martedì 13 ottobre 2020

ROSH HASHANAH NON E' UNA FESTA BIBLICA

 "Questo mese sarà per voi il primo dei mesi: sarà per voi il primo dei mesi dell'anno" (Es. 12.2).

Questo testo si riferisce al primo mese del calendario ebraico, quello che in teoria dovrebbe essere Rosh HaShanah (= capodanno). Tuttavia, Dio pronunciò queste parole mentre stava preparando il suo giudizio sull'Egitto, sette mesi prima della data in cui oggi si celebra Rosh HaShanah. Per ben due volte nello stesso verso Dio ripeté il comando, per assicurarsi che non ci fossero equivoci sul momento in cui doveva iniziare il nuovo anno. Eppure oggi il popolo ebraico (e purtroppo molti gentili) festeggiano l'inizio del nuovo anno il primo giorno del settimo mese. Ma come si è arrivati a celebrate il nuovo anno il primo giorno del settimo mese? Il comandamento riguardante l'inizio del nuovo anno è stato forse successivamente cambiato da Dio?

Eppure Dio pensò che fosse abbastanza importante precisare a Mosè e ad Aaronne quale fosse l’inizio dell’anno mentre si preparava a mandare l’ultima piaga sull'Egitto, prima di liberare il suo popolo dalla schiavitù. Per essere sicuri di capire correttamente cosa è successo, esamineremo le Scritture per vedere se Dio ha apportato modifiche alla Torah in un secondo tempo rispetto al calendario biblico stabilito in Esodo.

I tempi stabiliti da Dio

"L'Eterno parlò ancora a Mosè, dicendo: Parla ai figli d'Israele e di' loro: Ecco le solennità dell'Eterno, che voi bandirete come sante convocazioni. Le mie solennità sono queste" (Lev. 23:1,2).

Il passaggio in Levitico 23 prosegue dicendo che "... Il settimo mese, il primo giorno del mese avrete un riposo solenne, una commemorazione fatta a suon di tromba, una santa convocazione" (Lev. 23:24). Il primo giorno del settimo mese è noto in ebraico come Yom Teruah ("giorno del grido/rumore"). È anche conosciuto come il giorno delle Trombe, o come Zikkaron Teruah ("ricordo del forte rumore") o come Yom Ha-Zikkaron ("giorno del ricordo"). La maggior parte della gente, tuttavia, conosce il primo giorno del settimo mese con il nome di Rosh HaShanah, che significa "capo dell'anno", cioè il nuovo anno: rosh significa "testa/capo", ha è l’articolo "il" e shanah significa "anno" - il capo dell'anno.


Per comprendere meglio, diamo uno sguardo al significato di alcune parole di Es. 12.2:

"Questo mese sarà per voi il primo dei mesi: sarà per voi il primo dei mesi dell'anno" (Es. 12.2).


primo; Ebraico: rosh - Testa o inizio, in questo caso in riferimento a un determinato periodo di tempo.

mese; Ebraico: chodesh - Designa la prima falce di luna crescente, la luna nuova, il primo giorno del mese.

primo; Ebraico: rishon – primo di un determinato periodo di tempo.

anno; Ebraico: shanah - Anno


Quindi, quel particolare mese (chodesh) è l'inizio (rosh) dei mesi, facendolo essere "il capo dell'anno", cioè il vero Rosh HaShanah. Non ci sono dubbi sul fatto che il biblico Rosh HaShanah - l'inizio dell'anno, cioè il capodanno - è il primo giorno del mese in cui cade la Pasqua e non il primo giorno del settimo mese. È importante notare, inoltre, che Dio non ha mai designato il primo giorno dell'anno come celebrazione. In effetti, il termine letterale Rosh HaShanah non compare mai nelle Scritture tranne che in Ezech. 40:1, "principio dell'anno", e non è usato per descrivere uno dei tempi stabiliti da Dio, ma semplicemente come il primo giorno del primo mese che fu in seguito chiamato Nisan. Non stava parlando del primo giorno del settimo mese, in seguito chiamato Tishri, la data dell'attuale Rosh Hashanah. Quindi, in che modo il popolo ebraico è arrivato a celebrare una festa non biblica (capodanno) il primo giorno del settimo mese? (Sebbene il primo giorno del settimo mese è uno dei tempi stabiliti da Dio, esso non è chiamato capo dell'anno).


