mercoledì 5 febbraio 2020

LO SAPEVATE CHE...


Metternich pronunciò questa famosa frase:

Italien ist ein geographischer begriff
(L’Italia è una espressione geografica)

Non aveva nessuna intenzione denigratoria, semplicemente esprimeva una constatazione che un paese come l’Italia non poteva essere rinchiuso negli angusti spazi del concetto di nazione, perché l’Italia ha qualcosa che la rende unica in tutto il mondo: Roma. Il centro da cui si è irradiato – dopo la caduta di Gerusalemme - il cristianesimo nel mondo, perché Roma non è stata soltanto il centro dell’Impero Romano, ma è stata ed è ancora il centro della cristianità.

Le radici cristiane (non protestanti) è ciò che ha reso unita l’Italia nella storia. Che cosa accomuna Predoi (il paese più a nord dell’Italia) con Lampedusa? La lingua? No, dato uno parla tedesco e l’altro no. La cultura? No. La cucina? No. Le tradizioni? No. Che cosa accomuna un cittadino del Friuli con uno della Sardegna?  Soltanto la stessa fede nella croce di Cristo.

La stessa cosa valeva per l’Europa medievale. Uno svedese e un siciliano si comprendevano benissimo nonostante la diversità di cultura e tradizioni. Oggi l’Europa ha sostituito Dio al denaro della finanza, che è il nuovo vitello d’oro. Non si tagliano le radici nelle quali si è cresciuti, eppure l’Europa le ha tagliate.

Sapete perché chi non sapeva scrivere usava firmare con la croce? Perché nel Sacro Romano Impero, il suo primo imperatore – Carlo Magno – non sapeva né leggere né scrivere ma era un devoto credente e si firmava con una croce.

Alla fine dell’impero romano c’era crisi economica, disoccupazione dilagante, povertà, classe media distrutta, crisi morale, famiglie sfasciate, divorzi, omosessualità, scetticismo, corruzione, crisi politica, tutte le grandi istituzioni (Senato) erano praticamente crollate, e in più c’era una grande crisi demografica. Nel periodo d’oro Roma aveva 1.000.000 di abitanti, al suo crollo ne aveva 80.000. Il motivo principale era la detanalità, gli aborti erano frequentissimi. Si usava come contraccettivo le proprietà di una pianta che cresceva in Cirenaica, il Silfio, praticamente l’hanno fatta estinguere con l’uso.

Chi, in questa condizione, raccolse i cocci di questo disastro e costruì la civiltà che noi conosciamo? Benedetto da Norcia, che attraverso l’esperienza dei monasteri recupera l’essenza del cristianesimo, rimette Cristo al centro di tutto. Noi non abbiamo neanche idea di quanto siamo debitori alla Regola di S. Benedetto, che è il caposaldo su cui si è costruito tutto, anche nelle cose banali di tutti i giorni.

Prendiamo per esempio l’orario dei pasti. All’epoca di Benedetto si consumava un pasto principale nella giornata tra le 4 e le 7 del pomeriggio, e poi ciascuno sgranocchiava qualcosa durante la giornata. La colazione, il pranzo e la cena l’ha introdotta la regola di S. Benedetto.

Sapete da cosa deriva la parola colazione? Dalle collationis, che erano le letture che i monaci facevano al mattino.

In inglese il termine breakfast, che significa interrompere il digiuno (break-fast) è un termine monastico.

Lavarsi le mani prima dei pasti viene dalla regola. La buona usanza che un giovane ceda il posto a un anziano, cosa che non esisteva al tempo dei romani, la introduce la regola: il monaco più giovane doveva alzarsi e cedere il posto al monaco più anziano.

Il primo e il secondo di ogni nostro pasto lo dobbiamo alla regola, la quale dice: “Due pasti cotti e come terzo eventualmente frutta o verdura”. Addirittura anche l’uso del pane (una libra) e del vino (un heminem - ½ lt) - la regola stabilisce anche le quantità - questo ricorda il sacrificio di Cristo, hanno un valore simbolico, sono stati introdotti nella dieta per questo motivo.

La politica. Il nostro sistema elettorale si basa sul sistema che i monaci usavano per l’elezione dell’abate. Addirittura i concetti di maggioranza assoluta, maggioranza relativa, che non esistevano al tempo dei romani, vengono introdotti dai monaci.

Il termine ballottaggio, sapete da cosa deriva? Dalle ballotte, le palle nere e bianche che i monaci utilizzavano per dire sì o per dire no. E il termine scrutatore del seggio da dove deriva? Dagli scrutatores che erano i monaci incaricati di registrare i voti per l’elezione dell’abate.

Quando per la prima volta tutti i monaci europei si sono incontrati per concordare sui punti delle regole, hanno detto: Come chiameremo questo che stiamo facendo? Noi qui ci siamo riuniti per parlare, allora lo chiameremo Parlamentum. La parola Parlamento nasce lì.

L’Europa non avrebbe saputo niente del suo passato - pensate a un buco nero - se degli uomini non avessero speso la loro vita, bruciandosi la vista al freddo di uno scrittoio, per ricopiare, ricopiare, ricopiare. Senza questi uomini, gli amanuensi, noi non avremmo mai saputo che fosse esistito un generale che si chiamava Giulio Cesare, un filoso che si chiamava Aristotele, la storia di Roma, avremmo avuto un blackout totale, come nel caso degli Etruschi, non avremmo saputo niente. Avremmo visto il Colosseo e avremmo detto: Chissà chi l’ha fatto? Cosa facevano lì dentro? A cosa serviva?

