lunedì 15 marzo 2021

SALMO 2

                                                                    SALMO  2                                             

                                                 Il dramma messianico / Il Re Messia

Il Salmo 2 è un salmo messianico ed è strettamente legato al Salmo 1. C’è un particolare che ci fa capire questo. In Atti 13:33 si legge: «poiché Dio l'ha attuata per noi, loro figli, risuscitando Gesù, come anche sta scritto nel salmo secondo: Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato». È interessante che in certi manoscritti invece di “salmo secondo” si legge salmo primo. Se qualcuno ha scritto “salmo primo” vuol dire che considerava il salmo 1 e il salmo 2 come un solo salmo.

Questi due salmi sono la duplice porta d’ingresso al salterio. Nel primo salmo abbiamo la prospettiva antropologica: l’uomo che fa la volontà di Dio camminando nel suo insegnamento. Nel salmo 2 abbiamo la prospettiva teologica e soprattutto messianica. Il salmo 2 è soprattutto il salmo in cui si canta la vittoria del Messia, la vittoria dell’Unto del Signore sui suoi nemici. Come a dire che l’essere umano veramente ubbidiente a Dio è chiamato a conformarsi all’agire del Messia.

Notiamo tre legami che ci fanno capire come questi due salmi sono collegati tra loro.

1) La parola beato (o felice). Il salmo 1 inizia: beato l’uomo che non segue… Il salmo 2 finisce: beato chi in lui si rifugia (v. 12). Quindi, aprire un salmo e chiuderne un altro con la stessa parola vuol dire connetterli strettamente insieme.

2) Perdere la via. Nel salmo 1 si parla della via dei peccatori. Nel salmo 2 si chiede che i re della terra rendano omaggio al Figlio affinché non perdiate la via (v. 12).

3) Il verbo meditare. Nel salmo 1 è scritto: la sua legge medita giorno e notte (v. 2), dove la parola “medita” traduce l'ebraico yehggeh. Nel Sal. 2:1, “perché invano cospirano i popoli”, la parola “cospirano” traduce la stessa parola ebraica: yehggû, qui espressa al plurale, mentre nel salmo 1 è al singolare.

Salmi 2:1 Perché le genti congiurano perché invano cospirano i popoli?

Questo Salmo contempla un tumulto dei popoli verso Dio e il suo Unto, il mondo intero organizzato contro Dio in opposizione aperta al suo dominio. Perché le genti congiurano, perché invano cospirano i popoli? Ci si riferisce qui ai persecutori del Messia del Signore. È come se Dio non comprendesse questa congiura e questa cospirazione, frutto di una volontà malvagia. Sono per lui cose insensate, stolte, senza alcuna sapienza e intelligenza. Queste cose indicano il degrado di peccato nel quale le genti sono immerse.

Un solo evento ha messo in agitazione tutte le genti e ha spinto i popoli a meditare cose vane: la venuta del Cristo Figlio di Dio.

Non è ammessa indifferenza di fronte a questo evento e non è concessa la possibilità di evitare di prendere posizione. Tutti siamo chiamati a confrontarci con l’unica vera novità della storia. E non in maniera pacifica, perché Gesù viene a mettere in discussione la nostra vita e a chiederci una radicale conversione. Se da sempre l’uomo medita vanità nel suo cuore, la venuta della verità fa risaltare al massimo la vanità di ogni umano pensiero.

Vano è ciò che non ha contenuto. E non ha contenuto ciò che, fatto per accogliere la verità, di essa si priva.

Salmi 2:2 Insorgono i re della terra e i principi congiurano insieme contro il Signore e contro il suo Messia:

Non è una semplice congiura e neanche una cospirazione popolare. Chi insorge e chi cospira sono i re e i principi della terra coalizzati, oltre alle genti, insieme contro il Signore e il suo Messia.

Gli uomini si uniscono e fanno alleanza anche con i propri nemici per fare guerra a Colui che essi considerano il grande nemico della loro vita. Insorge e cospira chi sulla terra detiene il potere, chi dovrebbe governare nel nome del Signore e con la sua autorità. Sono proprio i rappresentanti di Dio a cospirare e a insorgere. 

Qual è il motivo della congiura e della rivolta?

Salmi 2:3 «Spezziamo le loro catene, gettiamo via i loro legami».

