10° COMANDAMENTO: NON DESIDERARE...
Perché è così
importante prenderci cura dei nostri desideri? Perché per esempio i
10 comandamenti finiscono con una lunga serie di cose da non
desiderare: non desiderare la donna d’altri, la casa, la serva, il
bue, l’asino, ecc. Perché Dio si prende tanta premura dei miei
desideri. Non solo mi dice quello che non devo fare, ma mi dice anche
quello che non devo desiderare. È invadente. Perché?
Per rispondere a questa domanda, che è una domanda
molto grande, propongo cinque passi di pensiero.
1) L’essere umano è di per sé un essere desiderante.
Noi desideriamo sempre, e desideriamo perché siamo radicalmente
mancanti, ci manca qualcosa (che desideriamo). Qualcuno disse:
potresti avere anche il mondo intero ma se perdi l’anima a che ti
serve? Vuol dire che l’anima è più grande del mondo intero.
Tutta la terra non ci basta. All’inizio uno può
credere che basti poco a soddisfare il nostro desiderio, però
basterebbe soddisfarlo quel piccolo desiderio, per capire che ti
manca di nuovo qualche cosa. Come diceva quella pubblicità? Mi
manca tanto la Peroni. Però se ti danno la Peroni non è che poi
sei contento, sei contento per poco, poi ti manca qualcosa d’altro.
Cosa? In realtà non lo sappiamo. Funzioniamo così,
indipendentemente dalla risposta che diamo.
Per riassumere questo primo passo: noi desideriamo
tanto, non ci è affatto chiaro cosa desideriamo, sappiamo però di
avere dentro di noi come una mancanza che praticamente quasi nulla se
non nulla del mondo riesce a soddisfare.
2) Proprio per questo (non sappiamo che cosa veramente
desideriamo nel nostro profondo) i nostri desideri vengono
determinati da fattori non autentici. Li copiamo. Mettete due bambini
in una stanza con 10 giocattoli. A un certo punto un bambino prende
uno dei 10 giocattoli, che succede? Che normalmente l’altro lo
vuole anche lui. Questo significa che noi non abbiamo desideri propri
ma desideriamo quello che gli altri desiderano, quello che hanno gli
altri (e questo la pubblicità lo sa bene).
Questo energia che abbiamo dentro, di desiderio, si
devia emulando i desideri che incontra nel mondo. Desideriamo il
successo, il denaro, perché siamo convinti che questo ci darà
soddisfazione e appagherà la nostra fame.
Il più grande progetto psicologico mai intrapreso dalla
razza umana è la pubblicità, cioè riempire il desiderio infinito
dell’uomo di soddisfazioni inutili, cioè ingannare il desiderio
dell’uomo. Facendolo convergere verso oggetti più o meno inutili è
un progetto immenso per il quale lavorano milioni di persone
applicando la loro intelligenza per questo, ci lavorano psicologi.
Immagina puoi - diceva la pubblicità. Ti danno
un'automobilina (nella pubblicità), ti fanno vedere questa bella
automobilina che va per i monti, tutto verde, tutto bello, non è che
ti fanno vedere Roma alle otto di mattina con due ore di
avvelenamento da traffico, no, ti fanno vedere lande deserte, pulite
(perché non ci sono auto), ce n’è solo una quella che devi
comprare tu, se la immagini, e tu poveraccio che stai male, che non
sai che cosa desideri ma sai che sei triste, e frustrato, e dentro
cominci a pensare: Mamma mia se ce l’avessi sarei felice.
La società è strutturata sul desiderio inutile, che
chiamiamo consumismo. Che cos’è il consumismo?
È una società fondata su desideri inutili, se non
dannosi, che devono sempre essere sollecitati e anche inventati,
perché altrimenti il Pil che fine fa? Che fine fa la Crescita?
Questa Crescita… che un concetto ambiguo… la Crescita può essere
anche di una massa tumorale, non sempre la crescita è una cosa
felice per l’organismo, dipende… Sarebbe il tempo di fare un
certo discernimento su questi concetti.