Il significato di Yom Teruah

Fermiamoci un attimo a considerare Yom Teruah, il primo giorno del settimo mese. Questo giorno è una perplessità per molti, perché è l'unico giorno santo il cui vero scopo non è rivelato nella Torah, la quale afferma:

"Parla ai figli d'Israele, e di' loro: Il settimo mese, il primo giorno del mese avrete un riposo solenne, una commemorazione fatta a suon di tromba, una santa convocazione. Non farete alcuna opera servile, e offrirete all'Eterno dei sacrifici mediante il fuoco" (Lev. 23:24,25).


L'unica altra menzione della celebrazione è in Num. 29:1-6, in riferimento alle offerte da fare quel giorno. Questo tempo è solitamente associato al suono della tromba, ma la parola ebraica teruah significa fare un forte rumore, come un forte grido di allarme, di guerra o anche di gioia (mentre la parola yom significa giorno). La stessa parola viene usata in Gios. 6:5, dove viene generalmente tradotto come "grande grido". C'è anche il suono del corno di montone quando il popolo di Israele si radunò ai piedi del monte Sinai (Es. 19:13,16,19). Quindi, mentre la parola teruah può significare un rumore forte come quello di una tromba o di uno shofar, può anche significare un rumore forte prodotto da un grido per radunare il popolo. E sebbene la Torah non dia un chiaro significato al vero scopo del giorno, dice cosa si doveva fare in quel giorno.


Le radici di Rosh HaShanah

Ma questo ancora non risponde al perché il primo giorno del settimo mese divenne capodanno. Sappiamo, tuttavia, come è diventato capodanno. Sembra che i rabbini che vivevano nella diaspora dopo la cattività di Babilonia, furono quelli che cambiarono l'inizio dell'anno biblico con il giorno di Yom Teruah. Il termine Rosh HaShanah compare per la prima volta nella Mishnah, un codice di diritto ebraico redatto nel 200 dC; eppure diverse volte Dio ordinò che la Torah non venisse mai cambiata, in alcun modo:

"Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando, e non ne toglierete nulla; ma osserverete i comandamenti dell'Eterno Iddio vostro che io vi prescrivo" (Deut. 4:2)

"Metterete in pratica le mie prescrizioni e osserverete le mie leggi, per conformarvi ad esse. Io sono l'Eterno, l'Iddio vostro" (Lev. 18:4; vedi anche Deut. 28:14; Gios. 1:7).

È sempre nella diaspora che furono apportati altri cambiamenti al calendario biblico. Uno di questi fu l'identificazione dei mesi con i nomi presi dal calendario babilonese. I rabbini non hanno mai nascosto da dove provenissero i nomi dei mesi: "I nomi dei mesi sono venuti con loro da Babilonia" (Talmud Gerusalemme, Rosh Hashanah 1:2 56d). E sebbene i mesi del calendario ebraico hanno ora dei nomi, la Scrittura usa termini diversi: "il primo mese" (Gen. 8.13; Lev. 23:5); "il secondo mese" (1Cron. 27:4); "il quinto mese" (2Re 25:8); e "il settimo mese" (Num. 29:1). Nel calendario biblico anche i giorni non hanno nomi; per essi si usa: "primo giorno" (Gen. 1:5), "secondo giorno" (Gen. 1:8), "terzo giorno" (Gen. 1:13), ecc.