Dio viene pensato dalle genti come un carceriere che toglie la libertà, e combattono assurdamente il Cristo che è la vera libertà; quella offerta dal Padre agli uomini. Essi non vogliono essere sottomessi né a Dio e né al suo Cristo. Vogliono la totale autonomia da Dio e dal suo Messia. Non vogliono stare sotto le loro catene, sotto il loro giogo, cioè sotto l’obbedienza alla Sua volontà. E quando si manifesta il Figlio che viene a portare il suo giogo, ecco che prìncipi e re della terra lo vedono come una pesante catena, e si vogliono ribellare.

Queste parole sono pronunciate da coloro che tramano invano. Il senso è questo: spezziamo le loro catene, gettiamo via i loro legami, ossia diamoci da fare affinché la fede cristiana non ci avvinca né ci sia imposta.

Questa visione della volontà del Signore come pesante catena e duro giogo è il frutto del peccato che regna nei cuori. È il peccato che trasforma la verità in falsità e la leggerezza in pesantezza. È il peccato che cambia il dolce in amaro e l’amaro in dolce, il bene in male e il male in bene. Chi cade nel peccato perde la sapienza, l’intelligenza, il discernimento della vera conoscenza.

Erode e Ponzio Pilato, con le genti e i popoli d'Israele, si sono radunati contro Lui (Atti 4:25-28).

Salmi 2:4 Se ne ride chi abita i cieli, li schernisce dall'alto il Signore.

Il salmista coglie la stoltezza, l’assurdità di una tale lotta contro Dio. Ride colui che sta nei cieli, il Signore si fa beffe di loro, di questi loro propositi di stoltezza, arroganza, malvagità. La guerra contro il Cristo che l’uomo trova necessaria, è semplicemente ridicola agli occhi del Signore. Se l’uomo che ha peccato in Adamo è degno della misericordia divina, l’uomo che si pone contro il Cristo merita la derisione ed il giudizio di condanna.

Nessuno, né sulla terra, né nei cieli, né negli inferi è in grado di ostacolare il disegno di salvezza del Signore. L’uomo dinanzi a Dio è sempre come polvere che il vento disperde.

Salmi 2:5 Egli parla loro con ira, li spaventa nel suo sdegno:

Colui che nella Parola fatta carne, vuol far conoscere la bontà e l’amore di Padre, con la stessa Parola manifesterà la sua ira. E li sconvolgerà; non per la conversione e la salvezza, ma per il giudizio di condanna.

Il Signore attesta la sua Signoria onnipotente. Il Signore risponde a questi arroganti e prepotenti, con la sua ira e il suo sdegno. Quando il Signore si adira, lo fa perché vuole manifestare la sua Signoria sovrana e onnipotente.

Nessuno potrà mai ostacolare il disegno di salvezza di Dio. Ira e sdegno di Dio non sono controllabili da parte dell'uomo. Quando il Signore si adira e mostra il suo sdegno, nessun uomo lo potrà contrastare, far retrocedere dal suo progetto.

Salmi 2:6 «Io l'ho costituito mio sovrano sul Sion mio santo monte».

Ora il Signore manifesta qual è il suo decreto eterno: «Io l'ho costituito mio sovrano sul Sion mio santo monte». È Dio in persona che ha stabilito che il suo Consacrato debba regnare in Sion, sulla sua santa montagna, non in un luogo qualsiasi. È stato costituito re proprio colui del quale essi tentavano di spezzare le catene e di gettare via i legami.

Vi potrà essere sulla terra un solo uomo che possa impedire al Signore di realizzare il suo progetto di salvezza per il suo popolo? Dio è sempre dominante sopra la situazione e conduce tutte le cose al glorioso scopo finale.

Salmi 2:7 Annunzierò il decreto del Signore. Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato.

Ora il Signore rivela qual è il suo decreto eterno sul suo Consacrato/Unto/Messia. Lo rivela attraverso il suo consacrato: Annuncerò il decreto del Signore. Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato». Ecco qual è il decreto del Signore: Il Messia non è una persona come tutte le altre, una creatura di Dio, da lui scelta e collocata in alto. Il Messia è vero figlio di Dio. Non è vero figlio per creazione. È vero figlio per generazione. Per creazione siamo tutti. Per generazione è Lui solo.