È grazie a questi uomini che abbiamo la scrittura minuscola standard, l’hanno inventa loro. Prima di loro la scrittura corsiva cambiava di luogo in luogo e le parole erano tutte attaccate. Praticamente ci voleva l’interprete. Sono loro che con questo metodo hanno facilitato la comunicazione internazionale. Non è un dettaglio da poco.

Hanno inventato anche il punto interrogativo. Prima non esisteva. La parola domanda in latino è

quaestio
quaestio
qo  abbreviano e prendono la prima e l’ultima lettera

q poi mettono la q sopra la o
o
    aprono l’occhiello della q e nasce il punto interrogativo
?

Il concetto che noi diamo per scontato di sanità e di ospedale, è la Regola! «La cura dei malati, prima di tutto e sopra tutto deve essere realizzata».
Al tempo dei romani non esistevano gli ospedali. C’erano soltanto delle specie di infermerie militari, i civili non l’avevano.
Benedetto, partendo dalla parabola del buon samaritano, cioè vedere nel prossimo Cristo, obbliga i monasteri a dotarsi di una infermeria per i malati. Da queste infermerie cosa nasce? Nasce l’Hospitale pauperum et pelegrinorum, l’ospedale!

Il formaggio grana. Nell’abbazia Chiaravalle di Milano, nel 1135 c’è una sovrabbondanza di latte, non sanno come conservarlo, e inventano il formaggio grana.

La birra l’inventano loro, e lo fanno per tre motivi:

1)      Sanitario – per mancanza d’acqua potabile. Facendo la birra l’acqua bolle e la preserva da infezioni
2)      Cibo. La birra ha un potere nutritivo. Veniva utilizzata in tempo di quaresima e digiuno in sostituzione al cibo.
3)      Vendita – per mantenere le opere e il monastero.

Sapete chi è il santo patrono dei birrai? Un vescovo. Sant’Arnoldo, quello che ha scritto che dal sudore dell’uomo e dall’amore di Dio è nata la birra nel mondo. Questo vescovo si era accorto che durante un’epidemia quelli che bevevano acqua si ammalavano, quelli che bevevano birra, no. Obbliga tutti i fedeli a bere solo birra.

L’agricoltura si era completamente persa nella notte buia delle invasioni barbariche e della fine dell’impero romano. La recuperano i monaci.
La bonifica: pensate che la pianura Padana era uno dei posti invivibili d’Europa, diventa quello che è grazie ai monaci.

La musica. Guido d’Arezzo, monaco benedettino, inventa le note musicali.
Chissà quanti cantanti rock, magari anche satanici, sanno che le note musicali sono le iniziali di un inno dedicato a S. Giovanni Battista composto da un monaco, Pietro diacono nel ‘700 dC

Ut queant laxis
Resonare fibris
Mira gestorum
Famuli tuorum
Solve polluti
Labii reatum
Sancte Iohannes

L’Ut venne poi chiamato Do a partire dal XVII secolo da Gian Battista Doni (dalle iniziali del suo cognome).

Forse, l’invenzione più importante che dobbiamo a questi uomini è la scuola. Un monaco benedettino, Alcuino da York, l’uomo più intelligente, colto, ed erudito di quell’epoca, viene chiamato da Carlo Magno a Parma, e Alcuino convince Carlo Magno su due cose:

-          la connessione tra la fede e la cultura
-          l’importanza che ci sia un popolo che abbia un minimo d’istruzione

Carlo Magno incarica Alcuino di elaborare il progetto. E qui nasce la scuola. Il sistema scolastico: la didattica, la programmazione, le materie, ecc.
Le materie erano: grammatica, retorica, dialettica, musica, matematica, aritmetica, geometria e astronomia.

Obbliga i vescovi, sacerdoti, conventi, ad aprire scuole sia per i figli dei poveri e sia per i figli dei nobili, indistintamente, almeno fino al livello elementare.


Ma non finisce qui. C’è il lavoro. Ora et labora viene da Benedetto. Ha rivoluzionato l’Europa.

Al tempo dei romani il lavoro era una questione servile, roba da servi, perché l’uomo libero era l’uomo che poteva dedicarsi ai piaceri intellettuali, alle relazioni sociali, andava alle terme, faceva politica, tanto che il valore positivo era l’ozio. Tanto che il negozium (l’attività) era qualcosa di negativo.

Benedetto opera una rivoluzione copernicana. L’ozio diventa un nemico dell’anima, e il lavoro diventa il valore positivo, non tanto in una prospettiva materialista, ma perché attraverso il lavoro l’uomo diventa collaboratore dell’opera creatrice di Dio. C’è un significato spirituale.

Ed è da questa incredibile rivoluzione benedettina che nasce ed esplode tutta quella magnificenza che è il medioevo dei mercanti, degli artigiani, degli artisti.

Noi gli dobbiamo tutto.

Nel prologo della regola benedettina c’è scritto:
Alziamoci, dunque, una buona volta, dietro l'incitamento della Scrittura che esclama: "È ora di scuotersi dal sonno!"


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