3) Possiamo andare a vedere che cosa desideriamo nelle
profondità del cuore? Il nostro cuore spesso è sepolto, e noi non
riusciamo ad ascoltare a fondo cosa questo cuore desidera. Proviamo a
sentirlo. Che cosa desidera il nostro cuore adesso? Se lo ascoltiamo
sicuramente possiamo essere d’accordo che noi tutti vogliamo
vivere. Che cosa vuole il nostro corpo? Vuole vivere. Se potesse
parlare direbbe: fammi vivere ancora, ancora un po’.
Ma se lo ascoltiamo ancora di più, sentiamo che non gli
basta sopravvivere, noi vogliamo vivere ma in una forma
intensificata, cioè vogliamo vivere di più, vogliamo vivere in modo
più intenso. SE lo sentite, il desiderio non è semplicemente voglio
vivere un giorno in più, ma vorrei che questo giorno fosse più
vivo, più ricco, più felice. Noi vogliamo avere relazioni molto
intense. Perché? Perché ci rendono felici, noi vogliamo la gioia,
quindi una beatitudine, e in più vogliamo che tutto questo non
finisca mai.
Quindi noi vogliamo vivere, vogliamo amare, vogliamo
conoscere, vogliamo sapere perché stiamo qui nel nostro paese, che
stiamo a fare sulla terra, io ci sto dal 1959 (e ognuno ha la sua
data di scadenza che non conosciamo), ma che ci stiamo a fare?
L’universo che ci sta a fare? Perché siamo coscienti di tutto ciò?
Quindi noi vogliamo sapere. Vogliamo vivere, amare, sapere, e godere
in eterno. Questo è il nostro vero desiderio. E cos’è una vita,
amore, sapere, gioia, e beatitudine eterni? Dio!!
Solo in Dio riposa l’anima mia dice il salmo 62. Cerca
la gioia nel Signore e esaudirà i desideri del tuo cuore (Sal.
36:4). Credici che questo sia ciò che vuoi e punta tutto su questo.
Se tu consacri i tuoi sforzi nella ricerca del vero, i tuoi desideri
vengono realizzati.
Cercate il regno e la giustizia di Dio e tutto le altre
cose vi saranno sopraggiunte.
La rinuncia che ci viene richiesta è la rinuncia al
nulla, la rinuncia all’errore, la rinuncia alle deviazioni del
desiderio.
Sal. 111:10 il desiderio degli empi fallisce.
Chi sono gli empi? Siamo noi quando non siamo allineati
nel giusto desiderio. Quando siamo ingiusti, quando non siamo
orientati correttamente i nostri desideri falliscono.
Quante volte i nostri desideri falliscono, e poi magari
ci accorgiamo che erano ingannevoli, e ciò che costruiamo su quella
base fortunatamente crolla, statene certi è questione di tempo. Non
è una sventura è una grazia. Che crolli ciò che non ha fondamento
– anche se quando accade può farci male – è una “grazia”.
4) A seconda di come io orienterò i miei desideri darò
forma alla mia vita. Noi prendiamo la forma di ciò che desideriamo
di più. Se io desidero il potere cercherò di diventare un uomo di
potere. Se il mio desiderio è di accumulare più denaro possibile,
che cosa diventerò?
Una vecchia canzone che si attribuisce a Leonardo da
Vinci dice: «movesi l’amante per la cosa amata; se la cosa
amata è vile l’amante si fa vile». Noi prendiamo la forma, la
sostanza, i caratteri di ciò che amiamo.
Questa è la grande questione dell’idolatria dell’AT.
Tutta la lotta dei profeti contro gli idoli è esattamente questo: se
tu ami gli idoli diventi come gli idoli. Gli idoli come sono? Morti.
Non parlano, non amano, non esistono, se tu ami gli idoli diventi
come loro, se ami il Dio vivente diventi un uomo vivente.
Che cosa possiamo fare per orientare i nostri desideri?
Da una parte dovremmo lavorare nel riconoscere quei desideri che sono
nati e cresciuti in noi sulla base di ferite, difese, cioè sulla
base della nostra storia psicologica. Se io non faccio questo lavoro
su di me, sarà molto difficile discernere i desideri impropri.
Faccio un esempio. Se io sono stato ferito nella mia
famiglia. Questo è un vissuto, non è detto che siano fatti. Se io
ho percepito un forte rifiuto, e mi sono difeso da questo rifiuto,
inconsciamente perché il bambino reagisce in modo inconscio, si
difende per sopravvivere, però ho improiettato l’idea che per
sopravvivere devo dire sempre sì, devo essere molto bravo,
ubbidiente, ho creato una strategia difensiva della condiscendenza.
