega la ragione per cui ogni voce
dissonante viene repressa.
Chi ha imposto ai governi le
leggi repressive contro la libertà di ricerca storica, in barba ai tanto
decantati diritti dell’uomo?
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