Nelle rilettura neotestamentaria di questo Salmo, il Cristo (versione greca dell’ebraico “Messia”) attua in sé pienamente questo decreto essendo Egli realmente “il Figlio unigenito che è nel seno del Padre” (Giov. 1:18). Per l’applicazione neotestamentaria proprio in questo punto decisivo: “E noi vi annunziamo la buona novella che la promessa fatta ai padri si è compiuta, poiché Dio l'ha attuata per noi, loro figli, risuscitando Gesù, come anche sta scritto nel salmo secondo: Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato” (Atti 13: 32,33). E ancora: “Infatti a quale degli angeli Dio ha mai detto: Tu sei mio figlio; oggi ti ho generato? E ancora: Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio? (Ebr. 1:5).

È il Padre stesso che chiama Figlio suo, Gesù Cristo e non nel tempo, ma nell’eternità. Quella del Consacrato del Signore è una generazione eterna. Dio lo ha generato nell’oggi dell’eternità. Quando queste parole furono scritte, il significato nella sua pienezza di verità non era chiaro né alla mente del Salmista né a quella di coloro che recitavano il Salmo e lo cantavano nelle assemblee. Di certo non si pensava a una generazione natura da natura, luce da luce, Dio vero da Dio vero.

Questa verità appare in tutto il suo fulgore, con l’incarnazione dell’Unigenito del Padre. Il monoteismo giudaico escludeva qualsiasi possibilità che in Dio vi fossero più persone. La profezia ha bisogno di un lungo tempo per essere compresa nella pienezza della verità. Essa però parla con chiarezza di una generazione che avviene oggi, nell’oggi dell’eternità di Dio ed è questa generazione che fa sì che il Salmo non si riferisca a Davide, ma al Figlio stesso dell’Altissimo.

Si potrebbe intendere “ti ho generato” con l’assunzione della natura umana da parte del Verbo eterno. Ma una cosa è la generazione e altra cosa è l'incarnazione che lo costituisce come il Cristo. 

Dio ha deciso di far sedere il Figlio suo sul trono della storia, non solo come re del suo popolo, ma come re della sua creazione, del suo universo. Ecco perché le genti congiurano e i re della terra insieme ai prìncipi sono in rivolta: il Signore ha deciso come loro re il Figlio suo, colui che oggi ha generato.

Salmi 2:8 Chiedi a me, ti darò in possesso le genti e in dominio i confini della terra.

Dio vuole dare al Figlio non una porzione di terra, bensì tutta la terra, tutti i popoli, tutte le genti. “Perché in Lui e per Lui sono state create tutte le cose e tutte sussistono in Lui”.

Ci troviamo dinanzi a una visione universale del governo e del dominio del Messia. Dio ha deciso di dargli tutte le genti, tutte le terre, non solo quella d'Israele, ma anche le terre più lontane. Niente che è creazione di Dio potrà sottrarsi al dominio del Messia.

Per questo nasce il tumulto. Gli uomini sanno che non potranno più governare indisturbati, con arroganza, malvagità. Il Consacrato del Signore è veramente il Re dei re e il Sovrano dei prìncipi di questo mondo. È il giudice universale dei vivi e dei morti.

L’universalità, si badi bene, a causa della natura del Consacrato, non è per un solo periodo anche se in tutte le terre o presso tutte le genti. Questo poteva valere in parte per un imperatore romano. L’universalità è tutti i luoghi, tutte le genti, tutto il tempo, tutta l’eternità, per sempre. Il Consacrato del Signore è il Re eterno, per sempre, senza successione, senza dinastia, senza alcuna alternanza nella regalità. Solo Lui e nessun altro. Solo Lui è il Re universale, eterno.

Salmi 2:9 Le spezzerai con scettro di ferro, come vasi di argilla le frantumerai».

Questo versetto esprime l’onnipotenza del Consacrato del Signore e allo stesso tempo la fragilità dei suoi oppositori. Chi non vorrà essere guidato dal Figlio, conoscerà la dura verga del castigo. Lo scettro di ferro indica durezza, i vasi di argilla indicano fragilità senza alcuna resistenza.

Non vi è alcuna possibilità che riescano in qualche modo i vasi d’argilla ad opporsi allo scettro di ferro. Per essi è decretata la fine. Il Consacrato del Signore partecipa della stessa onnipotenza del Padre che lo ha generato. Nulla si potrà opporre al suo volere.