Allora, in questa area in cui io oramai mi sono abituato a vivere,
sorgeranno determinati desideri, per esempio desidererò essere
sempre bravo, desidererò non dare mai fastidio a nessuno, questo
diventerà un mio desiderio che plasmerà la mia vita. Io per tutta
la vita continuò a credere di desiderare di non dare fastidio a
nessuno, ma in realtà quello non è un mio vero desiderio; è un
desiderio che è nato da una ferita.
Purtroppo otterrò esattamente il contrario di ciò che
spero di ottenere, e cioè io penso: se non darò fastidio a nessuno
mi vorranno bene… e invece mi prendono a calci. Penso: se faccio
tutto quello che mi dicono forse avranno un po’ di stima di me…
calci negli stinchi. E allora tu pensi: Devo fare ancora più cose
per farmi rispettare e accettare… desideri, desideri… ma non
ottieni nulla perché non è quello che desideri.
Dobbiamo andare a trovare i nostri desideri fittizi,
convinti che è ciò che noi desideriamo, e sbattiamo la testa.
Sempre la stessa storia: incontro solo persone che non mi amano,
nessuno mi riconosce per quello che valgo, mia mamma mi criticava
dalla mattina alla sera… dobbiamo entrare dentro questi meccanismi.
Dobbiamo indebolire la forza di questi desideri che non sono i nostri
veri desideri. È un lavoro che fa fatto con umiltà, onestà e con
coraggio. Sono compensazioni, sono droghe. Siamo malati, non dobbiamo
giudicarci ma curarci. Gesù è venuto per i malati non per i sani.
Poi c’è bisogno di preghiera che serve a
sintonizzarci meglio con la profondità del cuore. La preghiera è un
lavoro, è un esercizio per accordarmi con ciò che il mio cuore
veramente desidera.
Ciò di cui parliamo è anche una lotta. C’è un
conflitto tra i desideri. C’è un conflitto dentro di me.
Romani 8:6
Perché ciò a cui la carne ha l'animo è morte,
Ora uno pensa, chissà che cosa sono questi desideri
della carne. La carne è semplicemente il nostro vecchio uomo (potrei
anche avere desiderio di santità come vecchio uomo). I desideri
della carne portano alla morte, qualunque essi siano, provengono
dalla sterilità non vengono dalla vita.
Romani 8:6
… ma ciò a cui lo spirito ha l'animo, è vita e pace;
Non è soltanto una lotta interiore, ma è una lotta che
ha effetti storici, politici, culturali.
Il Cristianesimo non è una religione, è la fine delle
religioni, ed è l’inizio di una nuova umanità. Poi è chiaro che
le organizzazioni cristiane servono, ma devono essere al servizio
dell’uomo. Sappiamo bene che questo a volte accade e a volte non
accade, però questo è il dramma messianico, non possiamo
sottrarcene, né possiamo tirarcene fuori, bisogna stare nella lotta,
bisogna accettare che c’è un chiaro-scuro nella vita, nella mia
vita, e quindi anche nella chiesa, dobbiamo esserne consapevoli,
dobbiamo denunciare le cose che non vanno, purificare la chiesa,
dall’interno. Tutto ruota intorno al mistero dell’incarnazione
Questo è un mistero storico, e quindi non è che mi posso fare il
cristianesimo per conto mio, che fa ridere perché ne farei
sicuramente uno peggiore (l’abbiamo visto nella storia nel mondo
protestante-evangelico), quindi siamo dentro questo corpo
chiaro-scuro che già Gregorio Magno (VI secolo) diceva che la chiesa
è amplissima nelle cose carnali ed esiguissima nelle cose
spirituali.
Non ti liberi dal cristianesimo storico negandolo –
come ha fatto il protestantesimo, DIVENTANDO PER QUESTO ERETICO - così come non ti liberi da una
famiglia oppressiva scappando a Katmandu. Ti liberi dalle ferite di
una famiglia oppressiva elaborando fino in fondo quella storia, e
alla fine assumendotene la responsabilità.
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