Moshe ben Nachman ("Nachmanide", detto il "Ramban"), un dotto rabbino del XIII secolo, spagnolo, scrisse un commento su Es. 12:2, spiegando perché sono stati presi i nomi dei mesi del calendario babilonese e sostituiti a quelli dati da Dio. Rabbi Nachman era d'accordo sul fatto che il verso dell’Esodo indicava il primo vero mese, e che tutti i mesi dovevano essere contati a partire da quello. Il suo ragionamento era che così facendo il popolo avrebbe ricordato quello che lui chiama "il Grande Miracolo", cioè la liberazione di Israele dall'Egitto. Ma poi afferma che i rabbini dissero che i nomi dei mesi sono venuti con loro da Babilonia, e così avrebbero ricordato che erano stati lì (in Babilonia) e che Dio li portò fuori da lì, e citò la profezia di Ger. 16:14,15:

"Perciò, ecco, i giorni vengono, dice l'Eterno, che non si dirà più: L'Eterno è vivente, egli che trasse i figli d'Israele fuori del paese d'Egitto, ma: L'Eterno è vivente, egli che ha tratto i figli d'Israele fuori del paese del settentrione e di tutti gli altri paesi nei quali egli li aveva cacciati; e io li ricondurrò nel loro paese, che avevo dato ai loro padri"


Lo strano ragionamento di Rabbi Nachman è che cambiando i nomi dei mesi - dati loro da Dio – con i nomi delle divinità pagane adorate nelle nazioni dove Dio aveva mandato il popolo che si era allontanato da Lui (Ger. 16:11), avrebbero onorato la liberazione da Babilonia, in maniera simile alla liberazione dall'Egitto. Ma anche se la liberazione di Israele dal "paese del settentrione e di tutti gli altri paesi nei quali egli li aveva cacciati" è sicuramente una grande azione, il ragionamento da fare è ben diverso dalla liberazione dall'Egitto. In Egitto, gli israeliti erano schiavi non per colpa loro. Ma essi erano a Babilonia perché avevano abbandonato Dio e sono andati dietro ad altri dèi (Ger. 16:10-13). E anche se Dio li ha liberati da Babilonia, non ha detto a Israele di fare qualcosa di speciale per ricordarlo. E perché mai avrebbe dovuto? Fu un periodo di vergogna per Israele.

L'atto di mandare Israele in esilio fu una punizione, con la promessa del loro ritorno. Dovevano tornare dopo settant'anni (Ger. 29:10-14), ma molti preferirono rimanere in esilio.

Diamo ora uno sguardo ad alcuni dei nomi dei mesi che "sono venuti con loro da Babilonia" e con cui hanno scelto di rinominare i mesi del calendario biblico:

Sivan: il dio della luna Sin.

Tammuz: la divinità pagana Tammuz, il coniuge della dea Ishtar. Ogni anno Tammuz moriva e poi veniva risuscitato da Ishtar. Dio chiamò il culto di Tammuz "grande abominazione"; le donne ebree in Israele adoravano questa divinità all'ingresso della porta nord del Tempio (Ezech. 8:13,14).

Elul: la dea babilonese di questo mese era Ishtar, chiamata anche Astarte che era una delle divinità pagane adorate dal re Salomone (1Re 11:5), motivo per cui il regno d’Israele fu diviso. Ishtar è anche conosciuta come la "regina del cielo" (Ger. 7:18; 44:18-19). Elia si schierò contro i profeti di Astarte "che mangiano alla mensa di Izebel" (1Re 18:19).

Tishri: il dio babilonese per questo mese era Shamash, il dio sole del pantheon babilonese e il dio della giustizia. Il nome Tishri deriva dalla parola accadica tishritu - "inizio". Inoltre, i babilonesi prendevano molto sul serio le loro celebrazioni per il capodanno. Chiamavano la festa Resh Shattim, l'equivalente accadico dell'ebraico Rosh Hashanah. Si celebrava due volte l'anno, all'inizio di Tishri e all'inizio di Nisan, e durava 12 giorni.

Cheshvan: il dio babilonese per questo mese era Marduk, associato all'acqua, alla vegetazione, al giudizio e alla magia. Era il dio prediletto del re Nabucodonosor, con il quale chiamò suo figlio: Evilmerodac ("Avel-Marduk", che in babilonese significa "uomo di Marduk") (2Re 25:27).

Kislev: il dio babilonese per questo mese era Nergal, menzionato in 2Re 17:30.


