Lettera
ai Galati
e
l’eresia della giudaizzazione passata e moderna
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Ekklēsíais tēs Galatías
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INDICE
Introduzione………………………………………………………………………………
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5
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Capitolo 1:1-10…...…………….…………………….…………………………………..
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7
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Indirizzo (1:1-5)……………………….……………………………………………….
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7
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Ammonizione
(1:6-10)………………………………….…………...…………………
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9
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I. Apologia
personale (1:11-2:20)…………………………………...……...……………
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12
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La chiamata di
Dio (1:11-24)….……………………………………….………………
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12
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L’assemblea di Gerusalemme
(2:1-10)……………………………..…...……………..
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15
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Pietro e Paolo
ad Antiochia (2:11-14)………….………………………...………….…
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22
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Il vangelo di
Paolo (2:15-21)…..…………………….………………………………...
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25
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II. Argomentazione
dottrinale (3:1-4:31)………………………………………...……..
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31
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L’esperienza
cristiana (3:1-5)………………...………………………………………..
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31
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Testimonianza
della Scrittura: la fede e la legge (3:6-14)….………………………….
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34
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La legge non ha
annullato la promessa (3:15-18)…...…………………………………
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40
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Funzione della
legge e funzione della fede (3:19-29)……………………………...…..
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42
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Filiazione
divina (4:1-11)……………………………….……………………………...
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51
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Ricordi
personali (4:12-20)…………………………………..………………………...
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58
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Le due
Alleanze: Agar e Sara (4:21-31)………………….……………………………
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61
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III. Parenesi (5:1-6:18)…..………………………………………………………………
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68
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La libertà
cristiana (5:1-12)…….……………………………………………..............
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68
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Libertà e
carità (5:13-26)………........…………...........................................................
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75
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Precetti vari intorno
alla carità e allo zelo (6:1-10)……………………………………
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82
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Epilogo
(6:11-18)………………………………………………………………………
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88
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Appendice: Chi è
l’Israele di Dio?...................................................................................
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94
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CAPITOLO 1
Indirizzo (1:1-5)
Galati 1:1 Paolo, apostolo (non dagli uomini né per
mezzo di alcun uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre che l'ha
risuscitato dai morti),
Chi ha l’autorità nella chiesa?
Tutti indistintamente? Tutti sono sullo stesso piano riguardo l’insegnamento? Tutti
hanno voce in capitolo per stabilire ciò che è volontà divina e ciò che non lo
è? Tutti possono stabilire qual è la sana dottrina? La risposta è no! Subito,
già nel primo verso, Paolo specifica che non ha ricevuto l’incarico apostolico
dagli uomini, ma direttamente da Gesù Cristo e da Dio Padre, che ha risuscitato
Gesù dai morti. Chi leggerà la lettera
dovrà sapere chi lo ha chiamato, chi lo ha inviato, chi lo ha costituito
apostolo. L’autorità di Paolo viene direttamente da Dio, e se viene da Dio egli
può anche intervenire in questioni di fede che riguardano la comunità, senza aver
bisogno di consultarsi con altri.
Dietro l’incarico apostolico di Paolo c’è Gesù Cristo e
dietro di lui ci sta Dio stesso, il Padre. L’apostolato, come lo intende Paolo,
è dunque fondato nel vangelo che egli ha annunciato ai Galati come inviato di
Cristo.
Nelle
prime due lettere scritte da Paolo (prima e seconda Tessalonicesi), non c’è un
inizio come questo, che mette subito in evidenza che egli è apostolo per
chiamata e invio da parte di Dio. La rivendicazione di autenticità nella prima
lettera ai Tessalonicesi c’è anche lì, ma non è messa all’inizio bensì nel
corpo della lettera (1Tess. 2:4, siamo stati approvati da Dio che ci ha stimati tali da
poterci affidare l'Evangelo) e non ha la
forza perentoria della lettera ai Galati. Paolo farà la stessa cosa con le
altre lettere scritte alle chiese, facendole iniziare con l'affermazione che
egli è apostolo per volontà di Dio. Se ne deduce che è dalla lettera ai Galati
che Paolo sente che è necessario mettere subito in evidenza la sua elezione ad
apostolo da parte di Dio.
I suoi
rivali, facendo fatica a demolire il messaggio del Vangelo che lui predicava,
cercavano di denigrarlo mettendo in dubbio la sua autorità e quindi svalutando
il suo servizio.
È vero
che Paolo non aveva mai visto Gesù durante la Sua vita sulla terra; ma il
Signore gli si era rivelato direttamente. Gli altri apostoli sono stati
chiamati e istruiti da Gesù durante il suo ministero terreno, Paolo ha ricevuto
la chiamata e la rivelazione del Vangelo dal Cristo risuscitato, che sta proseguendo
la sua opera dal cielo. Paolo proclama l’origine divina del suo apostolato.
Quando sono in gioco gli interessi del vangelo, la falsa modestia va messa da
parte.
Va da
sé, che qualunque chiesa che oggi non possa far risalire la sua origine a un
apostolo, è un falsa chiesa, per buona pace di tutto il mondo "protestante".
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