martedì 15 settembre 2020

GALATI E LEGGE DI MOSE'


Galati 6:15 Poiché tanto la circoncisione che l'incirconcisione non sono nulla; quel che importa è l'essere una nuova creatura.

Di fronte alla croce e alla vita nuova, tutte le grandi differenze religiose, circoncisione, incirconcisione, sono niente, sono indifferenti, perché la vera differenza sta nel fatto che diventiamo uomini nuovi attraverso l'amore di Dio rivelato sulla croce; quindi la vera differenza è in questa creatura nuova.

Le cose che appartengono al mondo vecchio hanno perso tutto il loro valore e la loro importanza. Per mezzo del battesimo si ha la nuova creazione in Cristo (Gal. 3:27,28), nel quale le antiche vie di salvezza dell’umanità non hanno più valore alcuno. Quindi non ha più senso vantarsi di esse. L’unico oggetto di vanto legittimo ora è soltanto la croce di Gesù, per mezzo della quale il mondo è stato crocifisso, ossia è morto.

Di fronte alla croce di Cristo, che valore può avere, per la salvezza dell’uomo, il fatto di portare o no una piccola mutilazione corporale? Assolutamente nessuno. È una delle cose del mondo che per il credente sono morte. Ciò che importa è «l’essere una nuova creatura». Essere nati di nuovo, partecipare alla natura divina, vivere non più io, ma Cristo in me, essere riconciliati con Dio mediante il sangue della croce, ecco ciò che conta.

Nel nuovo ordine dì cose stabilito da Gesù Cristo, non ha alcun valore l'essere circonciso o incirconciso, perché queste distinzioni appartengono a quel mondo a cui i battezzati sono morti; l'unica cosa che ha valore è la nuova creazione, ossia l'elevazione dell'uomo allo stato di grazia, per cui è divenuto figlio adottivo di Dio ed erede del cielo. Allora tutte le altre differenze sono indifferenti; perciò il vero problema è un altro: siamo o non siamo uomini nuovi che vivono secondo lo Spirito?

Dalla croce, Gesù ha fatto sorgere una nuova creazione. La legge di Mosè è parte dell’antica creazione. Si affannino altri in inutili lotte e disquisizioni riguardo alla necessità o meno della circoncisione. Noi di Cristo siamo creature nuove: un altro è il nostro vanto.

Galati 6:16 E su quanti cammineranno secondo questa regola siano pace e misericordia, e così siano sull'Israele di Dio.

Paolo chiama regola il vantarsi della croce e l’essere creatura nuova generata dalla croce. La parola greca è kanon, «canone», cioè il regolo o la squadra che serve per tirare le linee dritte; la croce è la squadra, è la norma, è il criterio che ci serve per andare dritti, cioè la croce è il criterio di verità della vita cristiana, perché nella croce c’é la verità di Dio che mi ama infinitamente, ed è da questa verità che deriva tutto il resto, che divento uomo nuovo, uomo libero, uomo che conosce Dio, uomo che sa comportarsi di conseguenza; quindi è proprio questo il canone della vita.

"E su quanti cammineranno secondo questa regola siano pace e misericordia". Paolo invoca la pace, lo shalom, la benedizione messianica, cioè un profondo senso della riconciliazione con Dio, e misericordia, che cancella i falli, colma le lacune, conforta nelle necessità. La nostra pace viene dalla croce di Cristo, da lì ci viene ogni bene, Dio ci ha dato sé stesso, non può darci di più. E c’è pace su quelli che lo accettano.

I destinatari di questa promessa non sono solo i Galati, ma l’Israele di Dio, cioè i figli spirituali di Abrahamo che sono gli eredi delle promesse di Dio.

L'Israele di Dio, per opposizione all'Israele secondo la carne, è la Chiesa, che ha vita per la fede in Cristo, un popolo composto da credenti in Cristo, da circoncisi nel cuore, in grado di offrire il loro culto a Dio per mezzo dello Spirito, che si vantano in Cristo Gesù e non mettono la loro fiducia nella carne.

L’Israele secondo la carne, invece, si stava palesando sempre più avverso al vangelo e nemico della croce di Cristo. Altrove Paolo dirà: "non i figli della carne sono figli di Dio: ma i figli della promessa sono considerati come progenie" (Rom. 9:8), "poiché i veri circoncisi siamo noi, che offriamo il nostro culto per mezzo dello Spirito di Dio, che ci gloriamo in Cristo Gesù, e non ci confidiamo nella carne" (Fil. 3:3).

Paolo è molto secco in questa lettera perché gli preme di dire delle cose molto precise: sono l’essenza del vangelo, l’essenza della vita cristiana che era in pericolo presso i Galati a causa dei giudaizzanti, non era come presso altre comunità dove non era in pericolo l’essenza della vita cristiana; qui, invece, è in gioco proprio il nocciolo della vita cristiana e, allora, ci tiene a riaffermarlo con forza. Peraltro, che la croce sia il canone della nostra vita e che da questo canone derivi la pace è interessante, perché, allora, quando c’è inquietudine in noi è perché non seguiamo questo canone.

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