Conclusione

Ritorniamo alla nostra domanda originaria:

Dio cambiò la data del nuovo anno?

No, è chiaro che questi cambiamenti sono stati fatti dagli uomini e non da Dio.

In conclusione, Rosh Hashanah, una delle feste più importanti del giudaismo non è biblica, non esiste biblicamente un giorno festivo chiamato Rosh HaShanah, e di certo non è il primo giorno del settimo mese. Il primo giorno dell'anno biblico, dato a Israele da Dio, è nel primo mese, quattordici giorni prima della Pasqua (Pesach). Anche se tecnicamente quel giorno è "Capodanno", non è mai stato chiamato così da Dio. Rosh Hashanah non è dunque una festa biblica, anche se sostituisce quella biblica, ed è notevolmente diversa dalla festa che ha sostituito. Yom Teruah aveva uno scopo completamente diverso dall’attuale Rosh Hashanah.

Fu solo durante l'esilio babilonese che i giudei accettarono il concetto babilonese secondo cui l'anno inizia in autunno, e nel primo giorno del settimo mese inizia il nuovo anno.

Pur non essendoci nessuna necessità di collegare l'inizio dell'anno civile con la data della creazione, i giudei hanno iniziato a credere che il mondo sia stato creato il primo giorno di Tishri. La Bibbia non parla della data in cui il mondo è stato creato.

Yom Teruah è stato scelto come giorno speciale da annunciare al popolo al suon di tromba a motivo del numero sette. Sette era un numero importante, anche per i pagani. Gli ebrei consideravano particolarmente importante il sette perché ricordava il Dio creatore, i sei giorni creativi più il settimo di riposo. È il numero che imprime perfezione e completezza a tutto ciò che è in relazione con esso. Riguardo al tempo, esso ci parla del Sabato, e delimita la settimana di sette giorni, l’anno sabbatico, e l’anno del giubileo. Ci parla di un eterno e sicuro Sabato che rimane per il popolo di Dio in tutta la sua perpetua perfezione.

L'invenzione di Rosh Hashanah e di tutte le sue pratiche, compresa l'idea che questo era il giorno in cui gli ebrei dovevano pentirsi, venne solo in seguito.

Nessuna delle pratiche associate oggi con Rosh Hashanah è biblica. I dieci giorni da Rosh Hashanah a Yom Kippur, furono istituiti dai rabbini come i dieci giorni durante i quali gli ebrei dovrebbero ricordare ed esaminare le loro azioni passate. È ovvio che si dovrebbe pensare ai propri errori in ogni momento e rimediarli immediatamente, e non una volta l’anno. Tuttavia, molte culture, come quella degli ebrei, riconoscono che molti non riescono a farlo, e allora ricordano alla gente di verificare il proprio comportamento all'inizio di un nuovo anno. Ma questo è qualcosa di post-biblico.

Possiamo postulare che gli ebrei abbiano assorbito la loro venerazione per il capodanno dall'esempio babilonese, ma questo non è stato immediatamente evidente al loro ritorno - i rituali ebraici si sono sviluppati nel corso del tempo.

Non è chiaro quando Rosh Hashanah cominciò a essere celebrata. Tutto quello che possiamo dire con certezza è che i libri scritti durante il periodo intertestamentario, come per esempio il Libro dei Giubilei e il Libro dei Maccabei, o i Rotoli del Mar Morto, non menzionano mai "Rosh Hashanah". Nella letteratura di Qumran è sempre Nisan il nuovo anno.

Se ne sente parlare per la prima volta nella letteratura rabbinica della Mishnah e Tosefta, entrambe redatte nel III sec. dC, ed entrambe hanno un trattato chiamato Rosh Hashanah, che si occupa della festa e delle questioni relative al calendario. È in questi testi che si elabora l'importanza della festa e delle sue tradizioni, tra cui la regalità di Dio, che è mutuata dall'Akitu babilonese dove la regalità era un tema principale.

In altre parole, il "Capodanno ebraico" è il risultato delle esperienze degli ebrei immigrati nella società babilonese e della mescolanza di tradizioni ebraiche e babilonesi.


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