È molto interessante l'applicazione che fa l'Apocalisse a questi versi: «Al vincitore che persevera sino alla fine nelle mie opere, darò autorità sopra le nazioni; le pascolerà con bastone di ferro e le frantumerà come vasi di terracotta» (Apoc. 2:26,27). A tutti quelli che avranno perseverato nelle opere di Gesù, Gesù darà autorità sopra le nazioni. Li farà cioè partecipare del suo potere regale di giudizio, e nessuno potrà opporsi con successo al potere regale che Gesù conferirà ai suoi eletti, a quanti cioè hanno compiuto sino alla fine le sue opere. I santi eserciteranno insieme a Cristo la stessa potestà, la stessa autorità sulla terra. Quelli che sono oggi potenti, sono potenti per un solo giorno. Sono potenti di una potenza che sarà schiacciata con scettro di ferro e frantumata come vaso di terracotta. Nessuna differenza tra Gesù e quanti hanno fatto le sue opere. Una stessa autorità, un solo potere, senza distinzioni. L’autorità che Cristo ha ricevuto dal Padre, questa stessa autorità dona ai suoi servi fedeli. Su questa fede dobbiamo impostare tutta la nostra vita.

Salmi 2:10 E ora, sovrani, siate saggi istruitevi, giudici della terra;

La verità è stata annunciata ai prìncipi, ai sovrani, ai re, ai giudici della terra. Cosa chiede il Signore a tutti costoro? Chiede loro di essere saggi e di lasciarsi correggere. La saggezza sta nell’accogliere la verità del Messia di Dio, sottoponendosi al suo governo.

Abbandonatevi all’insegnamento del Vangelo. Voi che comandate sulla terra, re di questo mondo, accogliete la luce che viene dal cielo, lasciatevi correggere dal Signore, voi che giudicate la terra.

Dio li vuole sudditi del suo Messia, suoi alleati per governare in suo nome il mondo. Non li vuole oppositori ridotti in frantumi. Dio viene sempre per la salvezza, mai per la rovina dell'uomo.

Salmi 2:11 servite Dio con timore e con tremore esultate;

Ecco in cosa consiste la saggezza e l’intelligenza, la correzione per i re: fatevi servi del Signore. Servite il Signore con timore ed esultate con tremore. Si serve il Signore con timore non ribellandosi alla sua decisione, anzi, accettandola con grande umiltà e saggezza.

Devono esultare con tremore, perché mai essi devono dimenticare a chi sono stati consegnati. Sono stati consegnati al suo Mesia e Lui è sempre pronto a frantumarli con scettro di ferro. Il tremore consiste nel pensarsi sempre vasi di argilla. Il timore è rispetto, sottomissione, volontà di servire il Signore.

Salmi 2:12 che non si sdegni e voi perdiate la via. Improvvisa divampa la sua ira. Beato chi in lui si rifugia.

Voi che giudicate la terra, abbracciate la correzione che viene dal cielo, perché il Signore non manifesti la sua ira e vi perdiate dalla retta via.

Nessuno pensi che il Signore non interviene. Potrebbe intervenire in ogni momento. A lui basta un solo secondo per sconvolgere la storia.

Quando divamperà improvvisala sua ira, beati tutti quelli che si rifugiano in lui! Come ci si rifugia nel Signore? Accogliendo il suo Consacrato come suo vero re e Signore della propria vita. La vera beatitudine per l’uomo è una sola: sottomettersi al decreto eterno di Dio, accogliendo come suo Re il Messia stabilito da Dio. Beati tutti gli uomini che hanno posto la loro fede in Cristo Gesù; saranno fatti salvi nel giorno del giudizio.

Il Testo Masoretico fa iniziare questo verso con le parole: naššeqû¬var, variamente tradotto: Baciate il figlio; Ricevete istruzione; Rendete omaggio sincero; Prostratevi dinanzi a lui; Rendete omaggio al figlio; Sottomettetevi al figlio. Našše significa “baciate”, mentre var significa “figlio” o “puro”. Baciate il figlio (o il puro) – nel senso di rendergli omaggio – affinché Egli (Dio) non si adiri. Nella venuta dei Magi a Betlemme (Mat. 2:1-12) possiamo vedere una misteriosa realizzazione dell’omaggio annunciato dal salmo.

Il salmo 2 aggiunge le indicazioni che mancavano al primo: non basta allontanarsi dal peccato e meditare la legge di Dio, bisogna credere in Cristo ed entrare a far parte della sua eredità. Il salmo 1 chiama beato un solo uomo; il salmo 2 annuncia la beatitudine di tutti gli uomini, purché si affidino al Cristo.




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