martedì 21 maggio 2019

PERCHE' IL MALE?


 

1)      Dio può togliere il male che c’è nel mondo ma non lo vuole togliere.

2)      Dio vuole togliere il male che c’è nel mondo ma non è capace di toglierlo.

3)      Dio non può togliere il male che c’è nel mondo e neanche vuole toglierlo.

 

Allora, se vuole togliere il male ma non può toglierlo, in quanto vuole toglierlo è buono ma in quanto non può toglierlo è incapace. Un Dio buono ma incapace non è Dio.

 

Nel caso in cui non vuole togliere il male pur potendo farlo, in questo caso Dio è onnipotente ma siccome non vuole togliere il male è cattivo. Un Dio onnipotente ma cattivo non è Dio.

 

Nel caso in cui non vuole togliere il male, né può toglierlo… non è Dio.

 

Dio dovrebbe essere tanto potente da togliere il male e tanto buono da volerlo togliere. Ma se è onnipotente da poterlo togliere e buono da volerlo togliere, il male non dovrebbe esserci. Eppure il male c’è!

 

Allora cosa si risponde? Questo argomento è un antropomorfismo, cioè attribuisco a Dio ciò che è proprio dell’uomo. Io posso essere capace di fare qualcosa e non avere voglia di farla? Certo che sì.

Ma in Dio volere e potere sono il suo stesso essere. Non posso attribuire a Dio una volontà che sia diversa dalla sua bontà.

 

Il punto di partenza non è Dio, il punto di partenza è capire cos’è il male. Allora bisogna reimpostare l’argomento. Il male è la privazione di un bene dovuto (sant’Agostino). Quindi non qualsiasi privazione è male, ma la privazione di un bene dovuto. Per esempio, la privazione della vista di una persona che ha gli occhi è un male. Ma posso dire che il cane non sa leggere e che questo è un male? Certo che no, perché il cane non è fatto per leggere.

 

Si parla tanto spesso, in questi ultimi anni, di male assoluto. Dal nazismo, al terrorismo, al comunismo, troppi sono i "mali assoluti" che costellano il pensiero moderno. Ma questo concetto è sbagliato e di propaganda, e cercherò di spiegarlo. 

 

Il male è come un parassita. Il parassita sta sempre attaccato all’organismo di cui si nutre, ma ne ha bisogno. Il male ha sempre bisogno di qualcosa d’altro per esistere, e questo qualcosa non potrà mai essere completamente distrutto dal male, altrimenti il male non esisterebbe. Quindi il male non è mai un assoluto. È come la carie: la carie consuma il dente, se consuma tutto il dente sparisce il dente ma sparisce anche la carie. Se il male c’è è perché c’è anche il bene.

 

La prima conclusione è che se c’è il male di sicuro c’è anche il bene. Ma se c’è un bene ci dev’essere un male? Non lo so. Non posso dire di no, ma non lo so. Se c’è una carie c’è per forza un dente, ma se c’è il dente ci deve essere per forza una carie? No, ma ci può essere. Se c’è il sole c’è la luce, ma se c’è la luce posso dire che c’è il sole? Non posso dire né sì né no, perché la luce può dipendere anche da altre cause.

 

Veniamo al problema del male. Se c’è il male c’è il bene. Ma dal fatto che esiste il bene non segue né che esiste il male né che non esista. Dio è il sommo bene. Se esiste Dio segue che esiste il male o che non esiste il male? Non lo so. Dall’esistenza di Dio io non posso dedurre né che esista il male né che non possa esistere il male.

So soltanto che se esiste il male deve esistere il bene, ma dall’esistenza di Dio io non posso escludere l’esistenza del male, non posso saperlo, ma so che l’esistenza del male non mi fa escludere l’esistenza di Dio.

