sabato 17 ottobre 2020

LA RISURREZIONE DEL SIGNORE NELLA LITURGIA CRISTIANA

La Risurrezione del Signore nella liturgia cristiana

La sera del sabato santo comincia l'ultimo giorno del triduo pasquale, suo culmine gioioso e vittorioso, con la «madre di tutte le veglie», come la definiva sant'Agostino: cammino che approda alla luce della Resurrezione.

La veglia inizia con l'accensione e la benedizione del fuoco nuovo, simbolo del Cristo risorto. Spente le luci nella chiesa, si accende fuori di essa un falò attorno al quale si radunano i fedeli.

L'estinzione di ogni luce significa anche l'abrogazione della Legge Antica mentre l'arrivo del fuoco nuovo indica la promulgazione della Nuova Legge portata dal Cristo che affermava: «Io sono la luce del mondo». La pietra focaia, dalla quale si dovrebbe ricavare secondo la tradizione il fuoco nuovo, è anche simbolo del Cristo secondo quanto scrive san Paolo: «Gesù Cristo stesso è la pietra angolare»; come lo è infine il Cero pasquale che viene acceso al nuovo fuoco.

Sant'Agostino spiegava che nel cero ardente si dovevano distinguere la cera, lo stoppino e la fiamma: la cera, simbolo della carne del Cristo; lo stoppino della sua anima; e la fiamma della sua divinità. Ma quando è ancora spento il Cero è il simbolo del Cristo morto. Per questo motivo prima della sua accensione il sacerdote incide su di esso con uno stilo una croce: sopra di essa traccia la lettera greca alfa e sotto la lettera omega; ed entro i quattro angoli formati dai suoi bracci le cifre dell'anno corrente. Poi conficca cinque grani d'incenso in forma di croce. Questi grani sono il simbolo delle cinque piaghe della Passione.

Infine il sacerdote con un lungo cerino accende al fuoco nuovo il Cero pasquale e si avvia verso l'entrata della chiesa cantando Lumen Christi mentre i fedeli rispondono: Deo gratias.

Sulla soglia alcuni fedeli vi accendono la loro candela e poi diffondono la fiamma a quelle degli altri, sicché a poco a poco tutta la chiesa è punteggiata di lumini e infine risplende di tutte le sue luci.

Il Cero acceso simboleggia il Cristo risorto, segno di speranza nei secoli, e le candele accese dei fedeli la loro comunione nel Cristo da cui hanno ricevuto il Fuoco e la Luce. Il rito, detto Lucernario, sarebbe stato compreso immediatamente dai Magi che fecero visita a Gesù, perché al centro della loro tradizione il fuoco era l'epifania dell'energia divina.

Il Cero resterà acceso fino alla Pentecoste, ovvero sino alla conclusione della Grande Pasqua che dura cinquanta giorni. Dopo il Lucernario segue la liturgia della Parola durante la quale vengono proposte nove letture, sette dall'Antico Testamento e due dal Nuovo.

Un tempo, durante la veglia pasquale si celebravano i sacramenti dell'iniziazione, battesimo, cresima ed eucaristia, che introducevano il catecumeno nella Chiesa. Oggi ancora si raccomanda, se è possibile, di celebrare il battesimo durante la veglia per sottolinearne il carattere pasquale. Ma prima della celebrazione del battesimo viene benedetta l'acqua, portata successivamente alla fonte battesimale.

L'Ufficio per la Settimana Santa della liturgia preconciliare spiegava:

«Egli la divide in forma di croce perché dalla passione e morte di Gesù Cristo ha la sua virtù; la tocca con la mano per discacciarne il demonio; fa tre croci sopra il Fonte per indicare che nel battesimo concorre tutta la Santissima Trinità, come intervenne in quello del Cristo; divide nuovamente e spande l'acqua verso le quattro parti del mondo perché fu comandato agli apostoli di andare per tutto il mondo a predicarvi la fede e a conferire il battesimo; aspira sopra di essa tre volte in modo di croce per esprimere la Trinità; v'immerge il Cero tre volte acciocché lo Spirito Santo vi discenda con la pienezza della sua grazia, e lo alza per significare come la grazia di questo sacramento solleva l'anima dal peccato alla gloria; soffia l'acqua tre volte per denotare la venuta dello Spirito Santo, dato pure agli apostoli dal divino Maestro col soffiare sopra di essi; e finalmente vi infonde l'olio dei Catecumeni e il Crisma, simboli l'uno dell'umanità e l'altro della divinità di Gesù Cristo, e ve li mescola insieme per significare l'unione di Lui col popolo cristiano per mezzo del Battesimo».

Oggi il rito è semplificato ma anche impoverito: il sacerdote si limita a benedire l'acqua e a immergervi il Cero pasquale una o tre volte dicendo: «Discenda, Padre, in quest'acqua, per opera del tuo Figlio la potenza dello Spirito Santo...».

L'acqua è uno dei simboli fondamentali dell'esperienza religiosa non solo biblica, ma di tutta l'umanità. Le acque infatti, praticamente in tutte le culture, figurano la fonte e l'origine dell'esistenza.

Anche nell'Antico Testamento le acque avevano la stessa funzione. «Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati» dice il Signore tramite il profeta Ezechiele: «io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli: vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei precetti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi».

L'immersione nell'acqua (baptismós, in greco) è il rito di purificazione che Giovanni compie sulle rive del Giordano e al quale si sottopone il Cristo che dirà poi a Nicodemo: «In verità, in verità, ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito non può entrare nel regno di Dio».

L'acqua simboleggia anche l'efficacia del sangue redentore del Cristo paragonato a un'acqua che lava. Tertulliano osservava che l'acqua è la sede dello Spirito divino; ad essa fu ordinato all'inizio dei tempi di produrre tutti gli esseri viventi: «Ogni acqua naturale acquista dunque, grazie all'antica prerogativa di cui fu onorata all'origine, la virtù santificante del sacramento, purché Dio sia invocato a tal fine».

Per questi motivi il battesimo è profondamente pasquale: sia perché nasce dal sacrificio della Croce e della Resurrezione, sia perché esso stesso è un «passaggio». Dopo la solenne benedizione dell'acqua i battezzandi con la candela in mano ricevono il sacramento; i catecumeni adulti vengono poi confermati dal vescovo o, in sua assenza, dal sacerdote.

Non sempre nella veglia pasquale si amministra il battesimo, ma sempre si svolge la rinnovazione delle promesse battesimali di tutti i fedeli che stanno in piedi con la candela in mano.

La veglia si conclude con la messa pasquale cui seguirà al mattino quella della domenica della Resurrezione.


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