 

Sant’Agostino dice: Tu vuoi obiettare l’esistenza di Dio dall’esistenza del male? E io sai cosa faccio? Dall’esistenza del male ti dimostro l’esistenza di Dio:

 

Se c’è il male c’è il bene, ma questo male che va a toccare il bene, toccherà un bene finito o infinito? Toccherà un bene finito perché il bene infinito non lo si può toccare, dunque toccherà sempre un bene finito. E il bene finito si dice bene relativo. Si può dire che tutto è relativo? No, perché se tutto fosse relativo nulla sarebbe relativo. Se tutto fosse relativo vuol dire che non ci sarebbe un punto fisso di riferimento, ma se non c’è un punto fisso di riferimento con cui essere in relazione, la relazione svanisce. Ora, se il bene finito è il bene relativo e non si può dire che tutto è relativo, allora non si può dire che ogni bene sia finito, ci deve essere per forza un bene superiore che sia infinito, e il bene superiore infinito tutti lo chiamano Dio. Se esiste il male esiste un bene finito, se esiste un bene finito esiste un bene infinito, dunque se esiste il male esiste il bene infinito.

 

Dunque, esiste il male ed esiste Dio. E come si mettono insieme? Questo è il problema. Per comprendere il male, dobbiamo comprenderlo come lo comprende Dio.

 

Disvelare significa togliere il velo. Ma il mistero non viene spiegato. Ti faccio accorgere che esiste un fondamento ma non te lo spiego, perché per spiegartelo dovrei ricorrere a un altro fondamento, ma allora non sarebbe più un fondamento.

 

Apocalisse 13:8 E l'adoreranno tutti gli abitanti della terra, i cui nomi non sono scritti nel libro della vita dell'Agnello, che è stato ucciso fin dalla fondazione del mondo. [Nuova Diodati]

 

Il greco ha: apò katabolēs kosmou (= dalla fondazione del mondo). Qui si sta dicendo che Gesù è immolato, gloriosamente, perché in Apoc. 5 si vede un Agnello in piedi che era stato immolato. In piedi (risorto) e immolato, tutto insieme; questo agnello è immolato dalla fondazione del mondo, cioè nella stessa struttura del cosmo, è nelle fondamenta del mondo. Gesù è immolato gloriosamente nello stesso atto creatore. È questo il motivo per il quale la gloria della sofferenza di Gesù si manifesta in qualsiasi sofferenza, quella del più piccolo animale come quella del più grande uomo. Ovunque si manifesti una sofferenza, quella lì è parte della sofferenza di Cristo. C’è sempre una nobiltà nella sofferenza. Ecco perché Gesù può dire: "ebbi fame, e mi deste da mangiare; ebbi sete, e mi deste da bere; fui forestiero, e mi accoglieste; fui infermo, e mi visitaste; fui in prigione, e veniste a trovarmi" (Mat. 25:35,36).

 

Questo è il fondamento, quindi non si spiega, ma regge qualsiasi altra rivelazione, ma esso non può essere spiegato.

 

La sofferenza fa inginocchiare. Se vedi qualcuno sofferente ti inginocchi per soccorrerlo, ma ci si inginocchia davanti alla maestà… perciò è scritto che chi si umilia sarà esaltato.

 

Commuoversi significa muoversi con. Siamo mossi da qualcun altro che ci trascina. È l’agnello che è stato immolato sin dalla fondazione del mondo che ci sta trascinando verso il senso più profondo delle cose. "Quando sarò innalzato dalla terra trascinerò tutti a me".

 

Il male è la privazione del bene. Per pensare il male ho bisogno del bene, mentre il bene non è privazione del male. Allora perché Dio permette il male? Perché dal male può trarre un bene migliore. Attenzione: può trarre un bene migliore, non che può trarre il bene (basta star bene per trarre il bene). In cosa consiste questo bene migliore che risulta dal permettere il male? È la compassione, commozione, consolazione. Sono sentimenti che non possono stare né dalla parte del puro negativo né dalla parte del puro positivo, sono un assoluto. Non per nulla Gesù dice beati gli afflitti… perché saranno consolati, ma la consolazione non la si dà a uno allegro ma la si dà a uno afflitto


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